Friuli: congelata (per ora) la chiusura degli Erdisu

Gli studenti arrivano presto, di mattina, nemmeno così rumorosi: si siedono per terra, davanti al palazzo della Regione in piazza Oberdan. Aspettano l’ingresso dei consiglieri, per far sentire il loro netto “no” al taglio degli Erdisu. I consiglieri arrivano per il primo dei quattro giorni di lavori, qualcuno si ferma, la gran parte fila dritta in Aula. Poi, passa qualche ora, lo spiazzo ai piedi del Consiglio dove solitamente sono parcheggiate le auto di presidente e assessori si riempie un po’, dalle finestre dei primi piani si sentono i fischietti degli studenti e i capigruppo di maggioranza e opposizione scendono.
Per gli studenti «è una bella vittoria», spiega al termine della giornata uno dei rappresentanti. In piazza arriva la conferma che tutti aspettavano: la soppressione degli Erdisu non sarà inserita con un emendamento alla legge sul finanziamento regionale alle università. Il percorso, ipotizzato nelle scorse settimane in un incontro del Pdl e pallino del presidente della Regione Renzo Tondo, sarà più complesso. A mettere la parola fine alla questione ci pensa il capogruppo pidiellino Daniele Galasso che, microfono alla mano, circondato dagli studenti, rassicura: nessun blitz all’ultimo. All’incontro con gli studenti, mentre in Aula proseguivano i lavori, hanno partecipato rappresentanti di tutti i gruppi consiliari di centro-destra e centro-sinistra. Galasso ha anche spiegato che è possibile sia votato un ordine del giorno che impegni la giunta ad analizzare la questione degli Erdisu in modo approfondito, ascoltando le istanze degli atenei e delle rappresentanze studentesche. Nel Pd, invece, aleggia il caso-Consorzi, perché quelli di Pordenone e Gorizia chiedono spazio nella Conferenza per il sistema universitario regionale. Il Pdl avrebbe chiuso la partita dando ai due enti un ruolo consultivo, ma il Pd potrebbe presentare un emendamento in Aula affinché il loro peso sia maggiore.<br />
Gli studenti, in gran parte dell’università di Trieste, hanno ascoltato una a una le posizioni dei consiglieri in rappresentanza di tutti i gruppi. La politica esce dal Palazzo, e gli studenti, pur critici, dimostrano di apprezzare l’attenzione: tra gli organizzatori e i responsabili del Coordinamento degli studenti si respira un’aria di grande soddisfazione. Sulla questione interviene anche il dipietrista Alessandro Corazza, annunciando la propria opposizione «a ogni riforma universitaria che vada a togliere spazi e rappresentanza agli studenti».
Sul futuro degli Erdisu, del resto, spiega Mario Albanese, uno dei portavoce della protesta, si deve ragionare assieme: «La revisione degli Erdisu? Se ne può parlare – ha affermato – ma ragionando su una proposta concreta, sulla quale gli studenti possano esprimere la propria opinione. Quest’anno la Regione ha tagliato il 30% dei fondi destinati all’Erdisu e temiamo che la loro eliminazione sia un ulteriore passo verso la riduzione dei servizi». Secondo Albanese la cancellazione dei due enti «porterebbe a un risparmio di appena 50 mila euro l’anno. Vale la pena abolire due enti che funzionano così bene senza sapere a cosa si va incontro? Piuttosto – ha detto Albanese – non sarebbe più opportuno chiudere tutte quelle sedi universitarie distaccate che costano tantissimi soldi?». Per oggi è in programma a Trieste un incontro tra l’assessore all’Università Alessia Rosolen, i rappresentanti degli Erdisu di Trieste e Udine e i presidenti dei Consigli degli studenti dei due atenei.