Friuli Doc 2009: Martines tenta la mediazione con la Regione


Dopo i proclami dell’Assessore Ciriani condivisibili in linea di massima, ma che sembrano voler tagliare i fondi solo alle manifestazioni Friulane, ci si interroga sul da farsi e su come poter mettere su una edizione di Friuli Doc 2009 degna di questo nome. «La regione ci deve dire se vuole mantenere Friuli doc oppure no e assumersi la responsabilità di questa scelta». Il vicesindaco e assessore alle Attività produttive, Vincenzo Martines ha chiesto un chiarimento al presidente Renzo Tondo e all’assessore regionale Luca Ciriani. «Siamo pronti a ragionare sui tagli – dice -, perché ci rendiamo conto che il momento è difficile, ma dimezzare i fondi significa mettere a rischio la manifestazione. Se la Regione ha deciso di eliminare Friuli doc, lo dica chiaramente, anche se è evidente che non hanno capito di cosa stiamo parlando vista l’importanza che questo evento riveste non solo per la città ma per tutto il Friuli». Da 350mila, i contributi regionali potrebbero infatti scendere a 150 anche se alla fine è possibile che la cifra arrivi fino a 200 mila tenendo conto dell’intervento della Turismo Fvg. «Ma non è solo un problema di numeri – sostiene Martines -, avrei voluto ragionare con la Regione per capire come e quanto era possibile ridurre i costi senza incidere sulla qualità. Tra l’altro la settimana precedente a Friuli doc ci sarà un evento con tutte le bande degli alpini (alla quale l’organizzatore Enzo Cainero si aspetta dalle 20 alle 30 mila presenze) e quindi si poteva immaginare una sinergia per utilizzare gli stessi allestimenti».

Scendono in campo pure gli standisti che si dicono proni al sacrificio pur di mantenere la manifestazione. I partecipanti della kermesse enogastronmica non ci stanno. E se da un lato gridano allo scandalo per i tagli della Regione, «decisi – sostengono – quasi esclusivamente a danno del Friuli», dall’altro si dicono disposti a fare di tutto pur di salvare la manifestazione. "Una manifestazione che certo, si può migliorare – assicurano -, ma che comunque resta la vetrina per eccellenza dei prodotti tipici friulani". Ecco perché, pur auspicando che la Regione torni sui suoi passi, molti dei 300 standisti che sono intenzionati a partecipare alle 15esima edizione di Friuli doc in programma dal 17 al 20 settembre, si dicono pronti anche a fare loro un sacrificio economico. Al coro di proteste ieri si sono uniti consorzi, pro loco e aziende: «l’importante – sottolineano – è salvare la festa mantenendo un elevato standard qualitativo». Già perché gli standisti non accettano critiche da questo punto di vista. «E’ ovvio che su 300 stand ci sarà qualcuno che pensa più al guadagno che alla promozione magari sacrificando la qualità – dice il presidente del consorzio Aquieia, Marco Rabino -, ma in generale la qualità c’è e raggiunge anche punti di eccellenza. Noi per esempio nel nostro stand di piazza XX settembre non proponiamo vino sfuso, ma soltanto in bottiglia e stiamo parlando di vini di qualità. L’obiettivo è infatti quello di fare promozione e devo dire che da questo punto di vista Friuli doc ci ha sempre garantito un ottimo ritorno. In quattro giorni Udine si riempie di gente e in tanti arrivano anche da fuori regione, non fare più Friuli doc o ridimensionarla sarebbe veramente un peccato». Per questo motivo anche il consorzio Aquileia è pronto a un sacrificio. «La manifestazione costa tanto – prosegue Rabino -, ma è chiaro che se è necessario fare uno sforzo faremo la nostra parte». Per uno stand da 5 metri per 5, che è quello più piccolo, in piazza XX settembre tra spese per l’allestimento, occupazione suolo pubblico (7 euro più iva al metro quadrato al giorno), allacciamento alla corrente, gas e personale di sorveglianza si arriva a spendere più di 6 mila euro, 1.500 al giorno. Senza contare il personale e altri costi. Soltanto la copertura costa per esempio 15mila euro e lo scorso anno veniva fornita dalla Turismo Fvg insieme al palco coperto. Dovendo dividere tra le Pro loco e gli altri standisti anche i costi della copertura è chiaro che la spesa complessiva lieviterebbe. Ma come detto, molti standisti sono pronti a tutto pur di difendere Friuli Doc