Friuli: i precari della scuola in piazza, oramai è «Emergenza sociale»


di Michela Zanutto

Intorno al mondo della scuola c'è un business del precariato che crea l'illusione del lavoro». A dirlo sono gli insegnanti aderenti al Movimento autoconvocato e apartitico docenti del FriuliVg, riuniti ieri in piazza Libertà per dire no alla riapertura delle graduatorie. E fino a quando le loro istanze non saranno accolte, i precari del mondo della scuola scenderanno in piazza con cadenza settimanale per raccogliere le firme da consegnare al ministero e al consiglio regionale. La critica nei confronti dell'apertura dei corsi universitari per diventare insegnante (i cosiddetti Tirocini formativi attivi) è evidente e sono oltre un migliaio le sottoscrizioni raccolte durante i vari sit-in programmati in queste settimane, un centinaio soltanto ieri. E il Movimento ha incassato pure la solidarietà del sindaco Honsell  «Rivolgo un appello a tutte le forze politiche perché si trovi una soluzione che permetta di armonizzare i meccanismi di assorbimento delle code dei docenti precari abilitati – ha detto il primo cittadino -. Se non si interviene si rischia di creare una vera e propria emergenza sociale con decine di insegnanti già precari che si ritroveranno senza possibilità di lavorare e senza alcun tipo di garanzia». Entro pochi giorni le graduatorie dovrebbero essere aggiornate dopo uno stop durato quasi cinque anni stabilito dalla legge 296 del 2006 (ancora in vigore). In questo quadro la problematica è duplice perché gli insegnanti precari saranno inseriti "a pettine", e cioè in base al punteggio, scalzando personale che insegnava con una certa continuità, ma al tempo stesso si creeranno "vane speranze" – come sostengono i precari – per gli aspiranti docenti. Si calcola che il prossimo anno la conta dei disoccupati nel mondo della scuola della provincia potrebbe salire di 140 unità, 350 in regione. Ma la lotta dei precari non fomenta alcuna contrapposizione nord-sud. «Tutt'altro – ha precisato Francesca Da Pozzo, aderente al Movimento – difendiamo soltanto i nostri diritti». Il Movimento, infatti chiede un bonus da assegnare a quanti non cambino graduatoria, indipendentemente dalla città di residenza o di nascita. Fra i docenti scesi in piazza c'era anche Enrico Brienza, 42 anni, trasferitosi nel 2004 a Udine da Potenza inseguendo un lavoro. «La mia è stata una scelta di vita – ha detto -, ma adesso il mio futuro è precluso».