Friuli: il 27/01/2012 si apre Agriest tra i nodi della crisi

di Giuseppe Longo

Spread finalmente in calo, ma mercati ancora in altalena. Inoltre, rincari e nuove tasse in agguato. Ed è proprio in questa cornice che si apre la 47ª “Agriest”, in programma da venerdì a Udine. La crisi continua a mordere e non risparmia certo il settore primario e i mesi che verranno non lasciano intravvedere prospettive incoraggianti, anche perché sulla congiuntura in atto si abbatteranno gli effetti della “cura” Monti affinché il Bel Paese possa rimanere nell’euro. A cominciare dal ritorno della tassa sugli immobili e dai rincari dei carburanti. «L’aumento record del costo del gasolio in agricoltura, lievitato in un anno del 58%, mette a rischio gli oltre trentamila ettari di coltivazioni specializzate in serra, che producono fiori, piante ornamentali e ortaggi», è l’allarme lanciato proprio in questi giorni dalla Coldiretti solo per quanto riguarda le colture protette. Senza parlare delle numerose e ormai insostituibili lavorazioni meccanizzate, a cominciare dalle arature già in atto per i seminativi primaverili. E dei prezzi dei prodotti che continuano a deludere. Temi questi che non mancheranno di avere un’adeguata cassa di risonanza proprio in “Agriest”, da sempre occasione privilegiata per mettere a fuoco problemi e prospettive del settore. E che peraltro, qui a Nord-Est, ha l’onore di precedere di pochi giorni la ben più grande e famosa “Fieragricola” di Verona. “Agriest” infatti – come aveva affermato la presidente di Udine e Gorizia Fiere, Luisa De Marco, durante la presentazione della rassegna – intende mantenere e rafforzare il suo ruolo di riferimento per la civiltà contadina del Nord-Est e per lo sviluppo del comparto, attraverso le proposte di 250 espositori e i numerosi convegni e approfondimenti sulle tematiche più attuali. Un’agricoltura, dunque, che per l’assessore regionale Claudio Violino «rischia di pagare duramente, in termini di rallentamento della ripresa, a causa della manovra del governo Monti, il quale ha introdotto l’Imu e reintrodotto l’Ici anche per i fabbricati rurali collegati alla produzione agricola. Penalizzando così anche l’agricoltura del Friuli Venezia Giulia, che punta alla qualità delle produzioni lungo un cammino che, comunque, la Regione non mancherà di accompagnare». L’assessore ha, infatti, annunciato che per la definizione del Piano di sviluppo rurale per il prossimo settennio si stanno cercando di valorizzare gli elementi atti a favorire la crescita dell’agricoltura. E, accanto al percorso legato al marchio “Tipicamente friulano”, si definiranno alcune filiere specifiche, per individuare all’interno della Pac per il Friuli Venezia Giulia un nuovo tema per il loro rilancio. «Vogliamo interpretare – ha affermato Violino – i fondi comunitari non come un sussidio nei confronti dello svantaggio, bensì come un premio all’eccellenza; un premio a quanti producono qualità legata al territorio». E nel quadro della ripresa-sviluppo un “tassello” potrebbe essere rappresentato dalla «creazione di un Istituto di istruzione superiore per l’agricoltura. Per formare non soltanto agricoltori preparati, ma anche imprenditori del mondo rurale che divengano manager delle loro aziende».