Friuli: la nostra Marilenghe non può essere declassata a dialetto, interventi di Zanon e Caveri

«Sono convinto che occorra tenere alta la guardia e manifestare tutta la nostra solidarietà al Friuli che ha subito un inqualificabile sfregio alla sua dignità storico linguistica da parte del Governo. Sono rimasto sbalordito di fronte a quello che si può probabilmente configurare come un atto di ignoranza, ma sotto il quale ho intravisto un più generale e diffuso disegno di un Paese che intende soffocare le autonomie e le diversità». Lo ha detto l’onorevole Luciano Caveri, già europarlamentare e uno dei padri della legge 482/99 che ha sancito per la prima volta l’esistenza e la promozione delle minoranze storiche d’Italia, a proposito del decreto del Governo che ha omesso di considerare il friulano una lingua minoritaria. Caveri, attualmente consigliere regionale della Valle d’Aosta, è intervenuto al convegno organizzato in occasione del “Festival des peuples minoritaires” di Aosta a cui partecipano i rappresentanti di diciotto minoranze da tutta Europa e dal mondo, proponendo che nel documento finale sia fatto esplicitamente riferimento alla «questione friulana». Al dibattito è intervenuto anche il presidente dell’Arlef, Agenzia regionale per la lingua friulana, Lorenzo Zanon. Zanon ha chiesto solidarietà: «Noi non abbiamo alle spalle uno Stato linguisticamente amico. Siete voi popoli delle altre minoranze d’Europa i nostri veri amici. Ecco perché vi chiediamo di alzare forte la voce assieme a noi. La speranza – ha proseguito Zanon – è che si sia trattato di un errore recuperabile e se così non sarà siamo pronti a portare sul piano internazionale la battaglia per difendere la nostra identità di popolo, convinti di essere un piccolo ma importante tassello a quel meraviglioso mosaico che si chiama Europa».