Friuli: protocollo tra enti contro i furti nei cantieri

Un protocollo tra Regione, Prefetture, Questure, Forze dell'ordine, Casse edili, ANCI e ANCE potrebbe risolvere il problema dei furti nei cantieri edili pubblici e privati della regione. La sottoscrizione del documento è stata proposta oggi dall'assessore regionale per la Sicurezza Federica Seganti nel corso di un incontro con il presidente regionale dell'Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), Donato Riccesi, avvenuto questa mattina a Trieste nel Palazzo della Giunta di piazza Unità, al quale hanno partecipato i presidenti provinciali ANCE di Trieste, Donatello Cividin, di Udine, Ugo Frata, e di Gorizia, Aureliano Hoffmann
''Nei cantieri edili si è talmente abituati ai furti di piccoli attrezzi che quasi sono messi in conto'' ha detto Riccesi, rilevando che il discorso si fa pesante se a prendere il volo sono invece camion e macchinari, magari non nuovissimi, e quindi poco garantiti dalla copertura assicurativa, ma utili e difficili da riacquistare, perché nuovi valgono decine di migliaia di euro.<br />''Non è un problema recente e non è la prima volta che lo affrontiamo – ha notato il presidente dell'ANCE – ma è sicuramente la prima volta che viene proposto un tavolo sul tema e di questo ringraziamo la Regione e l'assessore alla Sicurezza Federica Seganti''
''Siamo qui per capire se è possibile avviare delle azioni di contrasto da inserire nel Programma per la Sicurezza del prossimo anno'' ha dichiarato l'assessore che ha individuato assieme ai costruttori tre momenti diversi ma complementari su cui far leva per contrastare il fenomeno.
Il primo, indicato dallo stesso Riccesi, è la comunicazione alle Casse edili provinciali dell'avvio e della chiusura dei cantieri da parte dei Comuni, ''azione che tra l'altro porterebbe alla luce – hanno spiegato i costruttori – un sottobosco di irregolarità e lavoro nero, spesso in relazione con tali furti''. Il secondo è l'apertura di un canale preferenziale per le denunce, in modo da consentire l'inizio delle indagini prima che la refurtiva lasci la regione e l'Italia (mete preferenziali, Africa e Paesi dell'ex blocco sovietico). Il terzo un collegamento tra i cantieri, pubblici e privati, e le Forze dell'ordine mediante allarme antifurto.
Il prossimo passo, ha detto l'assessore, sarà verificare la possibilità di attuare tali forme di tutela con il coinvolgimento degli attori che dovrebbero partecipare alla stipula del protocollo.
Un'evoluzione che Riccesi ha auspicato, ricordando un episodio che l'ha riguardato personalmente. ''Hanno usato un camion rubato alla mia azienda per impossessarsi di una scavatrice appartenente ad un'altra ditta. La refurtiva è stata bloccata in Sicilia, mentre stava per esser caricata su una nave in partenza per l'Africa …'