Sono complessivamente 39.236 gli alunni delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado che hanno richiesto l’insegnamento del friulano presso le scuole del territorio regionale per il prossimo anno scolastico, con un incremento del 29% rispetto alle richieste dell’anno in corso. Questo l’esito del monitoraggio effettuato dalla direzione generale dell’Ufficio scolastico regionale del Friuli-Venezia Giulia nelle scorse settimane e comunicato all’assessorato regionale all’Istruzione.
«È un esito importante, quasi novemila alunni in più, che giustifica appieno le scelte che la Regione ha fatto in questi ultimi mesi, con la redazione dell’elenco dei docenti in possesso dei requisiti per l’insegnamento e con l’approvazione del piano applicativo – evidenzia l’assessore regionale all’istruzione, Roberto Molinaro – che trovano un indispensabile supporto nello stanziamento, confermato nel recente assestamento di bilancio, di un milione di euro per ciascuno degli anni 2012 e 2013».
«Con tali risorse infatti dal prossimo mese di settembre sarà possibile avviare gradualmente, per almeno un’ora settimanale, l’insegnamento nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole primarie per complessivi 31.600 alunni. Parallelamente gli studenti delle scuole secondarie di primo grado, complessivamente 7.563, continueranno ad essere coinvolti in progetti specificatamente previsti dal piano dell’offerta formativa».
«L’aumento delle richieste dell’insegnamento è davvero incoraggiante in un momento in cui il Governo, di fatto, vuole declassare la lingua friulana a dialetto locale – precisa ulteriormente Molinaro – anche perché in tutti i Comuni delimitati le scelte sono state superiori al 50% degli alunni iscritti, intorno al 55% nelle province di Gorizia e Pordenone e con un 74% nella provincia di Udine. Non è quindi una scelta di pochi ma di una maggioranza delle famiglie, alla quale la scuola è chiamata a corrispondere. Il Governo regionale farà la sua parte affrontando le non poche difficoltà di carattere operativo ed economico, consapevole che le lingue minoritarie continuano ad essere uno dei fondamenti della specialità regionale».
OMAGGIO AL FRIULANO
L’INFINÎT
Sempri i ài volût ben al cuòl salvàdi
e a la siêsa di mons, ca par un biél trat
da l’ôr ultjm dal séil a niéa la vista.
E intant ca i stasi sintât a vuardâ, lòucs
fòur da l’uman, e una pâs fin tal profont
jò i mi créi tal pinsiéi, an là ca quasi
al miò còur al si piàrt. E comi c’al vient
i siènti criciâ tra chistas plantas, chel
sito e chê pâs infinîs cun chista vòus
i meti a confront; e in ment l’eternitât,
e las ‘sudas stagiòns, e chista di vuòi,
la viva, e al so respîr. Cussì in chista
infinitât al si arniéa al me pinsâ:
e piardimi a mi plâs in chistu mâr.
Traduzione de L’infinito di Leopardi nel dialetto di Forni di Sopra in Friuli