Friuli: ridimensionate le risorse per la cooperazione con l’Argentina

dal sito www.ilfriuli.it

Argentina -
 

Il ponte tra Friuli e Argentina sta cadendo a pezzi e le occasioni imprenditoriali che sfruttano la forte nostra comunità non vengono colte. L’appello giunge proprio da un rappresentante dei friulani di Mendoza, ricca provincia ai piedi delle Ande, con un buon tessuto industriale, ma soprattutto agricolo, con eccellenze nel vinicolo, di cui rappresenta l’80% della produzione nazionale. A denunciare un diradarsi dei rapporti e un’inconsistenza di quelli che rimangono è Claudio Bravin, 52enne con nonno originario di Polcenigo  e imprenditore di terza generazione nel settore delle costruzioni.
“Cosa desiderano davvero i friulani di Argentina? Di essere, in primo luogo, considerati parte integrante del popolo friulano – dichiara Bravin -. Vorremmo poter offrire un nostro specifico contributo per il rafforzamento dei rapporti economici e sociali tra il Friuli e le regioni argentine che hanno accolto i nostri padri, che ci hanno visto nascere, crescere, educarci e formarci. Insomma, vorremmo che ai buoni propositi di ‘facciamo sistema’ pomposamente enunciati dai tanti ‘visitors’, rappresentanti ufficiali e dirigenti di associazioni dell’emigrazione, seguissero fatti concreti. Vorremmo che la politica regionale, istituzionale e partitica non dimenticasse che siamo divenuti elettori. Ecco, in estrema sintesi, cosa vorremmo. Non ci interessano nostalgie d’altri tempi, ma progetti di cooperazione economica a beneficio di tutti”.

Va tenuto presente che in Argentina vive il 18% di tutti i corregionale residenti all’estero, senza contare i discendenti dei nostri emigranti. Sono diversi gli accordi internazionali di cooperazione. Il più importante con la provincia di Mendoza è stato sottoscritto dall’allora presidente Riccardo Illy nel settembre 2006. L’assessore ai Rapporti Internazionali del tempo, Franco Iacop, ammette che alle buone intenzioni, poi, sono seguiti pochi fatti. “L’attuale amministrazione regionale – rincara – si è disimpegnata tagliando le risorse all’internazionalizzazione”.

Parziale ammissione dell’attuale delegato della giunta, Federica Seganti, che chiarisce. “È stato necessario un ridimensionamento delle risorse sia per la cooperazione internazionale, sia per la promozione del commercio estero – dichiara -. In tale contesto, abbiamo dato priorità ai rapporti con i Balcani, in quanto naturale bacino di interesse della nostra regione. In seconda battuta, vengono i Paesi con una forte presenza di corregionali, in particolare l’Argentina ovviamente”.
Seganti, così, cita la partecipazione al progetto interregionale “Fosel” per lo sviluppo dei sistemi produttivi argentini, con capofila la Puglia dopo che però il Friuli Venezia Giulia ha rinunciato a questo ruolo, come anche al progetto “Samba”, focalizzato sulla metropoli di Buenos Aires.
“La Regione – ribatte l’imprenditore Bravin – dovrebbe, da una parte, prestarci più attenzione favorendo il nostro avvicinamento ai colleghi residenti; dall’altra parte, riconoscere le nostre imprese come co-protagoniste nella sua strategia d’internazionalizzazione, in modo da favorire un’ulteriore penetrazione del Friuli in Argentina. Essendo nati, cresciuti e formati qui, riteniamo di essere elementi che ‘sanno influenzare’ le realtà locali. Almeno, o forse un tantino di più, di quanto lo sappiano fare quelle ‘allegre compagnie’, con scarsissime conoscenze linguistiche, che vediamo spesso sfilare in rappresentanza del Friuli Venezia Giulia. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo metterci in rete, acquistando, per esempio, tecnologia friulana e non quella spagnola, come sta accadendo ora grazie a un’attenta strategia economica di quel Paese europeo”.

Il Friuli avrà in ottobre una prova d’appello per dimostrare la propria capacità di sfruttare in termini economici la propria diaspora. Infatti, tra pochi mesi si terrà a Villa Manin la seconda conferenza degli imprenditori italiani nel mondo, organizzata dal Ministero del Lavoro con il coinvolgimento della stessa Regione. Saranno presenti oltre un centinaio di top manager, di cui una ventina di origine friulana, con i quali tessere progetti per nuovi business.