Friuli: un ddl sulla valorizzazione delle strutture alpine della Regione illustrato nella sede del CAI

 

La sicurezza nella pratica dell’escursionismo sportivo e turistico e la messa a sistema di attività svolte oggi separatamente dalle istituzioni pubbliche e dagli amanti della montagna sono i primi obiettivi del ddl sulla valorizzazione delle strutture alpine del Friuli Venezia Giulia. Approvato dalla Giunta e quindi pronto per un iter consigliare che il presidente regionale del CAI, Antonio Zambon, ha auspicato sia “liscio e veloce salvo eventuali migliorie”, il disegno di legge è stato illustrato a Trieste, nella sede della Sezione del Cai XXX Ottobre, dall’assessore regionale alle attività produttive Federica Seganti dopo l’illustrazione, da parte del presidente dell’associazione, Giorgio Godina, delle attività in programma per il 2012.
“Si tratta di una legge che ha valenza prevalentemente turistica – ha confermato l’assessore – ma tiene comunque conto di molteplici aspetti e punta ad incrementare la conoscenza dell’ambiente montano anche dal punto di vista culturale e sportivo”.
In regione esistono infatti 30 bivacchi, 18 rifugi, una settantina di sentieri attrezzati e ferrate, oltre a 5.600 chilometri di sentieri alpini che rappresentano un patrimonio caro ai 18.500 iscritti al CAI del Friuli Venezia Giulia, ma costituiscono anche un’importante attrazione per gli amanti della montagna che scelgono di fare vacanze attive nella nostra regione.
“In termini turistici, la valorizzazione prevede un Elenco regionale di tutte le strutture alpine e promuove gli interventi e le attività a favore delle medesime attraverso il binomio CAI – Regione, già presente in diverse convenzioni ma mai formalizzato in maniera strutturata”, ha osservato l’assessore.
Un lavoro, quello previsto in prospettiva dal documento, che Federica Seganti ha paragonato all’esperienza già fatta nel 2000 con l’informatizzazione del Catasto Grotte ed altre attività d’identificazione dei diversi ipogei realizzate assieme a volontari esperti dell’argomento.
Oltre all’istituzione dell’Elenco, che sarà curato dal CAI e pubblicato su internet, ed agli interventi di manutenzione, il nuovo strumento normativo disciplina la segnaletica, promuove la realizzazione e l’aggiornamento di una cartografia regionale delle strutture alpine e regola i rapporti con il Club alpino italiano in regione, riconoscendone il ruolo fondamentale in più settori.
Al CAI del Friuli Venezia Giulia competerà infatti la realizzazione, la manutenzione e la gestione di rifugi alpini e bivacchi d’alta quota di sua proprietà e delle singole sezioni, oltre al tracciamento, alla realizzazione ed alla manutenzione di sentieri, opere alpine ed attrezzature alpinistiche.
Il Ddl prevede anche l’istituzione di un Comitato (composto dall’assessore regionale al Turismo, da un rappresentante del CAI e dai rappresentanti del Comuni montani, del Corpo Forestale di Stato e regionale e degli Enti parco.
Il programma per l’individuazione dei lavori di manutenzione ordinaria sarà approvato annualmente dalla Giunta regionale in base alle disponibilità finanziarie e potranno presentare domanda di contributo per la sua attuazione il CAI-FVG, gli Enti locali ed i privati gestori delle strutture alpine.