GdF e Agenzia delle Entrate: perchè solo in Carnia?

Dal MV di oggi

Controlli della Finanza a esercenti e negozianti nel bel mezzo della notte bianca della Carnia, la vigilia della tappa del Giro d’Italia che è arrivata sullo Zoncolan. Un panificio di Treppo Carnico chiuso per giorni perchè alcuni sacchetti di pane destinati agli anziani con il servizio a domicilio erano privi dello scontrino. Un’aggressione verbale ad alcuni militari delle Fiamme Gialle durante un controllo in un bar. Sono solo gli ultimi episodi che fanno capire come la tensione tra commercianti e artigiani e Guardia di Finanza sia alta in Carnia. A farsi portavoce del malcontento è stata la Lega Nord della Carnia che ha parlato di «nota stonata dei controlli, quasi capillari, nel clou della festa e davanti a migliaia di persone, con multe e verbali di contravvenzione a volte solo per la presunta mancata emissione di qualche scontrino fiscale».<br />
Adesso, sul tema, interviene anche la Cna, la confederazione dell’artigianato. «L’incresciosa aggressione ai finanzieri, avvenuta la settimana scorsa presso un bar di Ovaro, è ingiustificabile – inizia il presidente Delio Strazzaboschi -. Contemporaneamente, essa ci segnala uno stato di disagio diffuso ormai anche presso la popolazione e non solo fra gli operatori economici. Diciamolo senza tanti giri di parole: “non se ne può più”. La gente è esasperata. Perché l’Agenzia delle Entrate controlla perfino i 730 dei lavoratori dipendenti della Carnia? Cosa spera di trovarci? Come dovrebbe essere universalmente noto, l’unica cosa che si può sottrarre a un lavoratore, è a monte della sua dichiarazione dei redditi, non a valle». Molti gli esempi portati dalla Cna a spiegazione dello stato di disagio che le categorie economiche registrerebbero in montagna. «Perché nell’aprile scorso, il piccolo panificio di Treppo Carnico è rimasto chiuso per tre giorni, con sigilli alle porte? Certamente lo sappiamo: perché in tre sacchetti di pane, portati gentilmente al domicilio di qualche anziano, non c’erano gli scontrini fiscali; ne sono derivati non un verbale, bensì tre e la conseguente chiusura, nonché il probabile inserimento in qualche elenco riservato, per il quale quei "delinquenti" dei servizi di prossimità in montagna saranno tenuti d’occhio a vita. Perché – prosegue Strazzaboschi – , durante la "notte bianca", la sera precedente la tappa ciclistica dello Zoncolan, almeno 40 finanzieri perlustravano i nostri paesi, e in particolare Ovaro, ove elevavano almeno tre verbali per mancata emissioni di scontrini?».
Lo stesso copione si sarebbe ripetuto il giorno della gara presso uno dei rifugi sullo Zoncolan stesso, ma stavolta ad opera dei funzionari dell’Agenzia delle Entrate di Tolmezzo: verbale per mancata emissione di scontrino fiscale per 4,50 euro, sanzione per 150 euro, e conseguenze relative. «Attività del tutto legittime, certamente, ma proprio in quell’occasione? Eppure, Guardia di finanza e Agenzia delle Entrate, non possono non sapere che i nostri artigiani e commercianti non risultano "congrui e normali" proprio a causa della ristrettezza del mercato montano, per cui si riscontrano ricavi bassi, scorte che rimangono in magazzino troppo a lungo, macchine e attrezzature poco redditizie perfino rispetto agli ammortamenti e scarso valore aggiunto per addetto, ove presenti».
«La Carnia non è la Locride e noi non siamo delinquenti , ma nessuno lo è fino a prova contraria, in uno Stato di diritto. Dovremmo accettare passivamente di vivere in una specie di stato di polizia? Spiacenti – è il commento finale di Strazzaboschi – ciò non fa parte del nostro carattere, né della nostra storia».