Gemona: torna il gruppo Cicogna, non declassate l’ospedale

di Giusy Gubiani.

Il gruppo Cicogna si oppone con forza ai continui tentativi di declassamento dell’ospedale San Michele, giunti all’apice con la discontinuità dell’urgenza chirurgica del progetto di week surgery, proposto dalla direzione sanitaria dell’Ass 3. Per cui è indispensabile, al più presto, un incontro con il sindaco Paolo Urbani «per affrontare il direttore generale Colle». Infatti – secondo la Cicogna -, i servizi d’origine del nosocomio gemonese vanno ripristinati e potenziati, mentre la linea attuata dalla direzione aziendale non dimostra una volontà atta a valorizzarlo, né tanto meno a implementarne i servizi. Così, lo storico comitato a difesa del San Michele, dopo un periodo di voluto silenzio, torna alla carica. «Pensavamo che dopo la riforma sanitaria di Tondo, che riconosceva il San Michele come un ospedale a tutti gli effetti, ci fosse, da parte del direttore generale, una seria considerazione per incrementarne l’attività, vista anche la chiara posizione assunta dalla conferenza dei sindaci». «Invece no», osserva amaramente. Prima di tutto: «rimane inconcepibile una chirurgia d’urgenza senza la continuità funzionale del reparto e non convincono le motivazioni apportate da Colle. Se è vero, come ha riportato quest’ultimo, che la stessa legge Fasola non è stata abrogata ed è tuttora valida, è altrettanto vero che la stessa stabilisce che il servizio della chirurgia non va modificato». Inoltre, «non accettiamo che di sua iniziativa, sia pure sulla base di una circolare della Direzione regionale, il direttore modifichi quello che è stato stabilito nella conferenza dei sindaci e lo faccia sempre a scapito dell’ospedale di Gemona, come dimostrano altre sue decisioni». Sarebbero da ascrivere proprio al direttore generale, infatti, l’iniziativa di inviare a Tolmezzo il personale medico e infermieristico della chirurgia gemonese e la diminuzione delle risorse necessarie per il funzionamento del servizio, impedendo la nascita di una vera collaborazione tra i due presidi. Non solo, «la giustificazione che per il periodo natalizio non ci sono stati né interventi né ricoveri non regge, dal momento che i pazienti bisognosi di intervento chirurgico sono stati dirottati a Tolmezzo». Insomma, in linea con il passato: il ripristino di un day hospital oncologico ridotto dopo la sua chiusura temporanea; il rinvio dei lavori per la nuova dialisi; il day hospital ginecologico ogni 15 giorni. La volontà, infine, di non incrementare le ore di attività ambulatoriale nella cittadina pedemontana, che determina una lista di attesa più vantaggiosa a Tolmezzo e i conseguenti maggiori accessi in questa sede. Infine, il comitato si chiede quanto costino i rimborsi al Veneto, per tutte le risonanze magnetiche che i friulani sono costretti a fare oltre regione, per i tempi di attesa più accettabili.