Gemona: tuteliamo il friulano è antidoto alla globalizzazione, parola di Sergio Zavoli

di Piero Cargnelutti

Io sono per la difesa di tutte le forme autoctone che abbiano dignità culturale e storica. Nella propria memoria c’è la propria cultura e lo stimolo per la ripresa. Se non si difendono le forme autoctone si perde tutto nell’indifferenza, in una globalizzazione che diventa una finzione». Proprio mentre il friulano viene declassato dalla spending review sono state queste, ieri, le significative parole di Sergio Zavoli, presidente della Commissione di Vigilanza della Rai in visita alla cinquantesima edizione del Laboratorio Internazionale della Comunicazione. Gemona e il Friuli sono entrati nel discorso saggio di Zavoli, una vita nel giornalismo italiano tra alti impegni istituzionali, con alle spalle infinite pubblicazioni ma anche numerosi riconoscimenti: «Gemona – ha detto Zavoli – fu la cittadina più distrutta da un terremoto in Italia, eppure quella che ci mise meno tempo a risorgere rispetto ad altri luoghi come ad esempio la Sicilia dove tuttora vivono nelle roulotte e nei prefabbricati. Rispetto a certe zone del sud Italia, Gemona è una New York, un luogo del privilegio, ma un privilegio che non è stato ereditato bensì frutto del lavoro, di una disciplina, di un darsi delle regole». Così, l’89enne Zavoli, per portare la sua esperienza e il suo sapere a quei tanti studenti provenienti dalle più disparate parti del mondo, ha scelto proprio la storia e la cultura del luogo che ieri lo ospitava calorosamente per dare loro il suo benvenuto, rimarcando con la sua saggezza un pensiero orientato ad unire nonostante una storia repubblicana (ripercorsa puntualmente dal senatore Zavoli), fatta di tante lacerazioni e divisioni: «Il Friuli è un esempio di massima disponibilità, soprattutto nel mettere il lavoro prima di ogni altra cosa», ha detto chiedendosi come mai «non si sia riusciti a portare tutto questo là dove le motivazioni non sono così forti». Chiaro ed efficace di fronte agli occhi curiosi e attenti degli studenti del Lab, Zavoli ha inserito il suo messaggio nel contesto di «un sud che ha vissuto grazie alla sovvenzioni di stato, un fatto che ha prodotto insofferenza verso l’impegno sociale e lo stato», ma fermo nella convinzione intellettuale che una sana «coscienza nazionale e un insieme di regioni con un forte orgoglio collettivo sono strumento di sviluppo, perché certe differenze creano un senso di instabilità». Allora Gemona è ancora un segnale positivo sepolto nella sabbia prodotta dal caos e dalla tempesta odierna, di un Occidente che sognava di produrre e di rappresentare il “benessere”. Gemona è un segnale per Zavoli soprattutto in questi giorni e con tutti i suoi giovani ospiti stranieri: «Significa che vale ancora la pena – ha detto – venire in Italia, nelle case delle famiglie di Gemona, per capire magari cosa c’è di segreto nella vita di una delle nostre piccole comunità. Lo sappiamo bene che se un giorno perdessimo la vostra stima, perderemo noi stessi la possibilità di risorgere». L’ “Officina Italia” del Lab2012 continua oggi alle 12 sempre presso la Casa dello studente con Luca Bottura, giornalista, autore e conduttore, curatore della rubrica satirica “Makaroni” per il “Corriere della Sera”, autore di libri, trasmissioni radiofoniche, e attivo anche nel teatro in qualità di co-autore in numerosi spettacoli tra cui “Fenomeni”, “Italialand” di Maurizio Crozza, “G’day” di Geppy Cucciari e “Glob” di Enrico Bertolino. Ai ragazzi del Lab2012, Bottura parlerà di satira nell’Italia in crisi.