Gerla simbolo della Carnia: scoppia la polemica


Riporto l’intervento di Igino Piutti pubblicato su di un gruppo di Facebook chiamato "La Carnia in una Gerla", in totale disaccordo sull’opportunità di usare e di  collocare questo simbolo all’uscita dell’A23. Personalmente credo che sia giusto evitare far  spendere 500.000 euro  al Cosint per un monumento (ammesso che la cifra sia reale); però credo anche che "la Gerla" rappresenti appieno  la Carnia e che non ci sia nulla di cui vergognarsi, anzi. Mi sarebbe piaciuto che Piutti si fosse indignato allo stesso modo, quando nella zona industriale sud di Tolmezzo è stato collocato un aereo "caccia da combattimento" (quello si è un simbolo da cui molti Tolmezzini non si sentono rappresentati). Nel continua a leggere il testo di Piutti.

Ai più in Carnia sarà sfuggita la notizia che finalmente avremo anche noi il monumento al popolo carnico. Finora uscendo dall’autostrada ad Amaro ci si chiedeva se qualcuno, per stare al passo con la manìa delle piazzole, aveva in animo di entrare nel guinness dei primati con la piazzola più grande del mondo. Ora invece sappiamo che la dimensione è commisurata all’importanza del monumento che vi si vuole costruire al suo interno.
Sembrerebbe infatti che il Consiglio d’amministrazione del Consorzio industriale abbia già approvato una spesa di oltre 500.000 euro per un monumento costituito da una enorme gerla. A questo punto, credo che non ci siano dubbi sulla possibilità per la Carnia di entrare nel guinness dei primati con il monumento più kitsch del mondo. Si parla di una gerla di 25 metri (più o meno quindi alta come l’ospedale di Tolmezzo!) con l’intelaiatura in legno lamellare e le doghe trasversali, che di solito sono fatte con strisce di nocciolo, realizzate con strisce di alluminio (sic!).
Mi auguro di aver capito male e di essere immediatamente smentito… Ma con i tempi che corrono veramente non troviamo un modo migliore per impiegare 500.000 euro (un miliardo delle vecchie lire!) di denaro pubblico? E Pantalone paga! si commenterebbe in una popolare trasmissione televisiva…
Ma poi al di là del costo, della dimensione, dei materiali usati, mi si può spiegare il senso d’un monumento alla gerla?… Quando un popolo finisce per sentirsi rappresentato da un oggetto, vuol dire che è veramente alla fine!.. I monumenti alla donna carnica con la gerla, o al cramàr con la cràme, al “menàu” col “sapìn”, possono avere un senso, ma il “sapìn”, la “crame” e il “gèi” senza le persone sono oggetti da museo, non monumenti. La gerla ha un senso come simbolo del sito donneincarnia, ma, a mio modesto avviso, perde ogni senso come monumento.
La funzione della gerla per l’uomo è quella del basto per il mulo: uno strumento per rendere più agevole il trasporto. Ma se ci sono tanti monumenti al mulo con il basto, non mi risulta ci siano monumenti al basto senza mulo. Intendentibus pauca… Per convincermi che ho torto mi si porterà a paragone la grande sedia di Manzano. Ma quella è il simbolo di un prodotto che testimonia l’intelligenza di un distretto che ha saputo imporsi a livello mondiale con quel prodotto. La gerla è stata soltanto un intelligente strumento di autoconsumo, realizzato nei tempi morti dell’inverno dagli uomini, per facilitare il lavoro delle “donne portatrici”. Ed infine (particolare non trascurabile!) la Carnia non può essere rappresentata con una gerla, perchè la gerla non è attrezzo tipico della Carnia, ma, per quanto ne so, con qualche variante, la gerla è attrezzo in uso in tutto l’arco alpino, a partire dal Piemonte, e credo lo sia in tutti i territori montani del mondo.
E comunque, anche se le mie critiche fossero fuori luogo, come può pensare il Consiglio di un Consorzio industriale di essere all’altezza, sotto il profilo culturale, per decidere sul monumento che segnerà d’ora in poi la “porta della Carnia”? Come può pensare sia sua competenza? E i consigli comunali della Carnia e in primo luogo quello di Tolmezzo, non hanno nulla da obiettare?
Se proprio si vuol fare questo monumento, non sarebbe più corretto indire un concorso di idee?… Coinvolgendo anche le scuole, chissà che da qualche ragazzo di prima elementare non possa arrivare qualche idea più intelligente!…
Sempre secondo il mio modesto parere, il fatto può essere considerato emblematico di quella che veniva definito il “pericolo della chiusura culturale”, quando ci si opponeva alla Provincia della Carnia. Mala tempora currunt!… Visto che abbiamo voluto restare uniti alla Provincia di Udine, e che la Provincia è un socio di rilievo del Consorzio, mi auguro sia la Provincia a salvarci, per evitare un così evidente spreco di denaro pubblico, e per evitare soprattutto che gli eredi del popolo dei Carni, assumano in futuro il soprannome di “popolo nella gerla”.

6 Risposte a “Gerla simbolo della Carnia: scoppia la polemica”

  1. Lettera al MV del 21/01/2009

    Lessi sul suo quotidiano un po’ di tempo fa l’articolo relativo alla “gerla” che il Consorzio industriale di Tolmezzo programmava di costruire all’uscita del casello autostradale di Amaro. Oggi, leggendo la lettera inviata da Igino Piutti, che condivido al 100%, capisco che in questo consorzio vi è una partecipazione azionaria non solo privata ma anche di enti pubblici. Infatti avrei voluto vedere quale industriale carnico si permetterebbe di sborsare oggi di tasca sua 500.000 euro, in tempi di crisi come quelli che stiamo attraversando, per attuare una simile iniziativa.

    Se invece come al solito paga “pantalone” allora sì che siamo autorizzati a sperperarli. Vorrei far presente a tutti i lettori, non solo ai carnici ma anche a quelli che abitano in Friuli o a Trieste, che anche loro sono “pantaloni” e pagheranno per la “gerla”.

    Personalmente avrei preferito che, se proprio volevano fare un qualcosa per rappresentare la Carnia, si fosse indetto un concorso per un bozzetto, non solo a livello locale, ma allargato a tutti, nessuno escluso (privati cittadini, studi pubblicitari, istituti scolastici eccetera) cercando di coinvolgere quante più persone possibili.

    Dovrebbero essere poi i carnici, magari tramite anche il giornale, a votare per il bozzetto che vorrebbero venisse realizzato per rappresentare la loro “Carnia”.

    Personalmente al posto della gerla vedrei un monumento alla donna carnica: tre figure femminili, una anziana (magari anche con la gerla) a ricordo delle portatrici carniche e di tutte quelle donne che vedevano i loro mariti emigrare e si dovevano sobbarcare tutti i lavori di casa, dei campi e come si suol dire tirar su i figli; vicino a questa, la donna d’oggi, di età media, moderna e disinibita, che lascio a voi come immaginarla, che tiene per mano una bambina protesa in avanti.

    Passato, presente e futuro!

    Forse il popolo dei carnici, stanco delle continue vessazioni subite in tutti i campi, non si cura molto di questo argomento, tanto come al solito faranno quello che vorranno. È per questo che sarebbe interessante conoscere dall’attuale rettore dell’ateneo friulano cosa ne pensa del fatto di essere, “come carnica”, rappresentata da una “gerla”! Personalmente, e mi auguro che la maggior parte dei carnici la pensi come me, più che riduttivo, lo riterrei dispregiativo.

    Mi auguro di poter leggere altre lettere di carnici sul giornale relative all’argomento.

  2. Aggiornamento del 25/01/2009

    Vorrei rispondere al signor Gino Gaier in relazione alla sua lettera del 21 gennaio con argomento “monumento alla gerla”. Sono d’accordo con lui per quanto riguarda la spesa; oltre che dal Consorzio industriale dovrebbe essere richiesto anche denaro pubblico, che è anche nostro, ma visto il momento attuale di crisi in cui deve vivere ogni giorno la famiglia (aumento del costo della vita, cassa integrazione, licenziamenti eccetera) che ha indebolito notevolmente il bilancio familiare in particolare quello degli operai, bisognerebbe pensarci un attimo. Sono d’accordo anche di coinvolgere la popolazione per un’idea e per studiare come si dovrà realizzare il monumento, che dovrebbe avere come oggetto il “gei”. Cambiare soggetto direi di no, in quanto Tolmezzo ha già dedicato un monumento alla donna carnica che è veramente suggestivo.

    Per quanto riguarda la gerla che in Friuli viene chiamata “cosse”, ma in Carnia il suo nome è “gei”, personalmente, anche se scrivo in italiano, parlando di questo oggetto lo chiamerei esclusivamente “gei”, in quanto è il simbolo della Carnia, come conferma in una struggente poesie Leonardo Zannier «il gei al è il simbul da Ciargna e da sô fortuna». Sono pienamente d’accordo con lui. Il “gei” è stato per lungo tempo l’unico mezzo di trasporto delle famiglie carniche, più precisamente delle donne carniche, oltre che per i lavori della campagna e della stalla, serviva anche alle più intraprendenti a girare lungo strade del Friuli cariche dei prodotti di legno realizzati durante le serate invernali, che con le loro declamazioni: «Cijazzus, fusus, cjoleso nie parone?» come descrive bene il poeta Nino Rodaro nella sua poesia “Carnia”, reclamizzavano i loro prodotti e non possiamo dimenticare le portatrici carniche di cui sono orgoglioso di essere figlio.

    Dunque veramente il “gei”è il simbolo della Carnia e un monumento che lo riporti all’attenzione di tutti è un’ottima idea, quindi la nuova opera dovrà essere qualcosa che faccia ricordare la Carnia ai frettolosi passanti all’uscita del casello autostradale; può essere di buon impatto un oggetto che faccia subito pensare alla tradizione carnica. La sua realizzazione dovrebbe essere fatta in legno trattato con i prodotti che oggi sono a disposizione, in modo che abbia una lunga durata e con minima spesa di manutenzione o in plastica, ma che abbia le caratteristiche colorazioni del legno, quindi con minima manutenzione (simpri cu la carateristiche dai cjargnei «di tignî cont e spindî mancul ca si po»).

    Bepi Agostinis

    Udine

  3. con circa il doppio, o il triplo del costo della gerla si potrebbe creare una rete in hiperlan per tutta-si, tutta- la carnia.quindi, ennesimo e triste dimostrazione del declino irreversibile della regione.il “fasin de besoj”è il segno finale di come non si capisce quel che è l’oggi.

  4. con il doppio o il triplo del costo della gerla si potrebbe creare una rete in hiperlan per tutta la carnia.quindi, ennesima dimostrazione del declino della politica regionale.non avremo scampo continuando a ragionare in questo modo.

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