Gorizia: tre punti “compro oro” aperti in un mese

di Christian Seu

Eredi dell'antico Monte di pietà francescano, dilagano anche a Gorizia le attività che acquistano oro e preziosi da soggetti privati in cambio di denaro contante. Soltanto nell'ultimo mese, nel capoluogo isontino sono stati inaugurati tre punti "compro oro", che vanno ad aggiungersi ai sei esercizi già attivi da tempo e alle gioiellerie che normalmente svolgono il servizio. Slogan accattivanti e promesse di supervalutazione dell'usato campeggiano su manifesti pubblicitari disseminati ai quattro angoli della città. Errato parlare di cliente: i "compro oro" non sono negozi, neppure a livello legislativo. Per aprire un punto di compravendita dei preziosi, è sufficiente una denuncia alla Questura.  In provincia sono una trentina gli esercizi, in larga parte appartenenti a catene nazionali di franchising: troppo facile mettere in relazione il moltiplicarsi delle aperture con la crisi economica generalizzata. «Il nesso è evidente – conferma il titolare di un "compro oro" -: chi fatica a far fronte alle spese quotidiane sacrifica il superfluo, a costo di cancellare un ricordo». Trasversale per età l'utenza: «Sono soprattutto persone tra i 40 e i 60, ma non mancano i più giovani», conferma il gestore. Quanto è valutato un grammo d'oro? La valutazione di rado supera quella del prezzo di mercato, fermo ieri a 33 euro e 84 centesimi: ci sono esercizi che arrivano a 37 euro, altri che puntano con decisione al ribasso. Catenine, braccialetti, gioielli, monili d'oro, ma anche di platino e d'argento: alcune attività ritirano monete, targhe e perfino otturazioni dentali. La legge impone agli esercenti l'identificazione dell'utente e il rilascio della matrice di registrazione: misure che, secondo i critici, non sarebbero sufficienti ad evitare casi di riciclaggio e ricettazione, anche perché dopo appena 10 giorni, entro i quali il venditore può tornare sui propri passi, l'oggetto può essere rivenduto o fuso.