Grado: addio alle terme marine, un albergo di lusso al posto dell’edificio progettato da Avon


di Oscar d’Agostino 

Un paese che ignora il proprio passato non ha un futuro. Viene proprio da pensare a Indro Montanelli (che non si riferiva, però, all’architettura italiana ma al carattere del nostro popolo) quando si ascolta il grido d’allarme che giunge dal mondo culturale friulano: a Grado due importanti edifici, testimonianze dell’architettura del 900 in Friuli, sono infatti a rischio: di manomissione per il Palazzo dei congressi e, addirittura, di demolizione per le Terme marine. La Regione ha infatti ha approvato un financial project per l’ampliamento del polo termale. Il progetto prevede la realizzazione di un grande albergo con parcheggio sotterraneo, che comporterebbe la demolizione del complesso delle Terme marine realizzato nel 1974 dall’architetto friulano Gianni Avon, scomparso nel 2006, (che contiene un pavimento musivo di Giuseppe Zigaina) e il “ridimensionamento” del Palazzo dei congressi di Marco Zanuso e dello stesso Avon (1980).  Due importanti esempi di architettura moderna: non a caso assieme allo Zipser di Marcello D’Olivo, questi due edifici sono i soli esempi gradesi a essere inseriti nelle guide del Novecento. Ma perché Grado vuole “cancellare” un pezzo di storia? L'idea di fondo della Regione è quella di realizzare un unico complesso termale-alberghiero e congressuale. Secondo lo studio di fattibilità, pilastro fondamentale del piano è la realizzazione di un albergo da 160 camere, con accesso diretto alla spiaggia, attrezzato con attività di fitness e di benessere, come i complessi nella vicina Croazia. L’area su cui dovrebbe sorgere il nuovo edificio è retrostante alle terme, che andrebbero quindi demolite per liberare la “vista mare”. Poco importa che si tratti di un’opera di cui la rivista “Architettura”, diretta da Bruno Zevi, nel 1975 scrisse: “Il complesso non interrompe l'andamento della spiaggia, con un volume unico e bloccato, ma ottiene un volume frazionato da effetti di chiaro-scuro soprattutto evidenti a chi guardi l'edificio dal mare”. Business is business. Ma si può cancellare un esempio di architettura moderna? In Italia, purtroppo, sì. Non viene infatti considerato storico, e quindi da tutelare, un edificio che non abbia varcato la soglia dei 50 anni. Interpellata dall'Ufficio di piano, la Soprintendenza regionale ai beni architettonici ha però auspicato il mantenimento del mosaico. Tutto perduto, dunque? Niente affatto. Negli ultimi due mesi, grazie soprattutto all’opera dei figli di Gianni Avon, Giulio ed Elena (a loro volta architetti), il mondo culturale friulano si è mosso con continue prese di posizione e interventi a favore del mantenimento dell’edificio: associazioni, ordini, enti e università hanno chiesto a gran voce lo stop al progetto. Nel maggio scorso il “caso Grado” è approdato anche in un importante convegno a Milano. La stessa Soprintendenza si è mossa: dopo un sopralluogo, il direttore regionale Giangiacomo Martines ha voluto sottoporre la questione a un comitato consultivo del Ministero, presieduto da Paolo Portoghesi, che così si è espresso: “un’opera che si ritiene debba essere salvaguardata e la cui perdita costituirebbe unn grave danno soprattutto per la comunità locale per la quale costituisce un importante testimonianza di architettura moderna”. Un parere importante sulle terme, del quale si è dovuto tener conto. Nelle bando di gara è stati infatti previsto un punteggio premio a chi ne prevede “la conservazione”. Basterà ciò a salvare l’opera di Avon? «Se la Soprintendenza vincolasse l’edificio, così come auspichiamo – spiega Giulio Avon – il problema si risolverebbe da solo, si porrebbe infatti soltanto la questione del riutilizzo». Intanto la battaglia continua.


Una risposta a “Grado: addio alle terme marine, un albergo di lusso al posto dell’edificio progettato da Avon”

  1. aggiornamento del 19/07/2011

    Approda in Parlamento la vicenda legata al “rischio demolizione” per l’edificio che ospita le Terme marine di Grado, realizzato dall’architetto friulano Gianni Avon alla metà degli Anni settanta e ora interessato da un progetto di rifacimento del fronte mare. Il parlamentare friulano Ivano Strizzolo (Pd) ha infatti presentato un’interrogazione al Ministro dei beni e attività culturali Giancarlo Galan per chiedere di assicurare “adeguata e doverosa tutela alle opere presenti nella realtà urbana della città di Grado”. «Chiederò anche un incontro con il ministro già la prossima settimana» afferma il deputato friulano, che porta dunque alla ribalta nazionale la vicenda che ha visto in regione già numerose prese di posizione contro la possibile demolizione. «Recentemente la Regione Friuli Venezia Giulia ha approvato un financial project per l'ampliamento del polo termale della città di Grado – ricorda Strizzolo nell’interrogazione – che prevede la realizzazione di un grande albergo con parcheggio sotterraneo che comporterebbe la demolizione del complesso (contenente un pavimento musivo dell'artista Giuseppe Zigaina) delle Terme Marine, realizzato nel 1974 dall'architetto friulano Gianni Avon, scomparso nel 2006 e il ridimensionamento del palazzo dei Congressi di Marco Zanuso e dello stesso Avon». Nel documento, il parlamentare friulano evidenzia al ministro Galan la reazione delle categorie professionali e del mondi culturale friulano: «Per iniziativa di istituzioni e circoli culturali friulani e dei figli di Gianni Avon, ma anche recentemente di Italia Nostra, del Fai della Fondazione Portaluppi di Milano, della Galleria d'Arte Moderna di Udine, dell'Archivio Progetti di Venezia, delle istituzioni universitarie di Udine, Trieste, dello Iuav di Venezia, delle Università La Sapienza di Roma, di Harvard e Losanna sono state rappresentate in più sedi le rimostranze e la netta contrarietà a un progetto che – tra l'altro – prevede un aumento di cubatura dagli attuali 100 mila metri a 230 mila metri». Strizzolo evidenzia inoltre che nel piano «non vi sarebbero adeguati vincoli di tutela di opere che, seppure non antiche di più di 50 anni, rappresentano ormai in termini significativi l’identità del tessuto urbano, storico, sociale e culturale della città di Grado; l’attuale offerta alberghiero-ricettiva di Grado risulterebbe ampiamente sufficiente a corrispondere alla domanda turistica della località in cui sono previsti già altri importanti interventi immobiliari. In analoghe esperienze di progettati interventi urbanistici, quali l’ex colonia dell’Enel di Riccione e l'area Forte Marghera a Venezia – conclude l’interrogazione – si sono seguiti modelli e percorsi che hanno consentito la tutela di manufatti di pregio storico-architettonico».

I commenti sono chiusi.