Irreality, la realtà è un’altra cosa

Va bene, parliamone; i reality non mi piacciono perchè di reale non hanno proprio nulla. Sono solo delle finzioni o situazione provocate per fare televisione a basso costo. Comunque benvenuti nel cuore dell’irreality show. Questo si intitola La pupa e il secchione, è il programma-evento di Italia 1, una trasmissione fluviale che dalla prima serata si prolunga nella notte. Per chi crede che la televisione sia pianificata dal primo all’ultimo minuto, lo show dovrebbe essere la risposta alla crisi dei reality classici e nuovi, come L’isola dei famosi o Wild West.
In realtà il programma ha tutto l’aspetto di una tipica occupazione di spazi televisivi a costo relativamente basso, a cominciare dai due conduttori, Enrico Papi e Federica Panicucci, semi-star della televisione popolare con inclinazione verso il trash. Solo che ha avuto successo, è diventato uno stracult, se ne parla. Fascia bassa dell’intrattenimento, ma contiene una paio di trovate: in primo luogo la formula stessa del programma, con ogni coppia in gara composta da una bonazza e da un imbranato: lei bellona e ignorante, più ignorante del consentito, più incolta del possibile, più disinformata del ragionevole; lui fisicamente ipodotato e intellettualmente al top, negato per qualsiasi attività fisica, rassegnato e quindi comprensivo di fronte alla serena impresentabilità culturale della partner. Ovviamente di fronte alle sparate ignoranti (nel senso che ignorano proprio) delle pupe, tutti a casa ci sentiamo meglio e il giochetto è questo: passare il tempo a sputtanare la non cultura altrui.

Però questa non è la rappresentazione di una generazione: questo non rappresenta i ragazzi del 2006. Non ci sono solo pupe o solo secchioni; i ragazzi di oggi sono altro e sicuramente diversi (non dico migliori) da quello che ci viene proposto per avere Audience a basso costo e con pochi contenuti.