Moggio: in cassa integrazione straordinaria i dipendenti della Ermolli

La notizia è di oggi, ma la cassa integrazione è già operativa perchè l’accordo risale a qualche tempo fà. In pratica, in quasi ogni famiglia di Moggio c’è un dipendente della cartiera e questa cassa integrazione straordinaria (anticamera del licenziamento) rischia di mettere in ginicchio un intero paese. –br– Chiesta la cassa integrazione guadagni straordinaria per i 177 lavoratori delle Cartiere Ermolli di Moggio Udinese. Da ciclo continuo si passerà a quello discontinuo con tre giorni lavorativi alla settimana. «Giovedì scorso – rende noto il segretario della Cgil-Slc Paolo Morocutti – le organizzazioni sindacali territoriali dell’Alto Friuli, le Rsu e le Cartiere Ermolli spa di Moggio si sono riunite alla direzione centrale del lavoro a Trieste per procedere all’esame congiunto finalizzato alla richiesta di cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs) per un anno e per tutti i 177 lavoratori».<br />
«Le cartiere Ermolli – prosegue Morocutti – sono coinvolte nella crisi del settore italiano della carta e nella negativa congiuntura economica, fattori che hanno determinato una ripercussione sul mercato con conseguente forte calo della domanda. Tale situazione ha comportato un appesantimento dei costi di produzione a fronte di ridotti volumi e prezzi richiesti dal mercato, determinando una crisi economico-finanziaria per la società. A Trieste, nei giorni scorsi, le organizzazioni sindacali e le Rsu hanno chiesto un piano di risanamento destinato a salvaguardare la realtà aziendale e occupazionale. Il piano prevede il riposizionamento dell’azienda sul mercato attraverso un’azione di potenziamento commerciale con l’allargamento della rete di vendita nelle aree del Benelux, Francia, Germania e nei paesi appartenenti all’ex Unione Sovietica. Esso prevede inoltre il rinnovamento del catalogo dei prodotti offerti anche in considerazione delle attuali esigenze della clientela e un programma di riduzione dei consumi energetici volto alla riduzione dei costi unitari di produzione. Non va dimenticato – aggiunge Morocutti – che è già stato esaurito l’anno di cassa integrazione ordinaria e questa nuova richiesta accresce ancor più la preoccupazione sia sul fronte occupazionale che sindacale, ma non solo perché usciamo, a pochi anni dalla chiusura della Cartiera per fallimento, con un’ulteriore penalizzazione che coinvolge l’80% dei lavoratori che saranno sì messi in Cigs, ma saranno tolti dal ciclo continuo per passare a quello discontinuo con un’ulteriore perdita di salario (non 7 giorni su 7, ma 3 giorni lavorativi, 2 di cigs e 2 di riposo)». «Aggiungo anche – prosegue Morocutti – che la natura delle macchine cartarie richiede loro, per abbattere i costi, di produrre sempre a ciclo continuo e non discontinuo (cioè ferme il fine settimana), perché oltre a non produrre, aumentano scarti e costi di produzione a discapito solo dei lavoratori». La tormentata vicenda della Ermolli desta ancora una volta forte preoccupazione in un momento in realtà difficoltoso per l’intero settore cartario, e non solo, dell’Alto Friuli.