Non ci credeRAI

Il nuovo contratto della Rai? «Un grosso arretramento». Peggio, «una mazzata». Parola del presidente della Provincia di Udine, Marzio Strassoldo, che, come fa anche il Comitato 482, che in Friuli Venezia Giulia vigila sull’applicazione della norma di tutela delle lingue regionali, annuncia battaglia senza quartiere «per ottenere dall’emittente pubblica ciò che ci spetta per legge». Con un ricorso al Tar e una calata in massa a Roma. Per i sostenitori delle trasmissioni tv in friulano l’atteso contratto di servizio 2007-2009 fra Rai e ministero è stata una doccia fredda. Nell’articolo 11 del nuovo testo, infatti, non c’è traccia del riferimento alla tabella A che attribuiva alle sedi Rai le attività di tutela per ciascuna minoranza linguistica e neppure della tabella B, che doveva contenere il contenuto minimo di tutela per ogni lingua minoritaria, com’era stato promesso: una novità che alcuni politici del centrosinistra avevano sbandierato con enfasi. Il che, per Strassoldo, avrebbe dovuto tradursi in «un canale dedicato alle trasmissioni in friulano, sul modello alto-atesino» e nell’individuazione di «Udine come sede deputata della programmazione in "marilenghe"». Invece, tutto è finito nel cestino.«Un risultato ancor più negativo di quello ottenuto con il precedente contratto – ricorda Strassoldo – Allora il Governo Berlusconi era stato accusato di scarsa sensibilità per le lingue minoritarie, ma almeno con quel testo venivano precisati alcuni contenuti. Con questo nuovo contratto si è fatto addirittura un passo indietro». Il presidente della Provincia, che si dice «deluso dall’atteggiamento di Petruccioli che da presidente della commissione di vigilanza ci aveva promesso una cosa e, da presidente della Rai ha fatto tutt’altro», annuncia: «O ci sarà una rapida correzione, oppure impugneremo il documento al Tar: dopo Pasqua vedremo chi è legittimato a farlo. Andremo a Roma con una grossa delegazione friulana a far valere le nostre ragioni».