Osoppo: al via i lavori per il recupero del forte, si realizzerà il museo della fortezza

di Piero Cargnelutti

Iniziano questa settimana i lavori sul forte per il recupero dell’ex sagrestia della chiesa di San Pietro, dove si realizzerà il museo della fortezza. Si tratta d’un investimento d’un milione 23 mila euro approvato negli scorsi mesi dalla giunta Bottoni e affidati proprio in queste settimane. Oltre alla sistemazione dei quattro piani che ospiteranno reperti, materiali storici e spazi destinati alla realizzazione di mostre ed eventi culturali, l’intervento comprende anche il completamento degli scavi archeologici in corso nella zona a est della ex sagrestia e pure dell’illuminazione, che comprenderà anche il parcheggio e l’automatizzazione del portone. Relativamente agli esterni, si interverrà anche nella gestione dello smaltimento delle acque meteoriche per proteggere le zone archeologiche emerse nelle numerose campagne realizzate negli anni scorsi: «Per buona parte del grande patrimonio storico osoppano – spiega l’assessore Lucio Feregotto – si punterà anche a cercare di recuperare i pezzi oggi presenti in altri musei come Vienna, Udine, Torino, e Cividale per portarli a Osoppo: è il più grande intervento che facciamo sul forte e ringraziamo del contributo la Regione e il consigliere regionale Giorgio Baiutti». Per la comunità locale il museo è un sogno che si realizza: fu infatti Antonio Faleschini in paese a proporre per primo il “Museo del 1848” sul forte, e per questo nel 1956 fu costruita la Casa del custode dal Genio Civile. Il lavoro di ricerca negli archivi friulani, nazionali e internazionali sarà realizzato dall’architetto Michela Cafazza: «Si tratta di mappe e cartografie – spiega il progettista Pierluigi Grandinetti – che saranno copiate e serviranno per ricostruire il museo aperto e collegato con le strutture presenti sul forte, proprio per aiutare il turista in quel percorso storico che vede la struttura trasformarsi nel corso dei secoli, da Gerolamo Savorgnan, a Napoleone e fino ad arrivare allo stato italiano nel ’900. Si pensi per esempio che all’inizio del secolo scorso sul forte si spesero più di 2 miliardi di lire per realizzare una parte corazzata in calcestruzzo, 4-5 polveriere e batterie di cannoni in seguito portate via per essere utilizzate durante la guerra del ’15-18. Una struttura simile si trova sul monte Festa a Bordano. Dunque, dobbiamo pensare che non sarà un museo tradizionale ma all’aperto, un percorso che permetterà di capire le diverse tecniche militari nel corso dei secoli». In poche parole, si tratterà di un museo che permetterà di studiare l’evoluzione delle diverse tecniche militari nel corso dei secoli.