Pordenone: falso medico di turno al policlinico per un giorno

di MANUELA BOSCHIAN

Trasformarsi da autonoleggiatore a medico? Basta infilarsi un camice bianco e clonare un vero dottore. E’ stato così che il 30enne veronese Matteo Politi, tra le tante che ha combinato, è pure riuscito a svolgere un turno diurno al Pronto soccorso del policlinico “San Giorgio” di Pordenone, dove era stato inviato per conto della cooperativa padovana “Veneta emergenza gestione servizi sanitari” onlus

La carriera dell’incredibile trasformista, che nonostante abbia il diploma di terza media ha esercitato per mesi la professione di medico in strutture pubbliche e private del Nordest, è stata stroncata dai carabinieri della Compagnia di Verona. I quali hanno puntato l’attenzione su Matteo Politi in conseguenza di una denuncia partita dall’Ordine dei medici di Venezia “per assenza di requisiti”.
In sostanza, Matteo Politi si era infilato il camice bianco rubando l’identità di un medico vero, il dottor Luigi Vincenzo Politi, specialista in Cardiologia al Policlinico di Modena, risultato totalmente estraneo ai fatti e, suo malgrado, vittima della situazione. Tra diplomi e documenti fasulli, iscrizioni fraudolente all’Università, specialità mai conseguite, Politi aveva costruito un castello di carte che è crollato dopo aver visto il 30enne esercitare abusivamente la professione in pianta stabile al “Poliambulatorio specialistico Verona srl”, nonché prestare temporaneo servizio ai Pronto soccorso degli ospedali veronesi “Orlandi” di Bussolengo e di Isola della Scala, del nosocomio “Santa Croce” di Moncalieri (Torino), del policlinico “San Giorgio” di Pordenone (un unico turno diurno venerdì 30 luglio), nelle case di cura private bresciane “Villa Gemma” di Gardone Riviera e “Villa Barbaro” di Salò. In queste strutture, Matteo Politi aveva svolto più o meno a lungo (di solito qualche turno), mansioni di medico di guardia, nonchè tutte le cure sanitarie previste dai vari codici d’intervento dei Pronto soccorso.
Il blitz che ha consentito di smascherare il falso medico è scattato a fine luglio, quando, acquisita documentazione sufficiente ad accertare l’assenza di alcuna laurea, due vigilesse della polizia municipale scaligera hanno vestito i panni di clienti interessate ai trattamenti estetici proposti dal “Poliambulatorio specialistico Verona”, dove Politi si spacciava per specialista in medicina estetica. Prenotato un appuntamento dopo alcuni giorni, assieme alle finte clienti sono arrivati pure i carabinieri della Compagnia di Verona, nonché colleghi del Nucleo antisofisticazioni di Padova. Il giovane uomo ha tentato in tutti i modi di sostenere la parte, ed è crollato solo una volta messo di fronte alle inequivocabili prove in mano agli inquirenti. Si pensi che, tra queste, c’è pure un contratto di lavoro che certifica come Politi fino a settembre 2009 abbia lavorato come noleggiatore di autoveicoli alle dipendenze di una società di autonoleggio di Verona, non annoverando ufficialmente nessuna esperienza professionale nel settore sanitario. Si era talmente identificato nei suoi panni di medico che si era iscritto a Facebook mostrando nel suo profilo diverse immagini che lo ritraevano con addosso camice e stetoscopio al collo. Secondo quanto si è potuto appurare, nella sua carriera improvvisata non solo ha prestato le prime cure come medico di Pronto soccorso o di guardia, ma come specialista estetico avrebbe effettuato filler, ovvero iniezioni rivitalizzanti a base di acido ialuronico o botulino. Da dire che nessuno dei pazienti pare aver avuto di che lamentarsi, in quanto nei suoi confronti, almeno al momento, non figurano denunce. Fatto sta che Matteo Politi, deferito all’autorità giudiziaria in stato di libertà, deve ora rispondere di esercizio abusivo di professione sanitaria, sostituzione di persona, falsa attestazione a pubblico ufficiale su propria identità personale, possesso di documento d’identità falso, falsità materiale commessa da privato, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico.
Dal punto di vista medico ed estetico, avrebbe effettuato interventi di pronto soccorso con redazione di relativo verbale, trasporti medicalizzati, suture, prescrizioni mediche, nonchè piercing (anche a minori), iniezioni di botulino, dermal filler, trattamenti per la riduzione della cellulite (lipocavitazione), prescrizione di diete dimagranti.
Dal punto di vista economico, gli sono stati sequestrati tre conti correnti, nonchè accertato che, tra ottobre 2009 e giugno 2010, l’uomo aveva percepito indebitamente dall’Inps di Verona l’indennità di disoccupazione pari a circa 1.000 euro mensili. Inoltre, tra gennaio e maggio 2010 era stato retribuito per aver insegnato in una scuola professionale scaligera, dove era stato però licenziato in tronco in quanto giudicato “incompetente”. In ogni caso, ciò non l’aveva minimamente scoraggiato.