Pordenone Udine: operazioni antidroga con 14 arresti


E’ di 13 arresti e una di una ventina di indagati e di altrettanti perquisizioni il bilancio di una vasta operazione antidroga condotta da oltre 100 agenti della Polizia di Stato , coordinati anche dal Servizio centrale operativo (Sco) di Roma, con l’ausilio di agenti del Reparto di prevenzione crimine di Padova e di cani antidroga, in corso dalle prime ore di stamattina a Pordenone e nelle province limitrofe, tra le quali Treviso. Delle 13 misure di custodia cautelare, ne sono state eseguite 3, una in carcere e le altre due ai domiciliari. Tra i 3 arrestati, anche Ruben Dario Belfanti, di 23 anni, figlio del sindaco di Prata di Pordenone, il leghista Nerio Belfanti. Il giovane era gia’ finito in un’inchiesta della Guardia di finanza di Pordenone nel 2008. L’operazione contro il traffico di droga ha mosso i primi passi sei mesi fa, coordinata dal pm della Procura di Pordenone. Nel corso dell’indagine, sono stati sequestrati vari quantitativi di hashish ed eroina. Nel frattempo un operaio in mobilita’ di 40 anni e’ stato arrestato, a Martignacco, dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Udine, nel corso di una specifica attivita’ antidroga. I poliziotti hanno proceduto alla perquisizione personale e locale nei confronti dell’uomo e della sua convivente, trovando nel borsello dell’uomo 25 grammi di eroina, una sostanza da taglio,15 grammi di cocaina, 30 grammi di marijuana e circa 5.000 euro. L’operazione e’ scattata il 19 settembre, ma e’ stata resa nota solo oggi. Il 40enne era sospettato di spacciare cocaina ed eroina a giovani clienti, che gravitano nei luoghi di aggregazione di Udine. Da quanto emerso dalle indagini, l’uomo, incensurato, si e’ messo a spacciare per sanare la sua grave situazione economica. L’uomo e’ stato rinchiuso nel carcere di Udine e la convivente e’ stata indagata.

Una risposta a “Pordenone Udine: operazioni antidroga con 14 arresti”

  1. Aggiornamento del 23/09/09

    Il lavoro non ce l’aveva più da qualche tempo e l’assegno mensile di mobilità non gli bastava a far quadrare i conti. Sarebbe questa una delle ragioni che avrebbe spinto un operaio di 40 anni di Martignacco a cominciare a dedicarsi allo spaccio della droga. Finendo dritto nel mirino della polizia che, sabato, dopo diversi appostamenti, lo ha arrestato.

    Detenzione di sostanze stupefacenti ai fini dello spaccio l’accusa con la quale Moreno Pagin è stato accompagnato nella casa circondariale di via Spalato. Questa mattina, il Gip si recherà in carcere per l’udienza di convalida. Ad assistere il friulano è l’avvocato Lanfranco Sette, che in questi giorni ha incontrato già diverse volte il proprio cliente e che si è detto fiducioso in un ridimensionamento della vicenda. «La sua è la personalità di un uomo per nulla dedito a traffici criminosi – si è limitato ad affermare il legale –, ma che ha subìto una serie di fattori esterni, dei quali ritengo si dovrà tenere conto, per contestualizzare e comprendere quanto capitatogli».

    Quando gli uomini della Squadra mobile lo hanno avvicinato, nel primo pomeriggio di sabato, a Martignacco, Pagin stava per montare sulla sua moto. Un acquisto recente e diventato in breve il principale mezzo per i suoi spostamenti. Secondo gli inquirenti, anche questa volta l’operaio si stava recando a fare una consegna: dentro il suo borsello, c’era una modesta quantità di cocaina. Poca ma sufficiente a fare proseguire la perquisizione all’interno dell’abitazione di Martignacco, nella quale Pagin vive con una coetanea. Ed è proprio lì che la polizia ha trovato la risposta a ciò che cercava: appoggiati qua e là, c’erano 25 grammi di eroina, 15 di cocaina, 30 di marijuana, in parte indivise e in parte già confezionate in sacchetto, oltre a sostanze da taglio, un bilancino, alcuni conteggi e circa 5 mila euro in mazzette da 500. Quanto basta, insomma, per fare ipotizzare agli agenti un’attività “rodata” e non poco redditizia. Considerata l’entità del denaro trovato in casa e calcolando i possibili ricavi derivanti dalla messa sul mercato della droga rimasta invenduta (e prontamente posta sotto sequestro dalla polizia insieme al resto del materiale), si stima che l’operaio potesse chiudere ogni settimana con un incasso di circa 10 mila euro. Con la stessa ipotesi di reato dello spaccio è stata denunciata anche la convivente, D.M., che all’arrivo della polizia si trovava in casa.

    Tenuto d’occhio dalla Mobile già da un paio di settimane, Pagin era stato notato gravitare in particolare negli ambienti di aggregazione frequentati da diversi giovani assuntori. Sarebbe stato lui uno dei principali pusher della cocaina e dell’eroina consumate dai ragazzi della zona. Bloccato e perquisito, l’uomo si sarebbe giustificato adducendo problemi di natura economica. Non sapendo come fare fronte a un bilancio familiare entrato in crisi dopo la messa in mobilità dal lavoro, avrebbe lasciato intendere di avere trovato nella cessione di sostanze stupefacenti un’entrata in grado di integrare un assegno mensile diventato ormai insufficiente

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