Rigolato: una casa di riposo nell’ex scuola elementare

di Domenico Pecile .

Puntare sull’artigianato? Già provato. Riproporre l’industria? Nessuno è disposto a rischiare. Affidarsi al turismo? L’unico albergo del Comune è stato chiuso un paio di anni fa. Scommettere sul bosco? Troppo tardi e poco remunerativo. Già, che fare in un Comune come Rigolato, 600 anime in tutto con una netta preponderanza degli “anta” per frenare l’esodo dei giovani e tentare di bloccare un’emorragia probabilmente fisiologica? Il sindaco, Fabio D’Andrea, ha imboccato una strada che lui stesso definisce «bizzarra», tanto da fargli dire che è stata «una scelta contro natura». Quale? Puntare decisamente sugli anziani e realizzare una Casa di riposo (una trentina di posti letto per autosufficienti e no) che darebbe lavoro – giura il primo cittadino – a 15-20 persone. Ed è perlomeno singolare che questa Casa di riposo sorgerà all’interno dell’edificio scolastico che fino a due anni fa ha ospitato le elementari, chiuse al pari delle materne, nonostante i “numeri” avrebbero potuto impedirlo. D’Andrea difende così la sua scelta: «Il 65% per cento della forza lavoro del Comune è occupata nel pubblico impiego e nello stato perché tutti sono alla ricerca di un posto sicuro. L’imprenditorialità latita perché qui il rischio d’impresa è gigantesco. I giovani appena possono fuggono. Sì, il quadro è desolante, ma questa è la realtà dei paesi più a Nord. Ma noi non ce ne siamo mai stati con le mani in mano». Racconta, il sindaco, che il Comune negli ultimi 15 anni si è sostituito ai privati per garantire alcuni servizi essenziali come la farmacia, il panificio, la macelleria. Come? «Abbiamo acquistato un fabbricato e poi lo abbiamo dato – chiavi in mano – ai privati perché gestiscano la loro attività. O così, oppure…». «Puntare sui giovani – insiste il sindaco – è illusorio

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