Software Furlan: il miôr dal an!

Forse lo slogan che portavano sulla t-shirt – «If at first you don’t succeed, call it version 1.0», ovvero se non hai successo al primo tentativo consideralo semplicemente la versione 1.0 – è stato in qualche modo premonitore e ha portato bene. O, forse, ha ragione Carlo Iantorno, direttore della Responsabilità sociale e dell’innovazione di Microsoft, quando spiega che la ricetta per avere successo non è solo avere una buona idea, ma «anche e soprattutto sapere insistere». Perseverare, insomma, aiuta. E questa volta lo può dire a gran voce anche Marco Petrucco di Udine, che con le sue cinque partecipazioni consecutive è il veterano della «Imagine Cup», il contest promosso da Microsoft che coinvolge circa 5 mila studenti universitari in Italia e ben 130 mila a livello mondiale. Marco, finalmente, dopo averci provato per quattro anni di seguito, si può fregiare del titolo di campione italiano del «software design» e con lui anche i suoi tre compagni di team Andrea Callegaris, Mauro De Biasio e Denis Roman Fulin che a loro volta sono dei «nonni» della manifestazione, con quattro partecipazioni il primo e tre gli altri due. 

 I giurati hanno decretato che fosse proprio il loro progetto, l’applicazione «Vision – The Environmental Sensibilizer», a rappresentare l’Italia alle finali mondiali della kermesse, che si svolgeranno il prossimo luglio a Parigi. Secondi classificati i torinesi Alessandro Cartura, Simone Santoro e Fabio Ritrovato, che con il loro «Ves»  sono stati fino all’ultimo in predicato per l’accesso alla finale . Terzi i napoletani Fabrizio Lapillo, Alfonso Letizia, Giuseppe La Starza e Roberto Falso, tutti della facoltà di ingegneria informatica dell’università Federico II, che hanno presentato il «DoMus Project», un sistema software per il management automatico degli assorbimenti di energia elettrica negli ambienti domestici.