Tarvisio: troppa neve nei boschi, animali a rischio

Caprioli nella neveLa neve che in questo inizio di stagione invernale è arrivata copiosa sul Tarvisiano, se da una parte sta facendo la fortuna degli operatori turistici, dall’altra sta mettendo in ginocchio la selvaggina. Caprioli, cervi e camosci infatti fanno fatica a muoversi e a raggiungere le aree dove si trova il foraggio, immersi nella neve sino al collo. Come ha spiegato l’ esperto faunista di Tarvisio Paolo Molinari, ogni piccolo movimento nella neve alta causa un elevatissimo dispendio energetico e la sopravvivenza diventa più difficile.
«Se a questi fenomeni naturali tuttavia se ne aggiungono altri, per i quali questi ungulati selvatici sono costretti a spendere ancora più energie – ha aggiunto Molinari – allora il rischio di morire non solo aumenta, ma esce dal decorso naturale. Uno di questi per esempio é la fuga nella neve alta causata da sciatori fuori pista, turisti in giro per il bosco con ciaspole e sci d’alpinismo, persone che fanno correre liberamente i cani e così via. Una corsa nella neve alta insieme allo stress provocato dalla fuga – ha precisato – può costare una settimana e più di riserve di grasso».<br />
Consci della situazione eccezionale, le comunità locali coinvolte nella gestione e nella tutela della fauna selvatica stanno facendo il possibile. Sono già più di 600 i quintali di fieno portati nelle apposite mangiatoie dal personale del Corpo Forestale dello Stato e la Riserva di Caccia di Tarvisio –Malborghetto ha sospeso l’attività venatoria per garantire alla selvaggina la tranquillità necessaria, incrementando le attività di foraggiamento.
Un lavoro che però rischia di essere vanificato dal comportamento di vacanzieri e turisti: «Conservare questo patrimonio costituito dalla fauna selvatica – ha commentato il naturalista tarvisiano – é importante per molte ragioni, ecologiche, biologiche, storiche, culturali, etiche ma anche economiche. Purtroppo però, anche in questi giorni di feste, si sono ripetute scene di cani senza guinzaglio che nella neve alta inseguivano caprioli, addirittura di persone accompagnate da guide naturalistiche che con le ciaspole si recavano presso i centri di foraggiamento arrecando gravissimo disturbo agli animali intenti a rifocillarsi, di sciatori, in particolare snow boarder che scendevano fuori pista facendo fuggire all’impazzata interi branchi di camosci, di altri che con gli sci d’alpinismo inseguivano stambecchi esausti solo per poterli fotografare più da vicino. Facciamo appello – ha concluso Molinari – a tutti quanti si recano in montagna affinchè rispettino gli animali selvatici. Ne va della loro sopravvivenza».