Tolmezzo: la città dei bar con la patente a punti


David Zanirato dal Gazzettino di oggi

Bar e locali pubblici? Nel centro storico di Tolmezzo ce n’è fin troppi (oltre 60). Non si può dire invece la stessa cosa di coloro i quali fanno ristorazione oppure coloro che tengono aperti nei giorni festivi. Capita nel frattempo che c’è ancora chi chiede di poter avere nuove licenze per aprire (ipotizzate tre) e nell’era delle liberalizzazioni nel commercio non si può dire di No, vista poi anche la crisi in corso. Come deve comportarsi allora un’amministrazione comunale? Quella del capoluogo carnico che negli anni scorsi aveva deciso di “bloccare” le aperture in centro storico, ora sceglie di rivedere il tutto scegliendo la strada del “Criterio a punti” e domani in consiglio comunale presenterà, a quasi tre anni di distanza dal “Piano Toffoletto” il nuovo regolamento per il rilascio delle autorizzazioni per gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande.<br />
      «Dopo le novità di settore introdotte dalle normative regionali e nazionali – spiega Aurelia Bubisutti, assessore comunale alle attività economiche – con questo nuovo regolamento, probabilmente precursore in Regione, intendiamo da un lato evitare l’insorgere di iper-concorrenza ed allo stesso tempo non negare la possibilità di nuova imprenditorialità». Due distinte le zone che avranno programmazione separate: centro storico e il resto della città. Qui, dove non esistono criticità, nessun ostacolo, se non il diniego al trasferimento in centro. Per il centro invece pronti 10 requisiti qualitativi da rispettare e 60 punti da conquistare prima di vedersi rilasciata l’autorizzazione.
      «I punti assegnati intendono privilegiare per esempio – anticipa la Bubisutti – coloro che offriranno apertura domenicale e festiva, parcheggi privati, specializzazione esclusiva nella preparazione dei pasti, presenza nel menù di piatti tradizionali, conoscenza di almeno una lingua straniera del titolare o del dipendente, listini prezzi anche in inglese».

2 Risposte a “Tolmezzo: la città dei bar con la patente a punti”

  1. Ottima idea quella della Signora Bubisutti.Approvarla già, è ora di finirla con chi si crede esercente, vendendo solo un qualche bicchiere di vino senza un minimo di conoscenze territoriali, ne eno gastronomiche, per non parlare di una buona educazione.

    Piero

  2. Aggiornamento del 29/10/2009

    Vuoi aprire un nuovo bar o un ristorante in centro a Tolmezzo? Se hai il Kinder menù ottieni più punti: ne devi raggiungere 60 distribuiti su 15 criteri stabiliti dal nuovo regolamento per ottenere il rilascio delle autorizzazioni per gli esercizi che somministrano alimenti e bevande. Così ottieni punti se hai l’apertura domenicale e festiva o parcheggi a 50 metri, piatti tradizionali nel menù, specializzazione esclusiva nella preparazione dei pasti.

    E ancora: conoscenza di almeno una lingua straniera del titolare o del personale, listini prezzi anche in inglese.
    Il Consiglio Comunale di Tolmezzo ha approvato, lunedì scorso, dopo un serrato dibattito, il nuovo regolamento per bar e ristoranti, prevedendo più punti, rispetto a quelli ipotizzati inizialmente, per il criterio a favore dei diversamente abili, su richiesta del sindaco, e introducendo il kinder menù, su richiesta del consigliere comunale Mauro Biscosi che ha sottolineato come si vedano sempre meno famiglie a mangiare fuori con bambini. Non è stata invece stata accolta la sua richiesta di aree ludiche per bambini nei locali. I nuovi criteri riguarderanno solo i nuovi locali e dividono il comune di Tolmezzo in due aree: il centro storico e tutto ciò che non lo è. Nel primo caso è fissata una serie di requisiti qualitativi da rispettare e 60 punti da conquistare prima di vedersi rilasciata l’autorizzazione. I requisiti vanno mantenuti anche in seguito, se no si rischiano sanzioni fino alla chiusura. Chi invece vorrà aprire un locale fuori dal centro storico di Tolmezzo non ha particolari vincoli, tranne che non potrà trasferirsi in centro. «Si vuole puntare così- ha spiegato l’assessore comunale Aurelia Bubisutti – a dare un’offerta di qualità, puntare sui ristoranti. Abbiamo già ricevuto richiesta per due ristoranti e un bar. Abbiamo sentito le associazioni di categoria prima e dopo aver messo mano al regolamento. Da quello che so, siamo i primi in Regione a fare questo tipo di lavoro. Andrà testato sul campo, vedremo cosa accadrà, nulla è immutabile».
    Molti in Consiglio avrebbero voluto estendere, ma non è possibile, le nuove regole anche ai bar e ristoranti già aperti, per evitare nel centro storico la concorrenza sleale tra nuovi e vecchi operatori e che il valore delle già 50 licenze attive lieviti paurosamente.
     

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