Tolmezzo: si avvicina Natale e torna la polemica sulle luminarie

di Tanja Ariis.

Torna anche quest’anno la diatriba sulle luminarie di Natale in città: per l’assessore comunale al commercio, Aurelia Bubisutti, bisognerebbe condizionarle al pagamento da parte di tutti i commercianti della loro quota, che così si ridurrebbe, ma per il sindaco in ogni caso alle luci di Natale non si può rinunciare, anche come segnale contro la crisi. Confcommercio aveva organizzato anche un referendum per capire come i suoi associati avrebbero valutato l’ipotesi di sostituire le tradizionali luminarie lungo le vie del centro con delle facciate illuminate a festa, con costi anche minori. Ma al 60% dei commercianti l’idea non è piaciuta, meglio le luminarie. «Per esse – spiega Bubisutti – il costo è di circa 24 mila euro. Come abbiamo sempre fatto, c’è il contributo di Confcommercio, quello del Comune e poi c’è la quota dei commercianti: 100 euro più iva a testa. Confcommercio ha contattato anche le banche: ci sono quasi solo loro su piazza XX Settembre. Ora stiamo valutando che fare, sicuramente non si riusciranno a coprire tutte le spese. Io ho detto che come Amministrazione comunale ci impegniamo a coprire la parte mancante, purché tutti i commercianti facciano la loro parte, perché sono sempre gli stessi che pagano e sempre gli stessi che si tirano indietro». Ma il sindaco, Dario Zearo, non è della stessa idea ed è irremovibile: le luminarie vanno fatte in ogni caso, non si può lasciare la città al buio in un momento come questo. Bubisutti obietta: «Proprio per questo e visto che alcune attività hanno chiuso, se ciascuno facesse la propria parte, professionisti e banche compresi, pagherebbero tutti molto meno, la cifra diverrebbe accessibile per tutti e mi preoccupa il messaggio che diamo: così saranno sempre meno e sempre più scontenti quelli che pagano». L’orafo Romano Pellegrina è uno di quelli che dall’anno scorso non pagano più la quota per le luminarie: «io –dice- ho sempre pagato la quota per l’illuminazione natalizia, pur essendo contrario, ma dall’anno scorso non pago, se non pagano tutti. Nella mia piazzetta eravamo sempre solo in 2 su 8 e io non pago. Sono contrario perché è assurdo che si presenti sempre il conto ai negozianti, mentre banche, assicurazioni, professionisti non danno nulla. In Francia –osserva- ancora 40 anni fa il Comune chiedeva ad ogni famiglia un contributo minimo che oggi è di due euro l’anno per l’illuminazione natalizia, perché ne godono tutti i cittadini. La Seganti ha pur dato 40 mila euro a Trieste. Perché non li dà anche a Tolmezzo? Noi negozianti dobbiamo già provvedere ad allestire la vetrina per Natale, mica possiamo farla ogni anno uguale, è anche un impegno economico: anche 100-150 euro per le vetrine più grandi». A dire il vero se ci sono commercianti, come Pellegrina, che ci tengono a dare una veste accogliente ai loro negozi per Natale, non tutti gli allestimenti delle vetrine sono sempre originali e accattivanti, al punto che Bubisutti sta pensando di indire un concorso per la vetrina di Natale più bella. Idea che Pellegrina sposa in pieno.