Tondo: in un’unica fondazione università e i parchi scientifici

La Fondazione delle Università del Friuli Venezia Giulia? Si farà, ma non conterrà solo gli Atenei. Ci saranno pure i conservatori, i parchi scientifici, i consorzi universitari. Perché "la porta è aperta", garantisce Renzo Tondo. Il presidente della Regione non ha troppi dubbi: la Fondazione nascerà entro la legislatura, «risultato di un ampio confronto su un progetto che l’assessore Alessia Rosolen presenterà ai soggetti interessati entro la fine di quest’anno».

Una Fondazione, altra certezza del governatore, che avrà la Regione "come regista". Una regia che comprende anche la questione economica: «Pensiamo alla Fondazione come a un soggetto strategico ed è naturale che l’amministrazione regionale investa fondi non irrilevanti perché il "laboratorio" funzioni al meglio».

Tondo parteciperà venerdì al convegno "Per una università di eccellenza del Nordest" e, in questa intervista, anticipa alcuni temi di un intervento che guarderà anche oltre i confini della regione: «Il nostro sistema della formazione e della ricerca si deve confrontare pure con Veneto, Slovenia e Carinzia e, perché no, un domani anche con la Croazia».

2 Risposte a “Tondo: in un’unica fondazione università e i parchi scientifici”

  1. Aggiornamento 13/02/2009

    Non piace al presidente del Veneto, Giancarlo Galan la ipotesi di sinergie tra le Università del Nordest avanzata dal collega del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo. Nel corso di un dibattito a Trieste tra i due presidenti, i rettori delle Università di Trieste, Udine e Padova a cui ha preso la parola anche il commissario Ue, Antonio Tajani, Galan boccia la proposta con una provocazione “Sono 15 anni che sento parlare di collaborazioni e sinergie senza capire che una straordinaria opportunità è già passata. Perché perdere il posto in Consiglio di amministrazione è una cosa impossibile, figuriamoci l’Università”.

    Il presidente Renzo Tondo aveva lanciato l’idea dell’assessore regionale Alessia Rosolen di una Fondazione per gli Atenei, una “cabina di regia” per gestire le risorse. “Ti auguro il miglior bene – ha detto Galan rivolgendosi al collega – ma finora siamo stati capaci solo di moltiplicare sedi e corsi. Mi preoccuperei piuttosto – ha concluso – se i soldi che ci danno fossero sufficienti”.

  2. Aggiornamento 14/02/2009

    Si ritorna a sostenere e abbozzare un’unica fondazione universitaria per i due atenei di Udine e Trieste e l’unificazione delle due università. Vorrei precisare bene il mio pensiero: qui non si tratta,come vien detto da alcuno,di campanilismo o di rifiuto a interventi di collaborazione delle due università,sempre possibili tra università autonome, anche ai fini di porre fine a doppioni e sprechi. Deve essere però chiaro a tutti che nessuno, dico nessuno,può permettersi di ignorare che l’università del Friuli è stata voluta con lunghe lotte e con 125 mila firme per dare all’insieme del popolo friulano un’alta istituzione culturale,scientifica e formativa». A ribadire il fermo no all’ipotesi di “fusione” o di “accorpamento” dell’ateneo di Udine con Trieste in una fondazione è il leader del Comitato per il rilancio del Friuli, onorevole Arnaldo Baracetti. «Volontà – spiega – riconfermata il 27 ottobre scorso dalla firma del patto per l’università friulana apposta dalla chiesa e da decine di associazioni. Quanto richiesto dal popolo e dalle istituzioni friulane è stato sancito con estrema chiarezza dall’articolo 26 dellla legge 546 del 1977 che l’ha istituita. In esso si dice che l’università di Udine è chiamata “a contribuire al progresso civile,sociale e alla rinascita del Friuli e a divenire organico strumento di sviluppo e di rinnovamento”. Coloro che prima hanno combattuto l’istituzione e che ora, dopo trent’anni dalla sua nascita, tornano all’attacco per liquidarne autonomia e identità, debbono ben intendere che non si può impunemente né negare o comprimere il diritto dei friulani tutti (da Gorizia,a Pordenone, a Udine, alla Carnia) ad avere un loro ateneo,né cancellare, con l’unificazione, i compiti ben precisi a esso assegnati dalla legge dello stato. Fin tanto che questa legge esiste, qualsiasi rettore del nostro ateneo, o presidente o assessore della giunta regionale non può che rispettarla e farla rispettare». «Se si vuole insistere – ha ribadito ieri Baracetti – si sappia che c’è una sola strada: scontrarsi di brutto con i friulani e le loro istituzioni e presentare e far approvare dal parlamento un’altra legge che cancelli l’università del Friuli e i suoi compiti istituzionali per lo sviluppo economico e della sua identità linguistica,storica e culturale».

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