Udine: Basket gli ultrà si appellano a Pozzo, la squadra non può morire


di Giacomina Pellizzari

«La Snaidero basket non può morire». L'appello arriva dai tifosi preoccupati per la sorte della squadra alle prese con una ricapitalizzazione a metà. La decisione dell'Udinese calcio di non partecipare all'operazione perché avrebbe voluto impegnare i soci in un investimento maggiore, preoccupa non poco gli ultrà decisi a salvare la loro squadra a tutti i costi. «Perché – spiega Stefano – se viene meno la prima squadra a cascata rischia di sparire anche il minibasket e tutto l'indotto». Gli ultrà si guardano bene dal dare giudizi sulla manovra finanziaria, «non vogliamo entrare nel merito di chi ha ragione o torto – insiste Stefano -, vogliamo solo che le persone impegnate due anni fa a tenere Udine nel basket d'elité mantengano le promesse». L'appello è rivolto soprattutto al patron dell'Udinese: «Se Pozzo salva la squadra di basket – ribadiscono gli ultrà – avrà benefici anche a livello calcistico». E per convincere Pozzo a continuare a credere nel basket, gli ultrà eleggono il patron a presidente onorario della Pau. La famiglia Snaidero, invece, alla quale va tutta la loro riconoscenza per l'amore che ha dimostrato e che dimostra nei confronti della squadra, potrebbe rimanere come sponsor ufficiale. E sulla poltrona di presidente, invece, i tifosi vedrebbero bene Massimo Blasoni ma se, precisano, «decide di non accettare può sempre cedere il passo a Guido Padernio o a Flavio Pressacco». Gli ultrà, insomma, cercano di convincere in tutti i modi i probabili investitori che la Pallalcesto amatori Udine (Pau) si può recuperare perché il progetto è ancora valido. Non a caso i supporter della squadra rifiutano di prendere in considerazione l'eventuale vendita del titolo sportivo, non lo fanno perché convinti che Udine ha i numeri per continuare a giocare in Lega2 e anche i manager: «Pensiamo a Davide Micalich e a Paolo D'Angelo, entrambi manager udinesi formati in casa, questo è motivo di vanto per Udine. Oltre ai giocatori qui sono cresciute anche le figure professionali che oggi non possiamo perdere perché quando manca la squadra principale lo sport si spegne». L'appello dei tifosi, però, è rivolto anche al sindaco, Furio Honsell: «A lui chiediamo – sottolinea sempre Stefano – di rassicurare le parti per il bene della città». Detto questo, gli ultrà della Pau sanno bene che le vicende societarie, soprattutto nelle ultime partite di campionato, sono state avvertite all'interno e all'esterno del palazzetto provocando una certa disaffezione di pubblico. «Vorrei ricordare a chi è entrato da poco in società – conclude Stefano – che in occasione del derby abbiamo riempito mezzo palazzetto». Questo non è l'unico appello dei tifosi della Snaidero basket, gli stessi che, alcune settimane fa, hanno esposto uno striscione davanti a palazzo d'Aronco che recitava: «Tutti mantengano la parola data due anni fa».


3 Risposte a “Udine: Basket gli ultrà si appellano a Pozzo, la squadra non può morire”

  1. aggiornamento del 02/06/2011

    «La Polisportiva è ancora un soggetto troppo giovane e acerbo per poter garantire nel breve termine le risorse necessarie, ma altre soluzioni per il momento non sono state individuate e di certo le critiche di uno dei vertici della Pau non hanno aiutato». Il riferimento è ovviamente a Massimo Blasoni. Lo sfogo invece è del presidente della Polisportiva, Alberto Rigotto (nella foto con il patron Giampaolo Pozzo) che non ha digerito le accuse di Blasoni, secondo il quale il soggetto nato per unire le forze delle società sportive di eccellenza del territorio avrebbe fallitto nel suo obiettivo principale che è quello di raccogliere nuovi sponsor. Tanto che alla fine lo stesso Blasoni e poi la Snaidero basket hanno abbandonato l'associazione che unisce Udinese, Aquile di Pontebba, Pav pallavolo, Libertas Sporting club basket e Udine rugby. Di tutt'altro avviso invece Rigotto: «In un momento economico difficile come questo la Polisportiva ha fatto il possibile e direi che ci sono i presupposti per dare un aiuto concreto allo sport friulano». (c.r.)

     L'Udinese è pronta a fare la sua parte per salvare il basket udinese di Legadue. A patto però che l'operazione sia finalizzata a dare un futuro alla Pallalcesto amatori Udine (Pau). E con 822 mila euro (cioè la ricapitalizzazione proposta da Snaidero, Sereni Orizzonti e Idealservice) secondo il direttore amministrativo dell'Udinese, Alberto Rigotto «l'unico futuro possibile per la Snaidero basket è la liquidazione». Ecco perché l'Udinese, a queste condizioni, non intende versare un euro. Ma si dice pronta a staccare un assegno da 500 mila euro per rilanciare la pallacanestro a fronte di un piano complessivo da 2,5 milioni. È quella, secondo Rigotto, la soglia minima di ricapitalizzazione per salvare la Legadue di basket. «Gli 822 mila euro – spiega – non sarebbero sufficienti nemmeno a tappare tutti i buchi». Il "sospetto" dell'Udinese è che la "mini-ricapitalizzazione" serva solo da ponte per arrivare alla vendita dei diritti sportivi di Legadue in modo tale da ridurre al minimo il debito. E a questa operazione l'Udinese non è interessata. «Perché dovremmo pagare noi i debiti fatti da altri?» si chiedono i vertici bianconeri. Dall'altra parte, invece, i tre soci che hanno sottoscritto una quota della "mini-ricapitalizzazione" (200 mila euro il presidente Edi Snaidero, 150 mila il vice Massimo Blasoni, rappresentante di Sereni orizzonti, e 50 mila Enzo Gasparutti della Idealservice, somme che per ora hanno salvato il titolo di Legadue) ritengono che quello dell'Udinese sia un bluff per giustificare la decisione di non rispettare più gli accordi precedenti. «Ma in quegli accordi – sottolinea Rigotto – l'Udinese si era impegnata a fare la sua parte per contribuire a rilanciare il basket e non certo a chiuderlo». L'analisi finanziaria di Rigotto, che oltre a essere direttore amministrativo dell'Udinese è anche revisore dei conti della Pau, è semplice: «Dopo due stagioni e nonostante due aumenti di capitale sociale, il primo di 840 mila euro e il secondo di 411 mila per un totale di 1,2 milioni, all'appello per chiudere la stagione a zero e pagare tutti i debiti mancano 1,7 milioni. È vero che con l'acquisizione avvenuta due anni fa c'era già 1 milione di euro di debiti, ma in ogni caso la situazione resta drammatica. La realtà è che la gestione del basket in A2 a Udine costa 1 milione all'anno». Da qui la proposta di ricapitalizzazione da 2,5 milioni. E un invito ai tifosi. «Condivido le preoccupazioni dei sostenitori arancione – sottolinea Rigotto – e anche noi auspichiamo che la Snaidero basket non muoia. Ma l'appello per salvare la Legadue deve essere rivolto a tutti i soci, nessuno escluso. L'Udinese farà la sua parte, ma non si chieda all'Udinese di fare basket, ovvero di gestire la squadra di pallacanestro; ognuno giustamente deve fare il suo, l'Udinese il calcio, la Snaidero il basket».

  2. aggiornamento del 03/06/2011

    «Mio padre ed io, senza altri soci, abbiamo fatto basket per 25 anni e la nostra società è da sempre la più rispettata nel mondo dello sport. Questo perché abbiamo sempre onorato i nostri impegni e contratti». Edi Snaidero, figlio di Rino storico imprenditore friulano, ci tiene a salvaguardare il buon nome della sua azienda e del Club arancione. «Ho sempre finanziato da solo il club fino a due anni fa – aggiunge -, l'ho fatto principalmente per passione sportiva e responsabilità sociale, ottenendo in cambio immagine e un pò di pubblicità per il marchio». Un'immagine, questa, che «né Rigotto, né Pozzo potranno distruggere perché frutto di 25 anni di passione e di risorse dedicate allo sport da parte della mia famiglia senza secondi fini, senza plusvalenze che negli sport minori non sono possibili, senza fini di lucro».

    di Giacomina Pellizzari «Nelle casse della Pau mancano i soldi che avrebbe dovuto versare l'Udinese». Questa volta ad alzare la voce è Edi Snaidero in persona, il presidente della Pallalcesto amatori Udine (Pau) amareggiato per la mancata ricapitalizzazione della società da parte dell'Udinese e per il futuro assai incerto del basket in città. Lo fa all'indomani delle esternazioni del direttore amministrativo dell'Udinese calcio e presidente del collegio sindacale Pau, Alberto Rigotto che si è chiesto: «Perché dovremmo pagare noi i debiti fatti da altri?». Ma non solo perché Rigotto ha quantificato in 1,7 milioni i debiti della Pau e riferito che «con l'acquisizione di due anni fa c'era già 1 milione di debiti». Troppo per Snaidero che, con un titolo di Legadue salvato in estremis dalla sua azienda, Sereni Orizzonti e Idealservice visto che l'Udinese non ha sottoscritto la ricapitalizzazione di 822 mila euro perché convinta che per salvare la squadra servono 2,5 milioni, spiega come sono andate le cose negli ultimi due anni. «Quando, su richiesta del sindaco, un gruppo di soci fra cui l'Udinese ha dato vita alla nuova compagine societaria, abbiamo ripianato i debiti, chiarendo ogni situazione pregressa davanti al notaio. Rigotto non può insinuare di aver trovato debiti residui» sostiene Snaidero lasciando intendere che la ricapitalizzazione proposta dall'Udinese sia solo un modo per tirarsi fuori. «Pozzo ha promesso di far fronte al 20% del budget, ovvero a versare 400-500 mila euro l'anno che per due anni fa 800-900 mila euro, la cifra che oggi, nonostante il pubblico impegno e la firma dei patti parasociali, manca in cassa. Ma a questa, è sempre Snaidero a dirlo, «vanno aggiunte le risorse (200 mila euro) su cui in passato potevamo contare e trasferite, su invito di Rigotto, alla società "HS" gestita da Massimiliano Ferrigno che segue il marketing e la comunicazione per l'Udinese». La "Hs", continua Snaidero, «avrebbe dovuto garantire risorse aggiuntive per il progetto basket, ma a tutt'oggi neanche un euro è entrato in Pau da questa attività. Sfido chiunque a dimostrare il contario». Dopo la partenza «l'Udinese ha versato 100 mila euro di aumento di capitale. Questi – rincara Snaidero – sono i motivi dello sbilanciamento. I soci sono chiamati a ripianare per coprire promesse e accordi non mantenuti». E ancora: «Per quale motivo dovrei credere alle dichiarazioni roboanti di Rigotto quando non è stato onorato nemmeno l'impegno del primo anno? Se sono così sicuri perché non versano i 500 mila euro subito o almeno i 200 mila euro che io, Blasoni e Idealservice abbiamo sottoscritto la scorsa settimana? A mio avviso, al giochetto del rilancio non crede più nessuno». A patron Pozzo, invece, Snaidero chiede: «Perché si è avvicinato al basket promettendo risorse pubblicitarie e sinergie che poi si sono tradotte in perdite di risorse? Forse ha già avuto quanto voleva convincendomi a continuare o forse ha assecondato il sindaco?». Di fronte a questa situazione, insomma, Snaidero non vede futuro per il basket. «Rimane – aggiunge – l'amarezza di dover concludere, per cause che ci sono oscure, un percorso fatto di rapporti veri con la gente e i tifosi che hanno capito lo sforzo. L'Udinese si assuma la responsabilità di uccidere o salvare questo progetto che va rispettato con i fatti e non con le dichiarazioni».

  3. aggiornamento del 06/06/2011

    di Cristian Rigo «I tifosi stiano tranquilli: Udine non resterà senza pallacanestro. Se la Pau dovesse naufragare definitivamente con il fallimento o la cessione dei diritti di Legadue, sono tanti i progetti pronti a decollare partendo dalla categoria inferiore per riportare subito il basket udinese ai livelli che gli competono». Parola del sindaco, Furio Honsell. Il primo cittadino però, prima di valutare strade alternative, dà la precedenza a Edi Snaidero e alla Pallalcesto amatori Udine (Pau). Ma invita i soci a decidere in fretta per il bene dello sport udinese e gli avversari politici a evitare strumentalizzazioni. «La pallacanestro è un patrimonio del Friuli – spiega il sindaco -. Può contare su un importante movimento giovanile e su una grande tradizione grazie all'impegno di Snaidero, vero e proprio benefattore della città che da anni si è dedicato a uno sport minore che certo non regala grandi ricavi». Ecco perché Honsell assicura che in ogni caso Udine avrà una squadra a rappresentare la città nel mondo del basket. «Da quando, tre anni fa, Snaidero mi consegnò la squadra – ricorda – ho sempre lavorato affinché il rapporto tra la pallacanestro e Udine non si interrompesse. E fino a oggi, grazie all'aiuto di diversi imprenditori, siamo riusciti ad avere tre anni di ottimo basket. Giocare in Legadue però costa e anche parecchio. E probabilmente la ricapitalizzazione da 800 mila euro non sarebbe sufficiente a salvare la Legadue». Da qui l'invito rivolto a tutti i soci della Pau, a cominciare da Snaidero, Sereni Orizzonti e Udinese: «Serve chiarezza – sostiene il sindaco – e serve subito. Se non ci sono i due milioni che, mi dicono, servono per estinguere i debiti e gettare le basi per la nuova stagione, allora è bene iniziare a ragionare su altre soluzioni. Ma bisogna farlo in fretta perché entro fine mese bisogna iscrivere le squadre al prossimo campionato che si tratti di Legadue o della serie inferiore». Honsell non intende però entrare nel merito della polemica scoppiata tra Udinese e Snaidero. E non intende nemmeno vestire i panni del "mediatore". «Sono questioni private che devono risolvere i soci – sottolinea -. Come sindaco posso solo essere riconoscente a Snaidero e a Pozzo che con la sua Udinese ha portato la città in Europa. Le polemiche però non aiutano, bisogna ritrovare un clima sereno. E forse prendere atto che oggi trovare imprenditori disposti a investire due milioni di euro è difficile. In tanti però – conclude Honsell – mi hanno presentato progetti alternativi per il basket. I tifosi e i tanti appassionati insomma possono essere fiduciosi: una squadra professionistica di pallacanestro ci sarà».

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