Udine: dopo le nuove norme sulla musica in centro i gestori dei locali prendono posizione


di Cristian Rigo

«Non si può penalizzare tutti i locali del centro perché qualcuno non rispetta le regole». L’appello, rivolto al Comune, è del titolare del “Pane, vino e San Daniele”, Alessandro Pomaré, che ieri si è fatto portavoce di un malumore diffuso tra i tanti bar che questa estate si sono impegnati per animare le serate con piccoli concerti e iniziative. E che adesso rischiano di dover rivedere programmi e investimenti. Il nuovo regolamento comunale prevede infatti (come abbiamo riferito anche ieri) che le 16 giornate in cui è concesso fare musica all’aperto oltre l’orario limite delle 23 debbano essere distribuite nell’intero arco dell’anno e in ogni caso non possano ripetersi con cadenza settimanale, ma almeno quindicinale. D’ora in poi quindi niente più appuntamento fisso del mercoledì o del giovedì in questo o quel locale a meno che le richieste di deroga non siano già state concesse come nel caso del “Pane, vino e San Daniele” di piazzetta Lionello. «Per questa estate abbiamo già presentato tutte le richieste e quindi i venerdì continueremo a organizzare eventi con musica all’aperto – riferisce Pomaré, conosciuto in città con il soprannome di “Poma” -, ma ci sono altri locali che stavano programmando iniziative e non potranno più farlo. Oltre al fatto di dover aspettare almeno due settimane da un evento all’altro, c’è infatti la novità dei tempi di presentazione della domanda che non sono compatibili con le necessità di chi gestisce un’attività commerciale». Le nuove domande infatti dovranno arrivare al Comune con 60 giorni di anticipo. «E il prossimo anno per colpa di pochissimi locali che non rispettano le regole saremo costretti a organizzare concerti all’aperto in inverno senza nemmeno poter allestire una veranda per sfruttare tutte le 16 giornate?», si chiedono Pomaré e il suo socio Loris Fabbro. Per questo motivo i locali chiedono al Comune di intervenire e fare in modo che tutti gli ambienti rispettino gli orari e i volumi. «Abbiamo fatto un patto con l’amministrazione – spiega Pomaré -, ci siamo impegnati a investire per la nostra città organizzando serate per bambini e altre iniziative sapendo di poter proporre musica dal vivo una volta a settimana. Adesso il Comune decide di cambiare le carte in tavola senza nemmeno coinvolgerci. Perché invece non richiamano all’ordine chi non rispetta le regole? E’ giusto che paghi solo chi ha sbagliato e non un’intera categoria».


Una risposta a “Udine: dopo le nuove norme sulla musica in centro i gestori dei locali prendono posizione”

  1. aggiornamento del 12/08/2011

    di Cristian Rigo Quasi una telefonata di protesta al giorno: 150 richieste di intervento alla polizia municipale da marzo a oggi. Sempre per lo stesso problema: il volume della musica troppo alto e al di fuori degli orari stabiliti dal regolamento. E non è finita qui. Perché le autorizzazioni già rilasciate dal Comune per fare musica all’aperto dopo le ore 23 sono più di 40. Con il rischio di aumentare ancora il disagio dei residenti e di dover fare i conti con sovrapposizioni e convivenze tutt’altro che semplici. «Se fanno musica classica in via Savorgnana – spiega il vicesindaco Vincenzo Martines – è chiaro che non ci può essere un concerto rock a qualche centinaio di metri di distanza». Ecco perché il Comune ha deciso di modificare il regolamento imponendo, d’ora in avanti, un intervallo di almeno 15 giorni da un evento all’altro con musica all’esterno dei bar dopo le 23. Non solo. L’autorizzazione va richiesta con 60 giorni di anticipo. Così il Comune potrà inserire le iniziative più interessanti nel calendario di Udine estate. «Ma tutte le modifiche – ha chiarito ieri Martines – potranno essere ridiscusse con i locali in un tavolo di confronto al quale intendiamo invitare anche i residenti». L’appuntamento è per la prossima primavera. L’obiettivo è quello di pianificare la nuova stagione estiva in modo da soddisfare tutti i locali (oltre ai mercoledì in via Sarpi, giovedì al Contarena e venerdì al Pane, vino e San Daniele, anche piazza XX settembre e San Giacomo sembrano intenzionati a prensentare un calendario di eventi) senza però creare ingorghi e salvaguardando anche il diritto al riposo dei residenti. Per riuscirci Martines ha evidenziato l’importanza dell’autocontrollo ricordando l’esempio virtuoso di via Sarpi dove i locali hanno distribuito un numero di telefono a tutti i residenti che in caso di volume troppo alto possono chiamare senza dover scomodare i vigili urbani. Un modello che funziona. Tanto che anche la Confcommercio sta pensando a un “codice di autodisciplina” e il presidente della Fipe, Luigino De Colle, è intenzionato a coinvolgere nell’iniziativa anche i residenti. «Avessimo fatto prima questo incontro – ha commentato il referente dei bar della Confcommercio, Franco Di Benedetto – si potevano evitare inutili tensioni». Dello stesso avviso anche Alessandro Pomaré che ha partecipato all’incontro in rappresentanza di alcuni locali del centro: «Siamo soddisfatti della disponibilità manifestata dal Comune». Comune e locali insomma hanno deciso una tregua. Ma i problemi da affrontare restano. Insieme alle lamentele dei residenti. Sul nostro sito internet però è in vantaggio chi ritiene non sia giusto limitare la musica nei bar udinesi. Su 931 lettori che hanno partecipato al nostro sondaggio, infatti, 621 hanno risposto no e 310 invece si detti favorevoli alle limitazioni.

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