Udine: Molinaro si tiene il friulano, la Lega non ci sta e in consiglio rispunta il “veneto coloniale” parlato a Udine

 

di Antonella Lanfrit dal gazzettino di oggi

«Assolutamente contrari». Lapidario il segretario regionale della Lega Nord, Pietro Fontanini, di fronte alla prospettiva che il Servizio identità linguistiche e culturali resti in capo all'assessore Roberto Molinaro (Udc), nonostante il riassetto delle deleghe in Giunta abbia assegnato il refereto della Cultura (cui le minoranze fanno riferimento) al pidiellino Elio De Anna. «Tutto ciò che attiene alla Cultura è stato affidato a De Anna, e lì deve restare», prosegue Fontanini, che negli ultimi due anni ha spesso attaccato Molinaro <br />      Sulla questione ha deciso di puntare i piedi: «Ne ho parlato con il segretario regionale del Pdl, Isidoro Gottardo, che conviene. Se non sarà così, il servizio sulle identità lo prendiamo noi». Poi si vedrà a quale dei due assessori leghisti assegnarlo, se alla Seganti o a Violino, e poco importa se la materia non risulterà per nulla omogenea alle deleghe dei due esponenti del Carroccio. «Neppure se resta a Molinaro – ribatte infatti Fontanini – si può parlare di omogeneità».
      Quanto alla riassegnazione delle deleghe, il leader leghista nega un asse «Fontanini-Menia», lascia perdere chi parla di una Lega rafforzata, come chi la vede indebolita. Per lui il punto è che «abbiamo fatto la nostra parte, assumendoci l'onere delle attività produttive».

De Anna aveva concordato con il presidente Renzo Tondo, l’assessore all’Organizzazione Andrea Garlatti e per l’appunto Molinaro di lasciare a lui tale importante gestione. Per logica, omogeneità e (almeno in questo caso) anche per continuità.
      Difatti «l’istruzione e le lingue fanno parte del medesimo alveo d’impegno politico e amministrativo», spiega l’assessore Molinaro, sottolineando oltretutto «l’alto valore sociale della difesa della nostra marilenghe». E non si parla soltanto di valorizzazione del friulano fra le mura scolastiche, ma anche sui mass-media, cominciando dalla Rai.
      Frattanto, in Consiglio regionale è passato un emendamento del centrodestra alla manovra estiva di bilancio, promosso dal presidente della Commissione cultura, il triestino Piero Camber, per sostenere con 100mila euro nel 2010 la valorizzazione delle parlate venete: dal dialetto triestino al bisiacco, dal gradese al pordenonese. Curiosamente, è anche prevista la parlata udinese di matrice veneta, che potrà essere valorizzata dalla Regione (in forme e misure assai diverse) accanto alla lingua mamma friulana.