Udine: se i fondi per il friulano servono anche per i cartelli in Italiano


di GIACOMINA PELLIZZARI

Chi in queste ore arriva in piazzale Osoppo resta quanto meno incuriosito. Il motivo? Da ieri, i pannelli dei semafori sono bilingui. E così sotto l’indicazione per Tarvisio si legge Tarvis, Giardin Grande è diventato Zardin grant e piazza Primo maggio in marilenghe è place 1º di Mai. Un investimento da 101 mila euro che interesserà altri 10 punti della città

Fatta salva la tutela della lingua friulana, quella che è scattata ieri non è una scelta ispirata da una vera e propria vocazione per la marilenghe, bensì una scelta dell’amministrazione comunale per riuscire a sostituire la segnaletica stradale ormai scolorita o per coprire le carenze. Non è una novità, infatti, che richieste di questo genere fioccano quotidianamente a palazzo D’Aronco come pure le difficoltà, determinate dai tagli dei fondi, a effettuare nuovi investimenti. Da qui la decisione di utilizzare i fondi messi a disposizione dalla legge 482 sulla tutela del friulano che, però, obbliga all’adeguamento della toponomastica. Ecco perché tutti i nomi delle vie sono stati tradotti anche in marilenghe.<br />
Nei prossimi giorni, tutto questo succederà anche in una decina di vie comprese nei due progetti finanziati dallo Stato con 57 e 44 mila euro. Le strade interessate sono: via Boccaccio, via della Faula, l’incrocio tra le vie Vittoria e Diaz, piazza Primo maggio, viale Volontari della libertà, via Gorizia, via Vat, Partidôr e viale Palmanova. Qui gli operai del Comune assieme alla polizia municipale, e dell’Amga (se sarà necessario procedere anche sui pannelli dei semafori, come è accaduto ieri in piazzale Osoppo dove oggi sarà completato l’intervento), nei prossimi giorni inizieranno i lavori. Altri interventi simili, però, sono già stati effettuati a Beivars, Laipacco e ai Rizzi. Ma anche in piazzale Diacono, viale Pasolini, ricordando così la figura dello scrittore friulano, e nel sottopasso di via Martignacco.
«I progetti – spiega l’assessore, Enrico Pizza – sono stati messi a punto dall’ufficio mobilità per rispondere alle numerose richieste dei cittadini relative alla sostituzione della segnaletica stradale. Di fronte, però, alla carenza di finanziamenti, assieme al collega Franzil, abbiamo deciso di utilizzare i fondi della legge 482 ben sapendo che questa scelta ci vincolava all’adeguamento della toponomastica». Progetti che in viale Volontari della Libertà consentono di sostituire il cartello divelto da tempo da un autocarro o di ripristinare la segnaletica danneggiata.
L’operazione non lascia indifferenti perché, se da un lato i friulanisti possono dirsi soddisfatti, dall’altro resta da capire come sarà accolta dai turisti che arriveranno in città e si troveranno di fronte all’indicazione Zardin grant o place I di Mai.

Una risposta a “Udine: se i fondi per il friulano servono anche per i cartelli in Italiano”

  1. aggiornamento del 12/11/2010

    Approvati e criticati, i cartelli stradali bilingui dividono i friulani. Il Carroccio esulta e per una volta è d’accordo con il centro-sinistra. Il Pdl scuote la testa perché avrebbe preferito spendere 100 mila euro per rifare la segnaletica orizzontale e le guide turistiche sostengono che i cartelli in italiano e in marilenghe confondono i visitatori italiani e stranieri.

    In effetti anche un friulano resta un attimo perplesso quando legge Grado-Grau o Venezia-Vignesie. Non solo perché, molto spesso, la lingua parlata è molto diversa, ma anche perché di primo acchito può non cogliere che si tratti della stessa località. Va peggio per i turisti che, come testimonia la presidente dell’associazione guide turistiche Fvg Itineraria, Maria Paola Frattolin, «non comprendendo i localismi si sentono confusi». Il turista di Amburgo, continua Frattolin, «quando legge Salt di Povolet non capisce e mi chiede se si tratta di un’altra località». Secondo Frattolin, infatti, «sarebbe più utile destinare i fondi della legge 482 alla promozione del territorio, magari accompagnando gli studenti del primo anno delle scuole superiori a vedere il Tiepolo e i monumenti della città». Ma questo ancora non avviene e i commenti di chi arriva da fuori regione, in particolare dal centro-sud, come racconta Frattolin, sono: «Allora è proprio vero che nel Nord Est non vi sentite italiani e che volete una Repubblica tutta vostra».
    Difficile rispondere, visto che non tutti la pensano come il presidente regionale della Lega, Pietro Fontanini, che per una volta esulta per un’iniziativa realizzata dal Comune. «E’ un’ottima cosa anche perché la Lega l’ha sollecitata prima dell’arrivo di Honsell» afferma Fontanini secondo il quale «è un bene che nella capitale del Friuli la lingua friulana si trovi in grande evidenza nei cartelli stradali». Lo stesso presidente della Provincia non condivide, infatti, la tesi delle guide turistiche: «Quando vado a Barcellona sono un turista anch’io e mi fa piacere vedere i cartelli bilingui e in catalano».
    Dello stesso avviso il capogruppo del Carroccio in consiglio comunale, Luca Dordolo, che colto dall’entusiasmo rilancia proponendo di trasformare la conoscenza del friulano in titolo preferenziale per chi aspira a lavorare nella pubblica amministrazione.
    Più cauto il capogruppo del Pdl, Loris Michelini: «Sarebbe buona cosa – fa sapere – che l’assessore Pizza chiedesse di poter utilizzare i fondi della 482 per rifare la segnaletica orizzontale e mettere in sicurezza le strade». Contrario a tal punto da definirsi “furibondo”, invece, il consigliere comunale Aldo Rinaldi (lista Ortis), nonché presidente della commissione Cultura e solidarietà dell’Ordine dei medici: «Quella dei cartelli stradali bilingui è follia pura. In questo modo non si insegna una lingua la si impone e non è giusto». Rinaldi sostiene, infatti, «che la marilenghe è una lingua di famiglia e quindi non ha bisogno di essere insegnata».

I commenti sono chiusi.