Udine vs Trieste: la discussione (in)finita 01/2009

Sull’argomento mi sono già espresso molte volte nelle mie canzoni; e sempre con il consueto taglio ironico, perchè credo che sia l’unica modalità possibile per comunicare e confrontarsi tra due entità così diverse e  "costrette" a convivere sotto lo stesso "tetto familiare" regionale, come capita oggi a molte famiglie allargate.  
Quindi un confronto continuo e permanente per potersi dire le cose in faccia, ma con ironia e senza prendersela troppo, convinti che la separazione nn porterebbe da nessuna parte e  che quindi l’unica soluzione sia di "fare di necessità virtù". Sull’argomento (o sugli argomenti di discussione aperti) una bella lettera di Andrea Vaciç dal Gazzettino di oggi.

La politica in Friuli ha sempre di più le gambe corte e ciò non significa, per una proprietà transitiva, che sia anche bugiarda, ma perlomeno distratta sicuramente sì. L’esempio più lampante, ancora una volta, arriva dal tormentone dell’Università e dall’accanimento con cui alcuni settori del centrodestra, leggi il senatore Saro e l’assessore regionale Rosolen, battono il chiodo della razionalizzazione e della messa in rete delle strutture esistenti. Si insiste su Honsell per dire agli udinesi: «O trovate l’accordo con Trieste, oppure i soldi non li vedrete mai più, perchè un’ Università in Regione basta e avanza».
      L’uomo politico dovrebbe invece guardare avanti, ricredersi anche su alcune scelte se queste risultano sbagliate oppure non più adeguate ai tempi. Facciamo un altro esempio che riguarda ancora una volta Trieste. Grandi applausi e sorrisi per la posizione conquistata dalla città nella graduatoria nazionale. Nessuno che abbia fatto un ragionamento alla voce "spirito d’iniziativa" che assegna al capoluogo regionale il fanalino di coda in Italia, ma soprattutto nessuno che abbia accostato a questo, un altro dato, quello relativo all’età media dei suoi abitanti e alla natalità.
      Essendo coraggiosi bisognerebbe osare e sottolineare come risulti difficile rappresentare con queste caratteristiche una Regione giovane e propositiva, che, come ha recentemente sottolineato il governatore Tondo, può resistere a questa crisi solo mobilitando le sue energie migliori.
      Come scoprire queste energie se non andando a vedere dove si produce il Pil di questo territorio, se non aiutando quelle imprese che sono in grado, in settori e con livelli diversi, di tener botto alla concorrenza e al mercato.
      Si scoprirà così che una cosa sono gli uffici, la burocrazia, l’apparato che creano indotto, ma non producono, e altro è la merce che diventa mercato, specie in tempi come questi, forse definitivamente liberati dall’assalto finanziario e dalla rendita parassitaria.
      Trieste capoluogo regionale ha dunque ancora un senso oppure si riaprirà il dibattito sul Friuli e la città metropolitana?
      Se poi qualcuno pensa che affrontare questi argomenti anche nel 2009 consista in una perdita di tempo, che altre siano priorità e urgenze, liberissimo di farlo, ma non si consideri un bravo politico.

3 Risposte a “Udine vs Trieste: la discussione (in)finita 01/2009”

  1. Il Friuli potrà avere un futuro solo dividendosi da Trieste. Nulla contro questa città, ma non può pretendere di comandare sul 95% della regione, ossia sul Friuli. Esemplare è stato l’accanimento (vetero-fascista?) con cui a Trieste si è scritto e “urlato” contro la tutela della lingua friulana, in particolare contro il suo inserimento a scuola. Trieste è città inadatta a svolgere il ruolo di capoluogo di qualsiasi regione, anche dell’invenzione Venezia Giulia. E’ incapace di percepire che non esistono sono il triestini…..

  2. Trieste è il corrispettivo invertito di Gaza.

    O devo essere più chiaro ?

    Sandro.

  3. Andrea Valcic: grant! Un dai pôcs dai media regjionâi talians che al à coragjio di butâ cualchi clap ben smicjiât.

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