Carnia: Legambiente e il “turismo virtuoso” in montagna

Marco Lepre
circolo Legambiente della Carnia
Tolmezzo

C’è chi si lamenta perché di solito ci occupiamo solo di segnalare situazioni o casi negativi. Questa volta vogliamo soprattutto portare all’attenzione dell’opinione pubblica un esempio di come si possa fare turismo nella nostra montagna, anche nelle località meno conosciute, senza bisogno di grandi risorse finanziarie, grazie al coinvolgimento delle forze locali e a una corretta valorizzazione del territorio e dell’ambiente naturale. Mi riferisco alla riuscitissima quinta edizione della “Festa della Val Alba”  organizzata lo scorso 5 settembre dall’amministrazione comunale di Moggio Udinese e dall’ente Parco delle Prealpi Giulie. Avendo come base il piccolo paese di Ovedasso, dove era stata allestita una mostra ed era in funzione un fornitissimo chiosco con prodotti della tradizione locale serviti al suono della fisarmonica, i numerosi ospiti hanno avuto la possibilità di effettuare svariate attività, che andavano dall’escursione guidata sulla cima del monte Pisimoni alla visita alla scoperta della Riserva naturale della Val Alba, dall’emozionante canyoning (discesa della forra del Rio Alba con la guida alpina Pierpaolo Pedrini) al rafting (giù in gommone sul Fella con il gruppo Alpine Action di Plezzo), dall’attività pedagogica nel bosco per i più piccoli alle dimostrazioni di tecniche di calata a cura del Soccorso alpino di Moggio Udinese. Tutte iniziative ottimamente organizzate, con tanto di servizio di accompagnamento in navetta, apprezzate dai presenti per la simpatia e la professionalità del personale del parco e dei volontari. Personalmente sono rimasto entusiasta per il canyoning che mi ha permesso, divertendomi, di conoscere luoghi nascosti di insospettabile bellezza. Sette giorni dopo, domenica 12 settembre, in una splendida giornata di fine estate, con cielo sereno e aria tersa, decido di tornare dopo molti anni di nuovo sulla cima del monte Canin, salendo dal versante settentrionale. L’intenzione è quella di vedere anche l’impatto sul paesaggio, in assenza di neve, dei nuovi impianti di collegamento con la Slovenia. Giunto a Sella Nevea in tarda mattinata, contando sull’apertura della funivia per superare il dislivello fino al rifugio Gilberti, scopro con sorpresa e disappunto che il nuovissimo impianto è chiuso, addirittura da una settimana. Chiestane ragione al bar sul piazzale semideserto, il gestore allarga le braccia e sconsolato mi invita a inviare una lettera di protesta alla Promotur. Valutate le alternative possibili, decido così di salire sul Mangart dal versante sloveno, incrociando qualche centinaio di escursionisti di varia nazionalità, giunti lassù per ammirare il rinomato panorama. Morale: la giornata è salva, ma rimane la rabbia per quegli impianti, costati milioni di euro e chiusi anticipatamente. Come affluenza di turisti, la stagione di Sella Nevea quest’anno dev’essere stata veramente eccezionale!<br />
 

Una risposta a “Carnia: Legambiente e il “turismo virtuoso” in montagna”

  1. Che stranooooo! Ma allora Marco Lepre non si occupa solamente di portare avanti la crociata contro le manifestazioni motoristiche in Carnia, al punto di contestare delle moto che corrono in un circuito, ma dove dovrebbero andare!!! E' chiaro però che se si occupa di altro non trova spazio sul Messaggero Veneto!

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