A Piano d’Arta riemerge il medioevo

Ritorna alla luce, grazie a degli scavi archeologici, l’antico ospizio medievale di San Nicolò degli Alzeri ad Arta Terme, che va così alla ricerca delle proprie origini nella frazione di Piano. Narra la tradizione popolare che attorno alla metà del ’400 un’alluvione abbia sepolto un monastero di monaci guerrieri vicino alla chiesetta di San Nicolò degli Alzeri a Piano d’Arta. Una leggenda che al momento non ha ancora una conferma, ma che potrebbe diventare storia non appena saranno completati gli studi che gli archeologi stanno effettuando sul campo. Pare che il grande complesso monasteriale, che i documenti dal 1337 assegnano ai Cavalieri Ospitalieri, stia spuntando dal terreno grazie al lavoro degli archeologi diretti dall’architetto Fabio Piuzzi. «Le indagini ci hanno permesso di identificare effettivamente la presenza di un ospizio medievale che documenti e tradizione orale lo attribuivano alla leggenda». Sono stati scoperti, durante i primi scavi esplorativi, due vani di una struttura che si sviluppava attorno alla chiesa entro un muro di cinta di cui ancora non si conosce molto. «Due edifici ben costruiti e ben conservati che furono distrutti da una potente alluvione nel 1435. Solo la chiesa, oggi detta degli Alzeri, è stata successivamente recuperata».<br />
Lo scavo, iniziato nella seconda metà di luglio, e promosso dall’amministrazione comunale di Arta Terme, è stato autorizzato dal ministero dei Beni Archeologici e affidato, come coordinamento scientifico, all’Accademia “Jaufrè Rudel” di studi medioevali di Gradisca d’Isonzo. L’indagine, che si propone di studiare e ristrutturare l’intero complesso attraverso una ricerca scientificamente corretta, riveste un estremo interesse dato che il complesso monasteriale degli Alzeri, con annesso ospizio per i pellegrini, sembra rappresentare l’unico esempio di monastero ospitaliero ancora intatto nelle sue strutture di base
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