Alto Friuli: in pochi passano il concorso: montagna senza presidi

di Piero Cargnelutti.

La mancanza di dirigenti mette a rischio la direzione delle scuole nella zona montana e collinare oggi in buona parte nelle mani di reggenti che, con l’anno scolastico che si apre, si troveranno ad affrontare grandi sacrifici per far fronte a tutti gli impegni che riguardano il mondo scolastico. Di fatto, tranne Tolmezzo e Tarvisio, le reggenze sono dappertutto nella montagna friulana: negli istituti comprensivi Val Tagliamento, Paluzza, Arta-Paularo, Comeglians e negli istituti superiori Isis Linussio di Tolmezzo, liceo Magrini e Isis D’Aronco di Gemona. La situazione è dovuta alle ridotte nomine avvenute nel recente concorso, che ha visto assegnare 35 posti dei 45 necessari, proprio perché molti partecipanti non hanno superato la prova e ora c’è preoccupazione nel mondo scolastico della montagna, soprattutto laddove ci si trova di fronte a reggenti già impegnati a guidare scuole della pianura, o addirittura della città, come accade – caso emblematico – con la reggente di Paluzza, impegnata anche al Sello di Udine: «È una situazione al limite – commenta Fabio Pelizzari, una vita da insegnante e dirigente nella montagna friulana oggi in pensione ma ancora attivo nel dare una mano alla scuola -, perché, per quanto bravi e preparati possano essere, per i reggenti non sarà facile muoversi tra un ambiente scolastico e l’altro. Tanto più se si parla della montagna, dove i chilometri da percorrere sono molti: c’è il rischio che venga a indebolirsi una figura di riferimento negli istituti scolastici sia per gli insegnanti sia per genitori e studenti». Pelizzari la conosce bene la situazione, tanto che gli ultimi anni prima di andare in pensione si è trovato ad affrontarli fra due direzioni: quella di Villa Santina e quella di Gemona. E a proposito del capoluogo pedemontano, anche l’attuale direttore dell’istituto comprensivo gemonese Enrico Madussi quest’anno si è visto assegnare anche la reggenza del liceo scientifico Magrini rimasto privo di dirigente, cosicché ora ai 1200 ragazzi che ha gestito in questi anni se ne aggiungono anche quelli della scuola superiore: «Certamente – dice Madussi – sono tenuto ad eseguire quello che mi richiede l’ufficio scolastico regionale. Per quanto mi riguarda, sono contento di aver trovato al Magrini una squadra di insegnanti che si danno da fare per venirmi incontro; tuttavia, è chiaro che tutto questo significa il raddoppio degli incontri con insegnanti, genitori, sindacali e via dicendo, rischiando di far diventare il dirigente una figura meramente burocratica». Come si è detto, le scelte fatte dall’ufficio scolastico regionale sono state obbligate, perché dovute ai risultati del recente concorso: «Forse allora – dice ancora Pelizzari – si è stati un po’ troppo severi, anche perché, in una vita nella scuola, di persone con esperienza e preparate in questa regione ne ho viste tante. Il dirigente scolastico è una figura di riferimento per gli insegnanti, ma anche per i genitori, e ai reggenti si sta chiedendo oggi un grande sforzo».