Andrea Valcic: grandi dibattiti per coprire verità di “cortile”

La notizia dell’assai probabile siluramento dell’assessore Rosolen  si presta ad esempio abbastanza clamoroso di come si muova la politica regionale. Innanzi tutto dimostra che qualsiasi avvenimento accada a Trieste, ha immediatamente una ripercussione regionale. Poco importa che i giudizi delle parti sociali siano stati generalmente positivi,  verso chi ha gestito in prima persona la crisi nel mondo del lavoro locale e le sue ripercussioni sulla realtà sociale ; ben più peso hanno le prese di posizione politiche della Rosolen all’interno del Pdl. E qui la domanda è lecita: contano di più gli equilibri interni alla maggioranza a Trieste o gli interessi della Regione? La risposta appare scontata.<br />
      Potrebbe finire qui e non sarebbe una novità, ma induce a riflettere su alcune scelte dei partiti, non solo del centrodestra, e sui relativi benefici conseguenti per i cittadini.
      Un altro esempio, guarda caso, parte ancora una volta da Trieste e al caso Rosolen in qualche modo resta agganciato: la questione del terzo mandato ai sindaci. Non se ne farà niente, ma per un momento è sembrato costituire il problema più importante per il futuro regionale, quasi ne andasse della democrazia e del rapporto con gli elettori.  Tutto nasceva invece dalla difficoltà di trovare un valido candidato al posto del sindaco Dipiazza a Trieste, e sul lato opposto, nel centro sinistra, chi potesse sostituire Bolzonello a Pordenone. Conclusione: le contraddizioni interne delle forze politiche, vengono traslate all’esterno e presentate come problema reale della società.
      Il tutto non sarebbe poi una tragedia, una volta capito il giochetto, ma si dimostra diabolico se elevato a sistema, cioè quando si va a confondere l’esercizio del potere al servizio dei cittadini, con quello invece tutto rivolto al mantenimento degli equilibri e degli interessi di parte.
      L’ultimo esempio riguarda la soppressione delle Comunità montane. Indubbio che spesso si siano rivelate carrozzoni burocratici e mangia soldi, anche giusto trovare nuove forme di gestione territoriale, ma quello che si intravede nel fumoso documento "Unione dei comuni" resta sospeso tra zuppa e pan bagnato.
      Perchè la vera notizia riguarda il rischio chiusura per 11 scuole materne della Carnia. Un altro tassello alla distruzione della montagna friulana.

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