Arta Terme: “Candoniadi” omaggio a Luigi Candoni

Quattro appuntamenti per ricordare la figura di Luigi Candoni drammaturgo, scrittore, poeta, probabilmente il più brillante uomo friulano di teatro del secondo dopoguerra. Per iniziativa dell’Associazione culturale Luigi Candoni, e per la guida artistica di Paolo Patui, si aprono sabato le Candoniadi, che fino al 29 dicembre proporranno, nella sala teatrale di Piano d’Arta, pièces e testi del drammaturgo nativo di Arta Terme e di altri uomini di cultura carnici. Si inizia sabato 8 novembre con le candoniane Olimpiadi dei clowns, Venerdì 28 novembre l’attenzione si sposterà su un altro carnico a lungo dimenticato, Siro Angeli: in programma Il teatro di Siro Angeli, con Angela Felice, Massimo Somaglino e Caia Grimaz. Il 12 dicembre toccherà a Luigi Maieron e a Paolo Patui: in Terra di poeti alle letture di Patui si affiancheranno le musiche di Maieron, che ad Arta si esibirà con la sua band al completo. Lunedì 29 dicembre, infine, Rodolfo de Chmielewski con il solo accompagnamento della sua chitarra presenterà un personale omaggio a Luigi Candoni: Viva Candoni. Tutti gli spettacoli sono a ingresso gratuito e andranno in scena alle 20.45, tranne l’ultimo, Viva Candoni, fissato per le 18.  <br />
Entrare in rapporto con l’opera di Luigi Candoni significa anche comprendere il tema del rapporto tra un artista e la sua terra natale: in questa regione di emigrazioni non solo operaie, ma anche intellettuali, è il tema che fa riaffiorare, accomunati nella memoria, i nomi di Pasolini e Turoldo, di Afro e Mirko Basaldella, di Siro Angeli come di molti altri artisti sui quali questa terra ha avuto un effetto quasi quietante delle loro energie, altrove invece potutesi dispiegare liberamente con grande e maggiore intensità. Candoni ritorna nella sua nativa Arta Terme già malato, dopo una vita artistica vissuta altrove e ricca non solo di successi, ma anche e soprattutto di grande energia provocatoria e innovativa. E però questo ritorno – appunto – non è attraversato da rabbie e incomprensioni, e non possiede nemmeno il senso quieto e definitivo con cui la terra di Casarsa abbraccia ancora il corpo di un Pasolini prima rinnegato, poi amato con sincerità a volte, con convenienza altre. Il ritorno di Candoni alla sua terra ha la forma di un testimone da passare, il senso di un esempio di consegnare. Dapprima nelle mani dei suoi amici di sempre (Sergio Sarti, Armando Bortolotto, Italo Tavoschi, Rodolfo de Chmielewski), fino a quando a raccoglierne l’eredità in tempi più recenti ci penseranno il Centro Servizi e Spettacoli di Udine, ma soprattutto i suoi amici della Carnia.
Là, proprio accanto alla sua casa natale di Cedarchis, il Comune di Arta Terme ha appena consegnato nelle mani dell’Associazione Luigi Candoni e dei suoi storici fondatori, Luigi Dereatti e Celestino Vezzi, una sede nuova di zecca. E in quella sede c’è adesso, raccolto e preziosamente inventariato, l’itero archivio di Luigi Candoni, ma anche l’intera raccolta di tutti i testi che per più di vent’anni parteciparono allo stesso Premio Candoni: un monumentale insieme (di ogni tipo e di ogni genere) che la famiglia Bortolotto ha consegnato nelle mani del Centro. Centro che ora si propone di dare il giusto respiro e la giusta diffusione all’opera di questo figlio della Carnia, attraverso quattro appuntamenti contrassegnati dal divertente titolo di Candoniadi. A partire dalla prima serata, quella di sabato, in cui la giovane ed entusiasta compagnia del Forum Julii Teatri, sotto la regia di Sonia Pellegrino Scafati, metterà in scena a quasi 50 anni di distanza uno dei testi più divertenti e profondi di Luigi Candoni, ovvero quelle Olimpiadi dei clowns che debuttarono a Roma nel 1960 per la regia di un non ancora così celebre Andrea Camilleri. Per proseguire poi con una serata dedicata al teatro di Siro Angeli, e ai suoi rapporti con Candoni e con la Carnia, condotta da Angela Felice e con reading-concerto in cui Gigi Maieron canterà le più belle poesie dei poeti carnici, compresi degli inediti di Candoni stesso. Serata conclusiva infine con Viva Candoni, un “a solo” in parole e musica di Rodolfo de Chmielewski, uno degli attori prediletti da Candoni nel suo ultimo periodo udinese. Un mosaico di appuntamenti che segnano il risveglio dell’interesse che la Carnia e il Friuli devono mantenere vivo nei confronti di figure come Candoni, impegnate nella trasformazione della propria capacità creativa in un indispensabile strumento di comprensione dei sentimenti di un uomo e della terra in cui vive.