Arta Terme: il grido degli albergatori «Non si regalino soldi all’Austria, si investa ancora sullo Zoncolan»


di Alessandro Cesare

Mostrano con orgoglio uno schizzo del primo progetto di ovovia per collegare Arta Terme al Monte Dauda, risalente alla fine degli anni 40. Parlano dei quasi 2 mila posti letto a disposizione e della necessità di unirsi con il polo dello Zoncolan come unica possibilità per dare respiro a un territorio che, se fino a qualche decennio fa riusciva a registrare 120 mila presenze, oggi supera di poco le 60 mila unità. Gli albergatori di Arta Terme e Ravascletto, insieme agli imprenditori, fanno fronte comune per chiedere alla Regione il collegamento con lo Zoncolan attraverso il monte Dauda. Un progetto già pronto, che, costando all’incirca come la cabinovia per Passo Pramollo, potrebbe rappresentare una valida alternativa proprio allo sviluppo trasfrontaliero tra Pontebba e Nassfeld. «I soldi investiti da noi – affermano gli albergatori carnici – non andrebbero a finire in Austria, ma resterebbero in Friuli Venezia Giulia. E poi qui gli alberghi già esistono, non si partirebbe da zero». Gli operatori non ce l’hanno né con Pontebba né con Pramollo, ma intendono farsi valere per portare a casa un rilancio del proprio territorio. «Non vogliamo metterci contro nessuno – spiegano – abbiamo soltanto l’intenzione di far notare come il nostro comprensorio possegga tutte le carte in regola per uno sviluppo turistico verso lo Zoncolan. Il progetto verso il monte Dauda infatti nasce da una logica commerciale, capace di portare sviluppo non solo ad Arta Terme e a Ravascletto, ma anche a Zuglio, Lauco, Ovaro e oltre. Una proposta unica in regione per un polo sciistico – precisano – in quanto costruita su tre tratti distintivi di questa zona: la presenza delle terme, i posti letto già pronti e disponibili, le peculiarità storiche e culturali con gli scavi romani e la Pieve di San Pietro. L’equazione è semplice: partiamo da un qualcosa che altri territorio non hanno e di questo la politica deve tenerne conto». Nei giorni scorsi è stato effettuato un sopralluogo nelle aree dove dovrebbe essere costruito l’impianto e la fattibilità dell’opera è stata garantita. «Questo collegamento – affermano gli albergatori – non è una priorità soltanto per i nostri comuni, ma anche per lo Zoncolan, che, oltre a essere saturo per i posti auto, specie nei fine settimana, ha bisogno di nuove piste». L’idea è quella di sfruttare la forza dello Zoncolan come polo sciistico d’inverno, puntando sulla visibilità ottenuta con il ciclismo per la stagione estiva. Tutte considerazioni che spingono gli operatori carnici a chiedere alla Regione di puntare sul loro progetto e non su quello di Pramollo. «Potremo dare impulso all’economia infondendo entusiasmo tra le nuove generazioni».