Baracetti: se si finanzia Trieste e non il Friuli

di ARNALDO BARACETTI

Secondo notizie di stampa, nel prossimo dicembre il Cipe finanzierà per 270 milioni di euro i lavori della nuova piattaforma logistica del porto internazionale di Trieste. Prima delle recenti elezioni politiche, il governo aveva assegnato 50 milioni di euro per il completamento della grande viabilità triestina . In queste settimane quella Camera di commercio e alcuni consiglieri regionali della città hanno messo sotto pressione il presidente Tondo per ottenere, già nella Finanziaria regionale per il 2010, l’avvio del finanziamento per 50 milioni di euro del nuovo acquario o parco sul mare.
Sia chiaro che noi friulani non abbiamo nulla in contrario al potenziamento delle infrastrutture di Trieste, in particolare del suo porto, che dovrebbe rilanciare in pieno la città al servizio dell’intera area centro-orientale europea e dei suoi collegamenti con il bacino del Mediterraneo e, soprattutto, con il vicino e lontano Oriente. Anzi, a questo fine, come abbiamo detto altre volte – e con noi il presidente Prodi al teatro Verdi della città giuliana –, potremmo suggerire agli amici triestini di perorare con la massima decisione queste richieste a Roma e quindi presso l’Unione europea e i governi interessati dell’Europa Centrale. Avendo presente che se non si muovono lo faranno gli amici sloveni, che per il potenziamento del porto di Capodistria hanno già predisposto un progetto in grande stile con una spesa prevista di 3 miliardi e mezzo di euro. <br />
Che sul porto si giochi la grande prospettiva di Trieste (e non con il Friuli!) lo dimostra la notizia del quotidiano triestino dell’altro giorno, secondo cui, anche per le esigenze di navi che sempre più giungono in porto, la Fincantieri ha fatto ripartire, con 800 occupati, il cantiere navale dismesso all’inizio degli anni 90.
Bene, dunque, fanno i triestini a muoversi sempre più per il rilancio dei traffici sul mare che, con l’uso dei punti franchi e l’indotto,potrebbero finalmente ridare ali alla città, alla sua crescita economica e demografica e ai suoi collegamenti ferroviari e aerei.
Ma da friulano – che ai suoi tempi di parlamentare contribuì non solo a buone leggi per la ricostruzione del Friuli terremotato, per la lingua friulana e per l’istituzione dell’università del Friuli, ma anche dell’Area di ricerca scientifica di Trieste e per il raddoppio e l’ammodernamento della ferrovia pontebbana da Udine a Tarvisio (oggi,purtroppo al 40% del suo potenziale per il mancato arrivo del grande traffico portuale da e per Trieste) – mi si permetta di rivolgere alcune domande al presidente della giunta regionale, a tutti i gruppi del consiglio regionale, ai parlamentari friulani e ai loro partiti. Secondo voi, il Friuli non ha alcun grosso problema in piedi? Come fate a ignorare il documento del 1° luglio di quest’anno, elaborato dalle Associazioni degli imprenditori friulani, dai sindacati dei lavoratori, da importanti enti locali, dal comitato per l’autonomia e il rilancio del Friuli che ha come titolo significativo: “Friuli: costruiamo un progetto per uscire dall’ombra”? Per esempio, voi parlate delle grandi infrastrutture internazionali che dovrebbero attraversare, tra venti o trent’anni, il Friuli, ma come fate a ignorare del tutto l’esigenza, oggi, di intervenire per attuare i progetti già elaborati insieme dalle Province di Gorizia, Udine e Pordenone (e approvati dalla Regione e dall’Anas nazionale) e quindi immediatamente cantierabili, per l’ammodernamento delle ex strade statali da Gorizia a Udine e da Udine a Pordenone? Oggi percorribili con gravi difficoltà, sono intasate da strettoie e dai paesi da attraversare. La stima dei costi per tali progetti è di circa 300 milioni di euro. Ma per realizzare lungo tali assi stradali alcune rotonde di scorrimento sono stati stanziati soltanto 11 milioni di euro. D’altro non si parla. Si sappia bene che tale risposta è per noi inaccettabile, perché nega soltanto al Friuli le risorse necessarie. Come dice il documento del 1° luglio scorso, al di là della riqualificazione e del potenziamento del sistema ferroviario, «la dorsale urbana Pordenone-Udine-Gorizia con le sue diramazioni a Nord (verso Spilimbergo e Maniago da una parte e verso Gemona e Tolmezzo dall’altra), a Est (Cividale) e a Sud (Palmanova e Cervignano) è la metropoli policentrica del Friuli e deve tornare ad avere una funzione di motore di tutta l’economia friulana. Qui non solo vivono, lavorano e si muovono le maggiori aliquote di popolazione regionale. Qui non solo pulsa il cuore economico della regione (il 55% delle merci gira tra varie lavorazioni all’interno dell’area stessa, prima di procedere verso i mercati di sbocco), ma qui è collocato il perno funzionale di quell’Euroregione che vogliamo al centro dell’Europa». Per quest’asse viaria, di valore strategico per i traffici e l’economia del Friuli, la Regione, i parlamentari, la Comunità delle Province friulane, i partiti politici intendono o no sostenere con decisione i diritti allo sviluppo della nostra terra? O il Friuli, per uscire dall’ombra, deve ancora tacere e aspettare
?

3 Risposte a “Baracetti: se si finanzia Trieste e non il Friuli”

  1. Non posso che concordare con quanto scritto dall’On.Baracetti.
    Il Friuli ed in particolar modo Udine, ma anche Pordenone e Gorizia, stanno subendo una lenta e continua emarginazione che dev’essere fermata e questo lo si può fare solo con un progetto politico ampio che porti alla separazione da Trieste che potrebbe diventare " città metropolitana "  ed alla costituzione di un Regione con i soggetti che intendano starci per ritornare a quello che era il Friuli anteguerra.-
    Fare di Udine il centro vero del Friuli, logisticamente parlando sfruttando, come dice l’On.Baracetti, la dorsale Vicenza, Treviso, Pordenone, Udine, Gorizia, Lubljiana che porterebbe ad una riduzione del percorso di 100 km. circa  in confronto di quello della linea bassa Venezia, Cervignano, Trieste, sfruttando così una linea ferroviaria già ottima come prestazioni ma sottoutilizzata ed un bacino d’utenza molto più vasto, sia per le merci che per le persone.-
    Anche la scelta della nuova strada che dovrebbe collegare la zona della sedia con Cervignano ed il suo interporto mai partito ma ben finanziato è sbagliata perchè, come funziona bene il traffico diffuso in Germania non si capisce perchè non potrebbe funzionare anche in Italia riaprendo quelle Stazioni come Manzano che a s.t. spedivano fino a 2000 vagoni l’anno e questo vuol dire 2 treni la settimana.-
    E poi e poi e poi 

  2. Siamo sempre alle "solite commedie",il problema di fondo è:ma noi friulani contiamo qualcosa solo per pagare e tacere?…io personalmente penso di chiedere la cittadinanza austriaca o slovena per non avere più a che fare con questa realtà…

  3. Sì, effettivamente ti vengono questi pensieri ma non so se sia la giusta soluzione perchè è come scappare davanti al nemico.I nostri problemi dovremmo cercare di risolverli da soli come si fa in una famiglia. Anzitutto ci vorrebbe un Osservatorio, composto sia da Friulani che da Triestini di spiccata e provata onestà, autorizzato ad accedere a tutti i documenti della Regione, per valutare come sono state distribuite e come vengono distribuite le risorse e poichè soldi non ce ne sono, il servizio che svolgono deve essere gratuito.
    Poi i Friulani, stabilite le proprità e scelti gli obbiettivi, dovrebbero veramente diventare più aggressivi e tirar fuori le unghie per ottenere quello che giustamente viene chiesto e che da anni viene negato perchè non mi si venga a dire che nel 2009 sono giustificate le condizioni delle due arterie che uniscono Udine a Gorizia ed a Pordenone.Si è voluto artatamente emarginare Udine ed il Friuli e si continua spudoratamente in questo.-
    Sembra quasi che si dita ai Friulani " avete avuto tanto dal terremoto che è giusto Trieste abbia la sua parte " come se Trieste non avesse avuto ……..
    Mandi
    Walter Codeluppi
    P.S. Erano mie le prime considerazioni e mi scuso se ho dimenticata la firma.-

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