Acqua: passa la fiducia e la Lega vota a favore


La Camera dice sì alla privatizzazione dell’acqua potabile. Dopo l’approvazione avvenuta in Senato, il sì dei deputati alla fiducia posta dal governo, licenzia definitivamente il provvedimento con 320 sì e 270 no. Domani il voto finale sul provvedimento che convertirà il decreto  e che a questo punto appare scontato.Il decreto passato con la fiducia non comprende solo la privatizzazione dell’acqua, ma numerosi adeguamenti a direttive europee (in materia ferroviaria, di concessioni autostradali, di commercializzazione di elettrodomestici non inquinanti) tra cui la liberalizzazione dei servizi pubblici locali. La Lega Nord, ha votato a favore del governo.
Sono esclusi la distribuzione dell’energia elettrica, le gestione delle farmacie comunali e il trasporto ferroviario regionale. <br />
Per il servizio idrico viene specificato che le forme di affidamento devono avvenire nel rispetto dei principi di autonomia gestionale del soggetto gestore e di piena ed esclusiva proprietà pubblica delle risorse idriche”.
Spetta alle istituzioni pubbliche prendere decisioni ”in ordine alla qualità e prezzo del servizio”.
Non è ancora chiaro se sarà un’Authority a fissare le tariffe, o se toccherà farlo a una nuova sezione dell’Autorità per l’Energia dell’Autorità per l’energia.
 
Associazioni e partiti annunciano un referendum
Già annunciato un referendum da parte di numeropse associaizoni dei consumatori e ambientaliste, oltre che dall’Idv e dal Verdi.
Il governo ha deciso di porre, per l’ennesima volta, la fiducia alla Camera su un provvedimento che fa molto discutere: la privatizzazione dell’acqua. Alla Camera è in corso il voto di fiducia per appello nominale. Vi immaginate cosa potrebbe succedere se l’acqua del rubinetto fosse equiparata al gas, all’elettricità, o a una linea telefonica, e fosse venduta a prezzi sempre più alti e venisse, magari, negata a un cittadino perché moroso nei confronti del gestore che eroga il servizio idrico?
Sembra uno scenario paradossale eppure è quello che potrebbe succedere nel giro di poco tempo.
La norma che apre la strada alla privatizzazione del bene più prezioso, l’acqua appunto, è approdata alla Camera, e ha già scatenato uno scontro politico tra la maggioranza, decisa a votarla anche attraverso la fiducia, e il fronte del no pronto al referendum abrogativo se la legge venisse approvata. L’associazione Federcontribuenti annuncia lo sciopero fiscale, mentre l’Antitrust si esprime in senso positivo.
 
 
"Positivo, ma serve un’autorità di controllo"
"Mi sembra un buon provvedimento", ha dichiarato Antonio Catricalà, presidente dell’Autorità di garanzia per la concorrenza e il mercato, "l’acqua rimarrà un bene pubblico ma il servizio finalmente viene liberalizzato, il che non vuol dire necessariamente privatizzato, ma che si apre ai privati la possibilità di esercizio in questo servizio essenziale". Sul rischio di un aumento delle tariffe ha aggiunto: "è una preoccupazione che condivido se non ci sarà il controllo e la verifica da parte di un’autorità indipendente: se invece sarà chiaro di chi sarà la responsabilità – ha concluso Catricalà – spero che queste preoccupazioni possano rivelarsi infondate".