Cadunea: per Samanta e Igor dopo il dolore la polemica

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I familiari di Samanta Moradei vittima di un gravissimo incidente a Piano d’Arta Terme 10 giorni fa insieme a Igor Candoni, con una lettera al Messaggero Veneto, rispondono al Parroco di Cadunea che durante l’omelia al funerali li aveva in qualche modo accusati di di non avere imposto regole nell’educazione della figlia.

«Dai nostri ragazzi si pretende quella maturità che gli adulti hanno acquisito nell’arco della vita, a volte anche sbagliando». E ancora: «Noi genitori non possiamo essere accusati di non aver messo regole in famiglia da chi quelle stesse regole le ha messe in modo sbagliato allontanando i ragazzi da lui anche perchè non ha saputo comprenderli». Sono due passaggi delle lettera che i genitori e gli zii di Samanta Moradei, la ragazza morta dieci giorni fa in un incidente stradale assieme a un amico, hanno scritto al nostro giornale. <br />
Lo hanno fatto dopo che il parroco di Cadunea, don Giordano Cracina, prima durante l’omelia nel giorno del funerale di Samanta, poi dalle colonne del nostro giornale, si è appellato alle famiglie carniche perchè fermino una sorta di deriva giovanile mettendo regole all’interno della famiglia. A questo e ed altre riflessioni del parroco rispondono, in questa accorata lettera.
«"I genitori devono mettere dei paletti e delle regole"». Questo abbiamo letto nell’appello di don Cracina: probabilmente sono gli stessi paletti e regole, forse messi in modo sbagliato che hanno contribuito all’allontanamento dei giovani da chi non li sa comprendere, da chi non sa parlare loro con il cuore, ragionando e confrontandosi con loro a mente aperta, ascoltandoli in qualsiasi momento da loro richiesto. E’ semplice giudicarli, criticarli. Molti adulti parlano con "saggezza", quella saggezza che forse si sono scordati aver acquisito nell’arco della vita a volte anche sbagliando. Da questi ragazzi a volte si pretende una maturità che solo con il passare del tempo, sperimentando la vita, ognuno con le proprie esperienze, acquisiranno com’è giusto che sia e com’è stato per tutti noi. Da come vengono esposti i fatti – scrivono – sembra che i nostri ragazzi non sappiano fare altro che bere, far uso di stupefacenti o sballarsi. Proviamo ad andare oltre, ad andare a fondo a ciò che realmente sono».
«Naturalmente è scontato che la colpa è dei genitori: è semplice puntare il dito soprattutto da parte di chi genitore non è. Chi è genitore sa i sacrifici, le rinunce che si affrontano per loro, aiutandoli e sostenendoli sempre in ogni difficoltà della vita in cui possano trovarsi. Questo non è "accontentarli in tutto", é amarli incondizionatamente, proteggendoli per quanto possibile da tutti i pericoli. Riferendoli ai giovani che hanno partecipato al funerale di Samanta si è detto: "sono pietosamante insoddisfatti spenti e vuoti". Se ci fosse stata empatia probabilmente avrebbe colto che tutto ciò era un insieme di dolore e sofferenza, che loro compostamente stavano provando. Con tutto il rispetto possibile non crediamo sia stato meno pietoso, spento e vuoto il non vedere la sera precedente sull’altare a recitare il rosario colui che per primo avrebbe dovuto esserci. Durante la cerimonia – aggiungono – non un accenno, non una parola di cos’era Samy, cosa faceva, la sua intelligenza, spontaneità, il suo portare allegria ovunque fosse e con chiunque fosse,giovane o adulto. Di questo non ci stupiamo poichè non l’ha vissuta, non ha saputo avvicinarla a sè e questo ce lo conceda è un suo fallimento, non di noi genitori. Basterebbe poteste leggere tutto ciò ceh hanno scritto coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerla per capire chi era veramente Samy. Fra tutte citiamo una frase: "sono stata onorata di aver conosciuto Samy dalla quale ho ricevuto tanto" (una prof.). Certamente noi, da persone umili, non abbiamo la pretesa di insegnare niente a nessuno,ma ci riserviamo il diritto di essere genitori cercando di svolgere il nostro ruolo nel mgliore dei modi possibile, e non facendoci sentire tali solo quando vengono mosse critiche per come educhiamo i nostri figli, molte volte magari anche sbagliando.
Anche i nostri ragazzi a volte come tutti (adulti e non) commettono errori ma non per questo devono essere sempre colpevolizzati. Se sono "bravi ragazzi" sono membri della comunità etc, se inconsciamente sbagliano, a volte non si comportano bene per la collettività, siamo noi genitori a non aver saputo educarli».
«Noi – conclude la lettera – siamo racchiusi qui nel nostro dolore e siamo propensi ad ascoltare chiunque possa "insegnarci" ad essere dei buoni genitori, ma non abbiate la pretesa di insegnarci ad amarli come solo un genitore può. Genitori non si nasce si ha la fortuna grazie a Dio di diventarlo. Non scordiamoci che tutti dai più anziani ai più saggi prima di essere tali sono stati a loro volta figli e ragazzi. "Dio ci ha insegnato a perdonare non a condannare".
 

Una risposta a “Cadunea: per Samanta e Igor dopo il dolore la polemica”

  1. …un semplice commento nel rispetto del dolore dei genitori e parenti che ancor oggi, dopo quasi due anni, certamente, soffrono nel ricordo dei loro cari prematuramente scomparsi.

    Premetto che non conoscevo Samanta e poco anche Igor, ma resta il fatto che troppa libertà, anche se accompagnata da una limpida intelligenza e solarità, senza l'esperienza di saper riconoscere i limiti oltre i quali non si può andare, troppo spesso portano a queste conseguenze che sovente comportano lo spegnersi prematuro di giovani esistenze.
    Non ci è dato di sapere il perchè qualcuno di noi arrivi a 100 anni e qualcun'altro se ne vada a 20, dobbiamo accettarlo senza porci domande alle quali non abbiamo i mezzi per rispondere.
    Noi genitori abbiamo il dovere di proteggere i nostri figli in qualsiasi modo non semplicemente volendogli bene, nutrendoli, mandandoli a scuola e facendo in modo che la loro gioventù sia il più possibile "spensierata", ma anche, all'occorrenza, agendo duramente e preventivamente al fine di evitare il più possibile queste disgrazie dovute all'esuberanza del gruppo che obnubila l'intelligenza individuale e fa compiere atti stupidi e mortalmente periciolosi.

     

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