Carnia: ancora fusioni, si pensa al “Comune delle Colline carniche”

 

di Tanja Ariis.

Si pensa al “Comune delle Colline carniche”: Raveo, Enemonzo e Villa Santina potrebbero fondersi, ma prima di avviare l’iter i sindaci vogliono confrontarsi con la popolazione. Non si sa ancora se Lauco (con i suoi 800 abitanti) sarà della partita. I quattro centri assieme toccano i 5 mila abitanti e quasi 100 kmq, diverrebbero il secondo Comune della Carnia. Altro che fusione Paularo-Ligosullo, da cui li differenzia anche l’ottica: in questo caso infatti non ci si pone in contrasto con la nascente Unione dei Comuni montani della Carnia, al cui interno il nuovo Comune assumerebbe anzi un peso maggiore. Lo evidenziano i sindaci di Villa Santina ed Enemonzo, Romano Polonia e Paolo Iussa. Nell’associazione intercomunale del Parco delle Colline carniche si fa strada l’idea di fondersi in un unico Comune con quel nome. Il fatto di lavorare assieme da anni su varie attività ed i crescenti tagli di risorse che mettono sempre più in croce i Comuni incoraggiano quella via. Sono restii a parlarne i sindaci, prima di essersi confrontati con le loro comunità, ma che ci stiano pensando è già una notizia. «Quella del “Comune delle Colline carniche” – dice Daniele Ariis, sindaco di Raveo, il più piccolo dei 4 Comuni – è un’ipotesi che vogliamo prima discutere con la popolazione per capire se può divenire realtà. Il cittadino è e deve essere sovrano. Il Parco intercomunale delle Colline carniche è nato nel 1999 e nel 2006 è nata l’associazione intercomunale. I nostri uffici così già lavorano assieme. Il nuovo Comune con i suoi 15 paesi sarebbe la consacrazione di questo percorso con un vantaggio competitivo nei servizi ai cittadini e nel diverso peso politico e nel potere di contrattazione che ha un Comune di 5 mila abitanti». Anche Polonia, sindaco del Comune più grande, sottolinea: «prima di decidere, vogliamo parlarne con la gente, i dipendenti. Organizzeremo un ciclo di incontri con i cittadini, ne dibatteremo nelle giunte e nei Consigli comunali», prima che la decisione sia comunque imposta per legge o dai tagli. Dal 2013 cesseranno anche i trasferimenti dalla Regione per le associazioni intercomunali e già allora molti bilanci saranno in croce. Tanto vale decidere subito da soli come e cosa fare, visti anche gli incentivi della Regione. Per Iussa (il suo Comune conta 1400 abitanti), come per Ariis e Polonia, la preoccupazione crescente è chiudere il bilancio e garantire al contempo ai cittadini i servizi e la fusione può essere un’opportunità per crescere assieme. I tre sono concordi anche sul fatto però che si dovrà garantire un’adeguata rappresentanza di tutti i territori in Consiglio comunale e uno sportello attivo in tutti i vecchi municipi. Il sindaco di Lauco, Olivo Dionisio, è invece dubbioso: «sto ancora valutando – dice – l’ipotesi. Lauco, al di là della buona cosa dell’unione delle forze, è una realtà un po’ diversa».