Carnia: i Comitati uniti, in 16 pagine appello per la montagna


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di Piero Cargnelutti.

Con l’avvicinarsi della campagna elettorale, il documento a tutela della montagna friulana lo scrivono i comitati impegnati su tutti i fronti, dalle grandi opere ai servizi che vengono portati via indebolendo le comunità più periferiche. Il pamphlet, 16 pagine fitte in cui vengono affrontati tutti gli argomenti punto per punto, è stato presentato ieri in conferenza stampa alla presenza di tutti i referenti dei comitati attivi in Alto Friuli, ovvero Franceschino Barazzutti, Antonino Galassi, Dino Rabassi, Anna Maria Gisolfi, Dino Franzil, Renato Garibaldi, Ira Conti, Paolo Querini. Fra le pagine, sono elencati tutti i temi che hanno caratterizzato il dibattito pubblico di questi anni: l’elettrodotto Würmlach-Somplago, il raddoppio delle centrale Edipower, l’autostrada A23-A27 Carnia-Cadore, ma anche servitù come quello dell’oleodotto Siot, attivo dal ’67 e per il quale si chiedono gli arretrati rispetto a miliardi di litri di petrolio che hanno attraversato il territorio negli anni. Non solo, in tema di tutela delle acque ci sono le proposte per le centraline sul lago di Cavazzo che ridurrebbero i fanghi nel bacino e fornirebbero ricchezza alla vallata, ma si parla anche di selvicoltura e filiera del legno, di un piano generale per il lavoro e l’occupazione, di una gestione delle risorse idriche che ha fatto aumentare le bollette e ha allontanato il controllo da parte dei Comuni affidandolo a Carniacque (pur di fronte a scelte controcorrenti come quelli di Ligosullo, Cercivento e Forni Avoltri), dell’irrisolto problema delle proprietà collettive, di agricoltura, di riforma degli enti locali montani, di turismo, di sanità, di spopolamento, e di colonizzazione culturale e linguistica subita dalle genti friulane. Quel documento presentato ieri, i comitati lo hanno intitolato “La mont, mâri da mont”, citando le parole del combattivo e compianto Pre Toni Beline: «Era dai tempi di monsignor Battisti – ha detto Franceschino Barazzutti – che non si facevano documenti sulla montagna. Noi non siamo candidati, ma siamo radicati sul territorio e andremo a dire chi è contro e chi è a favore di certe scelte: dopodiché, la gente valuterà da sola chi votare». È un grido che mette in discussione anche posizioni sindacali rispetto alle grandi opere in una società in cui anche certi schemi e rapporti sociali si stanno notevolmente modificando, come ha ricordato Renato Garibaldi. Mentre si preparano a distribuire nella società civile il documento, i comitati sono già al lavoro per una prossima manifestazione.