Carnia: il dibattito sulla chiusura delle scuole elementari

Stefano Plazzotta
Ravascletto

Sono genitore di due alunni della scuola elementare e ho letto le dichiarazioni del sindaco di Rigolato D’Andrea che si vanta della lungimirante decisione, «naturalmente definita impopolare», di aver chiuso la scuola del suo paese. Non conosco personalmente il signor D’Andrea, ma per quanto ho potuto leggere in questi decenni sui giornali mi sembra si sia distinto per aver cambiato spesso idea e non dovrebbe meravigliarsi il sindaco di Forni Avoltri se anche questa volta non si è smentito; si vede che l’aria per quanto concerne la scuola spira verso valle  Mi chiedo comunque come mai abbia fatto costruire quella bella galleria super-illuminata fra i due paesi se non può veder transitare al suo interno i ragazzi dei due paesi che unisce. Non credo sia il caso comunque che D’Andrea faccia il “profeta” di scelte controcorrente, ma anzi definirei la sua decisione per niente impopolare, anzi la più popolare possibile in quanto ha scaricato la responsabilità della decisione al popolo, in questo caso ai genitori degli otto alunni che, lasciati soli, come racconta nella sua bellissima lettera la signora Zuliani essendosi trovata davanti allo sfascio che la riforma Gelmini porta nelle nostre scuole di montagna, senza cognizione di causa, consigli o aiuto non hanno potuto far altro che seguire la corrente. Duemila anni fa, un tale fece la stessa cosa nel decidere sul destino di nostro Signore; si lavò le mani e demandò la decisione alla folla in piazza che gridava la sua fine. Il signor D’Andrea poi si chiede perché tante famiglie hanno scelto di trasferirsi a valle lasciando il suo paese senza bambini nella scuole. Mi sembra che il comune di Rigolato, assieme al mio comune, Ravascletto, sia fra i paesi che nell’ultimo ventennio abbia “mangiato”, come dice lui, di più in quanto a contributi pubblici; peccato che gli stessi siano stati richiesti per realizzare incredibili colate di cemento nel centro del paese che, come denuncia lo stesso sindaco, non sono servite a niente. Probabilmente alle famiglie di Rigolato serviva altro, delle piccole attenzioni in più sul piano sociale e dei servizi e qualche grande opera appariscente e onerosa in meno. Tanto cemento in vent’anni e solo otto bambini rimasti alla scuola elementare, a questo dovrebbe rispondere il sindaco e rendere conto alla sua comunità invece di fare il portavoce e di profetiche decisioni nemmeno prese da lui. Se la sua lungimiranza porta a questi risultati ne facciamo volentieri a meno, anzi lo definirei un fallimento e un cattivo esempio anche per gli altri amministratori che in altri paesi della montagna hanno fatto decisamente meglio. La riforma Gelmini è nata con il freddo obiettivo di tagliare e far cassa e poco importa dove e perché, ma anzi gli ideali di chi ha realizzato la riforma ricompaiono sulle labbra dei suoi sostenitori soprattutto nelle istituzioni e nella scuola: se non ci sono i numeri non c’è qualità!, non c’è competizione!, ci sono molti costi e non vale la pena!; per il bene dei bambini e per il loro futuro e meglio chiudere! Ma siamo sicuri che i nostri ragazzi abbiano bisogno di questo? Li vogliamo dei cloni dei ragazzi di città oppure consapevoli delle peculiarità del nostro territorio e capaci ancora di distinguere un faggio da un abete. Dovranno essere il futuro dei nostri paesi di montagna o un posto vale l’altro, basta che stiano bene! Ritengo che scelte profetiche siano altre e potrà vantarsene colui che riuscirà, nel suo piccolo, a invertire la tendenza e con piccoli passi, giorno dopo giorno, portare le persone a risalire la corrente. A dimostrare quanto sopra, e cioè che le colate di cemento e le opere grandiose servono a poco, è probabile che il prossimo Comune a chiudere la scuola sarà il mio, Ravascletto; naturalmente sempre per il bene dei ragazzi. Il prossimo anno i bambini alle elementari saranno solo 11 a fronte di miliardi e miliardi di opere pubbliche bene in vista per chi transita per la valle. Dove andranno i ragazzi di Ravascletto se chiude la scuola del paese? Secondo quanto ripetuto più volte dal dirigente scolastico, e cioè che ogni famiglia ha facoltà di mandare i propri figli a scuola dove più gli comoda e vista la posizione particolare del nostro comune a cavallo fra due valli, sarà meglio la valle del But o la val Degano?; la scuola di Cercivento, Sutrio, Paluzza oppure Comeglians od Ovaro? E le famiglie, i servizi e il municipio seguiranno a valle i ragazzi? Si preannuncia per la nostra comunità un bello spezzatino! Concordo infine con la signora Zuliani di Rigolato sull’ottimo lavoro e la qualità di insegnamento che la scuola di Ravascletto ha dato in questi anni ai miei figli, soprattutto grazie al lavoro di insegnanti preparati e che ci mettono passione. Solo la passione dei montanari salverà la montagna da chi con teorie figlie di altre realtà e freddi numeri la vuole rovinare!<br /> 

Una risposta a “Carnia: il dibattito sulla chiusura delle scuole elementari”

  1. aggiornamento del 19/10/2010

    Siamo costretti, nostro malgrado, a intervenire dopo la lettera del signor Stefano Plazzotta che, da tuttologo imperfetto, prendendo lo spunto dal tema del riordino del sistema scolastico di montagna, coglie l’occasione per sconfinare in valutazioni e giudizi sull’operato passato delle amministrazioni comunali di Rigolato e Ravascletto. Troviamo corretto e necessario che qualsiasi cittadino abbia il diritto di criticare, non essere d’accordo, contestare: è il sale della democrazia. Ogni confronto, se ovviamente seguito da proposte concrete e intelligenti, non può che migliorare ogni azione politico-amministrativa. Nella fattispecie, ciò che sorprende è l’imprecisione, la pretestuosità e se vogliamo l’ignoranza di fattispecie, che hanno condizionato il signor Plazzotta nell’estensione della sua lunga e confusa missiva. Valutazioni, quelle del Plazzotta, frutto di “non conoscenza”, per usare un eufemismo, e figlie di un ermetismo di lontana memoria che non giova a nessuno, tranne a chi è abituato a sguazzare nelle pozzanghere, non sapendo che gli schizzi del pantano possono macchiare chiunque. Andiamo per ordine. Per quanto concerne la chiusura della scuola elementare di Rigolato, la decisione è stata presa dall’amministrazione comunale, con il convinto sostegno della quasi totalità dei genitori degli alunni, con “l’astensione” della signora Giulia Zuliani; “astensione” risultata ai più incomprensibile, nel momento in cui quando si parla dal futuro dei propri figli “astenersi” dovrebbe essere perlomeno imbarazzante. Se il Plazzotta grida allo scandalo per questo, ossia per il metodo trasparente e partecipato che ha portato a questa scelta, significa che ha uno strano concetto di democrazia. La scelta di potenziare il servizio scolastico, perché di questo si tratta, aggregando una scuola (di 8 ragazzi in pluriclasse unica e con una sola insegnante!) con altra struttura, rappresenta un passaggio obbligato tanto quanto opportuno: per la qualità, il confronto, la competizione, l’interscambio intersoggettivo, la didattica, eccetera. Nessuno si è lavato le mani, anzi: sarebbe stato più semplice mantenere una scuola, a prescindere dalla qualità, a prescindere da tutto. Tutti, Amministrazione e genitori, si sono assunti la responsabilità di una decisione, che più passa il tempo più si rivela azzeccata. Viste anche le proiezioni future, in termini di natalità. Lo sa il “lungimirante” signor Stefano Plazzotta quante nascite sono state registrate all’anagrafe del Comune di Rigolato negli ultimi due anni (2009 e 2010)? 1, in lettere una. E donne in dolce attesa per il 2011 ancora non ne vediamo. Allora di cosa parliamo? Cosa vogliamo difendere? Vogliamo continuare a fare demagogia, a fare gli struzzi? Qualcuno forse sì, noi no! Per quanto concerne le opere pubbliche realizzate a Rigolato e Ravascletto, riteniamo siano tutto, tranne inutili e non rispettose dell’ambiente; e soprattutto siano il frutto di una pianificazione cercata e valutata per dare sviluppo ai nostri paesi, con l’intento di mantenere e garantire i servizi di prossimità e un minimo di occupazione. Nel privato come pure nel… pubblico. Le opere pubbliche realizzate a Rigolato rappresentano un vanto per questa comunità e soprattutto sono servite a ospitare attività e servizi, dove il “pubblico” il più delle volte si è sostituito al privato. A Ravascletto, gli interventi pubblici hanno contribuito al rilancio di un turismo di qualità, offrendo agli ospiti opportunità nuove e innovative. Decenni di impegno di amministratori pubblici, di uomini e donne, che hanno creduto in un progetto, che hanno deciso di investire e rischiare di persona, che stanno giocando una partita importante e decisiva per il futuro del nostro territorio. Amministratori che hanno cercato perlomeno di fare e rifare, non limitandosi all’ordinaria amministrazione, ed evitando di perdersi in chiacchiere, profezie e piagnistei. Potremmo avere anche sbagliato, questo sicuramente, ma, a differenza dell’autore della lettera, noi abbiamo agito assieme, abbattendo anche le vecchie logiche di campanile. Certo, tutto è perfettibile, e persone piene di idee e soluzioni tascabili come il signor Stefano Plazzotta non potranno che essere le benvenute quando si tratterà di ricercare soluzioni e… finanziamenti. Abbiamo cercato e cercheremo ancora, con i nostri limiti, di lavorare per lo sviluppo possibile delle nostre comunità, in ogni modo e in ogni campo. Una cosa, purtroppo non siamo ancora in grado di fare o promettere: contribuire di persona all’incremento della natalità nei nostri paesi, a meno che la ricerca scientifica non trovi una soluzione anche a questo. Infine, per quanto riguarda le nostre idee, riteniamo non sia coerente e intellettualmente onesto colui che non ha l’umiltà di riconoscere i propri errori e da questi crescere e correggere le proprie convinzioni: solo i paracarri rimangono sempre fermi. Da noi, questi, li chiamano “cjastrons”. Testardi in lingua italiana.
    Ermes De Crignis
    ex sindaco di Ravascletto
    Fabio D’Andrea
    sindaco di Rigolato

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