Carnia: il possibile stop al bonus benzina, non piace ai pendolari del lavoro

di Tanja Ariis.

 C’è subbuglio in Carnia per la proposta del consigliere regionale Roberto Revelant di togliere il contributo per la benzina agevolata dirottando tali fondi al settore edile. L’idea non va giù a chi ogni giorno si reca al lavoro percorrendo grandi distanze o lavora a turno. La proposta era partita da Autonomia responsabile e dal Ncd nei giorni scorsi. Ivan Pascolo, già consigliere comunale tolmezzino, è molto contrariato. Lui percorre ogni giorno 80 km per andare e tornare dal lavoro, a Tricesimo, «e come me – assicura – i pendolari sono tanti». Con i mezzi pubblici non arriverebbe in tempo sul posto di lavoro e in un momento in cui sul lavoro è chiesta anche una maggiore flessibilità oraria ancora di più. «Oggi quel contributo è importante – sostiene – perché in tanti casi tocca fare i pendolari per lavorare. E se si percorrono centinaia di chilometri in una settimana, fa differenza. Ma si pensi anche a chi lavora a turno, magari in Automotive Lighting a Tolmezzo venendo giù dai paesi, anche quelli più lontani. Revelant – suggerisce – faccia una dormita sulla sua proposta e la riformuli. Se negli anni il contributo si è dato a tutti, ora invece di toglierlo in blocco lo si dia a chi se ne ha bisogno per lavoro, calcolando la distanza dal domicilio e guardando anche a chi lavora a turno, non a chi se ne serve il sabato per andare al centro commerciale». Gli fa eco Fabio Revelant di Paularo. Anche lui lavora a Tricesimo e ogni giorno macina 120 km di strada tra andata e ritorno dal posto di lavoro. Tradotto in litri di benzina, spiega, sono 2 mila litri in un anno e il risparmio che gli consente il bonus benzina è di 400 euro l’anno. «I disagi del vivere in montagna – afferma – sono tanti. È una scelta vivere in montagna. Ma le tasse le paghiamo come tutti». Se negli anni il contributo è stato dato a pioggia, oggi si guardi alla distanza dal posto di lavoro o alla mancanza di mezzi pubblici. Nel suo caso coi mezzi pubblici al lavoro, anche partendo alle 6 del mattino, arriverebbe alle 8.45. Anche lui evidenzia poi il problema di chi lavora a turno. Un altro carnico, elettricista dipendente di un’impresa a San Daniele, fa presente che in Carnia lavoro non ce n’è, in pianura non tanto, ma comunque qualcosa di più e che non si può lavorare per «lasciare lo stipendio sulla strada». E oggi, pur con lo sconto, vi lascia tra i 200 e i 300 euro al mese. Per lui non ha senso togliere il contributo a chi lavora e spiega che se fosse il consigliere regionale Revelant, guarderebbe nelle proprie tasche. «Sono gli stipendi e i rimborsi dei politici in generale – per lui – la vera cosa da rivedere».