Cercivento: Ale Pittin sul podio della combinata nordica alle olimpiadi

Fenomeno Alessandro Pittin, orgoglio della Carnia

Un carnico sul podio olimpico della combinata nordica: mai nessun atleta italiano era riuscito a salire sul podio olimpico di questa specialità.  La combinata di Ale inizia alle 18.00 ora italiana con la prova del salto:  dopo il salto Alessandro Pittin è sesto. Questo vuol dire che nella gara di fondo partirà con 48 secondi di ritardo rispetto a RYYNÄNEN Janne 1° in classifica,  a 14 secondi dal 2° classificato, a soli 6 secondi dal terzo classificato, ma a soli 2 secondi dal leader di Coppa del Mondo, Lason Lamy Chappuis.

Pittin partito, berretto bianco per individuarlo in questa 10 km; 94 % di umidità e 4 gradi nell’aria. Subito è chiaro che può giocarsi almeno il 2° posto, recuperando velocemente secondi ai primi.   A metà gara nei 7 del gruppo di testa e c’è anche Alessandro.  Ai 7,5 km il gruppetto di testa è formato da 8 atleti e comincia la gara viva. 3 americani in testa a darsi il cambio e poi ci prova il giapponese con un attacco secco sottovalutato dagli avversari e prende qualche metro. Pittin sembra bloccato è 6° e attacca Spillane che aalunga di forza e Pittin è 3 e all’esterno prova ad attaccare il secondo posto. Vanno a prendere Spillane che viene sorpassato nel finale al cardiopalma: vince Jason Lamy Chappuis con 3° il posto di Alessandro Pittin.

3 Risposte a “Cercivento: Ale Pittin sul podio della combinata nordica alle olimpiadi”

  1. Aggiornamento del 16/02/2010

    «Stentavo a credere che potesse riuscire nell’impresa di andare a medaglia, ma quando mi è passato davanti sulla dirittura d’arrivo ho avuto la sensazione che poteva farcela. Che grande emozione mi ha dato seguirlo negli ultimi metri. E poi che gioia, abbiamo proprio vissuto momenti incredibili». La signora Miriam, mamma di Alessandro Pittin, ha seguito la gara dalla tribuna e ha visto il suo ragazzo sprintare per il podio.
    «Non riuscivo a credere che fosse riuscito a tanto, tutto si è svolto come in un bel sogno e il ritmo della gara ha contribuito a far salire l’entusiasmo di tutti, anche i canadesi vicino a me facevano il tifo per Alessandro – aggiunge con giusto orgoglio mamma Miriam -: e pensare che saremmo stati felicissimi se fosse arrivato nei primi dieci. Aveva ragione suo padre Stelio a dire che la gara si sarebbe decisa nel finale, così è stato e Alessandro ci ha regalato la grande sorpresa».
    Dopo la gara è stata festa grande. Le campionesse olimpiche Gabriella Paruzzi e Manuela Di Centa sono state le prime a complimentarsi con Alessandro, racconta la signora Miriam. «Manuela lo ha anche premiato sul podio e questa è un’altra immagine che resterà per sempre nella mia mente. Mi hanno detto che era frastornato, che ancora non si rendeva conto di cosa aveva combinato, ma anche noi abbiamo avuto bisogno di pizzicarci per realizzare che il sogno era diventato realtà».
    «É stato bello vedere i grandi campioni – aggiunge -, quelli che Alessandro considera i suoi idoli, complimentarsi con lui e, poi, a Casa Italia è arrivata un’altra pioggia di complimenti. Adesso gli italiani di Vancouver e gli amici del Fogolar furlan vorrebbero conoscerlo, ma non so se sarà possibile farlo venire in città».

  2. Aggiornamento del 16/02/2010

    É il più grande giorno della mia vita» sono le prime parole pronunciate da Alessandro Pittin dopo lo storico bronzo conquistato in Canada, dove il piccolo-grande campione di Cercivento ha “sdoganato” la combinata nordica, specialità ai più sconosciuta nel nostro Paese e da pochi praticata.

    Raccontare la sua impresa, per lui è quasi una fatica più grande di quella della gara. «Sono riuscito a tirar fuori tutto quello che avevo…» dice, mentre sotto la sua scorza gelida si accavallano le emozioni, perchè questa è la sua prima volta in una Olimpiade e, soprattutto, perchè ha soltanto 20 anni. «É incredibile, soltanto all’ultimo metro ho capito che potevo vincere una medaglia, ma non sapevo se ero terzo o quarto. In quei momenti c’è una grande confusione…».
    Non si scompone Alessandro, non fa salti di gioia («Se alla sua età fossi salita sul podio olimpico, io avrei fatto le capriole» dice Gabriella Paruzzi), ma si intuisce che è felice. Prima di partire dall’Italia non aveva voluto fare promesse, e, anche dopo il podio, conferma che una medaglia non era nei programmi, forse albergava soltanto nei suoi sogni segreti. «Non immaginavo di poterci riuscire, ma quando ho visto che c’era la possibilità ho dato tutto me stesso».
    Che il grande risultato fosse dietro l’angolo è stato chiaro dopo la prova di salto: sesto con tutti gli avversari pericolosi racchiusi in un fazzoletto di secondi perchè il finlandese, che era in testa alla classifica provvisoria, non era certo un’iradiddio sugli sci sottili. «La volata finale è stata lunghissima, non finiva mai… é stato bellissimo, stento ancora a crederci» aggiunge Alessandro, che di colpo si è trovato catapultato al centro dell’attenzione dei media, associato ad Armin Zoeggeler per la serie “il giovane e il vecchio”, vincitore del secondo bronzo italiano a Vancouver e al quale lo scricciolo carnico ha soffiato un primato. Fino a domenica era stato l’altoatesino il più giovane azzurro a salire sul podio olimpico: aveva vinto il bronzo a Lillehammer nel 1994 a 20 anni e due mesi, mentre Ale ci è riuscito a 20 anni e tre giorni. Anche questo il segno di un predestinato o di un «investimento», come dice il numero uno dello sport italiano, Gianni Petrucci. «Per noi questa medaglia è il successo di un investimento nel quale abbiamo sempre creduto: a Torino Pittin lo abbiamo portato a gareggiare sedicenne. Quattro anni dopo ci ha ripagati alla grande».
     

  3. Aggiornamento del 16/10/2010

    Paluzza chiama e Cercivento risponde. I due piccoli paesini della Carnia, l’uno in vista dell’altro, sembrano rimbalzarsi gli onori delle cronache a suon di medaglie olimpiche: i Di Centa da Paluzza, ora Pittin da Cercivento. Non è una forma di antagonismo campanilistico, ma una semplice prova di efficienza e capacità messa in mostra dalle due comunità, prodighe di campioni sugli sci, quelli delle specialità nordiche, le più dure e sofferte.

    Paluzza, fin dai tempi degli allori olimpici della mitica Manu, seppe rispondere con festeggiamenti epici, riuscendo a trasformare il paese in una sorta di santabarbara della gioia e della riconoscenza verso i suoi campioni. Arrivando a Cercivento, il mattino dopo una serata indimenticabile, conclusasi con un soffertissimo quanto meritato bronzo olimpico, ti aspetti di ritrovare qualcosa di simile.
    Invece, niente di tutto ciò: Cercivento sembra ancora addormentato, quasi del tutto inconscio del grande regalo che solo poche ore prima gli ha fatto il suo giovane concittadino Alessandro Pittin. Solo un grande striscione sul bivio che annuncia la frazione bassa del paese, e alcune bandiere tricolore, molto poche, appese a qualche finestra.
    Gli interrogativi sorgono spontanei, nè si trova risposta dal sindaco Dario De Alti, assente per impegni professionali lontano dal suo paese. A fornire le prime spiegazioni provvedono però il suo vice, Cristian Morassi, e l’assessore allo sport, Dorino De Rivo. Non è che gli abitanti di Cercivento non abbiano vissuto questo sensazionale evento, anzi, avevano pensato di festeggiare adeguatamente il loro compaesano al suo ritorno da Vancouver, non immaginando che vi sarebbe rientrato con una medaglia al collo. È proprio così, Pittin ha preso in contropiede i suoi compaesani, forse scaramanticamente increduli che il giovane finanziere ce l’avrebbe fatta.
    «Certo – ribadisce il vicesindaco – adesso dovremo fare qualcosa di più, molto di più, come si merita. Ci ha fatto vivere una serata irripetibile: sentire citare il suo nome e quello del nostro paese su tutte le reti televisive ci ha fatto un effetto sensazionale, producendo un’emozione grandissima».
    Però gli si fa notare che il paese, a dispetto di tutto, sembra quasi non essersene accorto. «Qui vivono 723 anime – replica -, per la gran parte di persone anziane, ultrasettantenni. Alla sera si coricano presto, per cui pochi hanno assistito alle gesta di Alessandro. A fine gara avremmo voluto far suonare le campane a festa, ma ho temuto che ciò potesse spaventarli, facendoli pensare a qualche disgrazia e causando magari anche qualche infarto. Così le campane hanno suonato questa mattina alle 7, che è un orario molto più consono a loro».
    Resta il fatto che di festeggiamenti non si sente ancora parlare. Ci pensa allora l’assessore allo sport, che in merito ha le idee ben chiare. «Quelle in grande stile avverrano in occasione dell’arrivo del Giro d’Italia sullo Zoncolan il 23 maggio – spiega -, mentre due giorni prima faremo un preludio in una serata riservata al volo libero, con proiezione di foto della Carnia vista dall’alto».
    Ma il ritorno a Cercivento di Alessandro è molto più vicino: e allora cosa accadrà? «Questo resta ancora un po’ un mistero – conclude De Rivo –; c’è un fermento sotterraneo in tutto il paese, ognuno sta preparando qualcosa che emergerà solo al momento del suo arrivo. Tutta Cercivento gli vuole bene e sono certo che tutti assieme sapremo tributargli subito il ringraziamento che si merita».

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