Colloredo: il festival “Incjant” miti, leggende e nuove paure IL 14/15 ottobre 2011

Per Buzzati negli anni Sessanta la polizia armata di tutto punto, a Milano, di notte, appostata in un incrocio tra strade e una piazza, con una scarica d’armi da fuoco ha ucciso proditoriamente una creatura soffice e leggera che era sospesa nel cielo buio. Metaforicamente ha ucciso un mito o una figura leggendaria antica o un personaggio della favola, cioè le credenze della civiltà contadina. Per il poeta carnico Leo Zanier le figure mitiche le abbiamo, invece, ingabbiate in un angolo del cjast, oggi soffitta o attico. Per padre David Maria Turoldo, e non solo per lui, l’orcolat, la figura mitica primordiale friulana, sta nascosta sotto terra e ogni tanto si scuote violentemente, provocando terremoti. Un patrimonio, quello dei miti e delle leggende popolari, ricchissimo. Da riscoprire e da trasmettere. L’Istituto per la ricerca e la promozione della civiltà friulana Achille Tellini, presieduto da Luigi Geromet, lo fa attraverso la macchina da presa e trasferendolo su supporto magnetico. Da quasi vent’anni l’istituto svolge un’importante opera di ricerca, salvaguardia e valorizzazione di miti, fiabe e leggende della civiltà friulana, confluiti in una collana di volumi ormai apprezzata anche fuori regione, ma ha deciso di ampliare i suoi orizzonti indagando anche altre credenze popolari e andando a cercarle in Italia e all’estero. Ha, cosí, organizzato un concorso di cortometraggi con il contributo di Regione Fvg, Provincia di Udine, Comunità collinare e Comune di Colloredo di Monte Albano. Il Festival biennale D’incanto, l’incanto, giunto alla seconda edizione, si terrà venerdí e sabato al Castello di Colloredo di Monte Albano, dove saranno proiettate, dalle 20.30 alle 23 circa, le 20 opere selezionate dalla giuria, presieduta dal direttore artistico del Festival, Guido Sut. Quarantatre i cortometraggi presentati (erano 19 nella prima edizione), dei quali 3 realizzati da friulani. Molti registi hanno già maturato esperienze importanti nel mondo del cinema, partecipando in qualità di aiuto registi a opere cinematografiche di buon livello. I nomi di vincitori e segnalati si conosceranno nella serata del 15 ottobre. I lavori selezionati – due sono stati prodotti in Spagna – raccontano antiche storie e fiabe moderne, frutto dell’immaginario popolare – molti i punti in comune nel racconto delle credenze popolari – o risultato della creatività dei registi. Al via, dunque, domani, un festival cinematografico unico nel suo genere in Italia, multiculturale e multilinguistico (selezionata anche un’opera in lingua friulana, Glereon, di Alex Ordiner e Giulia Cignolini), per scoprire credenze, tradizioni, rappresentazioni fantastiche della realtà, in un clima di confronto tra regioni e paesi diversi. «Pensavamo anche noi che dopo la morte del babau di Buzzati, dovuta all’avvento e all’affermazione del pensiero razionale sul pensiero immaginativo, il mondo plurisecolare, anzi millenario di aganis, orcui, sbilfs, spiriti e streghe fosse scomparso del tutto. Invece rivive nel nostro inconscio, nei nostri sentimenti: è il mondo delle suggestioni, delle paure, del fascino, delle gioie, delle emozioni. I giovani registi che hanno partecipato al festival D’incanto, L’incanto – racconta il direttore artistico Sut – hanno saputo cogliere quel mondo con vivo interesse e con una sensibile curiosità, trasformandolo in favole meravigliose». Accanto alle proiezioni è prevista anche una mostra Friûl di magance.