Colloredo: morta Ida Tondolo, anima di Là di Petros


di Maura Delle Case

Non abbandonava quasi mai il suo regno, la cucina, animata da gesti precisi, da grande rigore e da un sapere affinato in anni e anni di studi e di lavoro al fianco del marito Liano. Scomparso lui, appena nove mesi fa, ieri, all'età di 63 anni, è mancata per una malattia dal decorso inesorabile anche la Signora della cucina friulana, Ida Tondolo in Petrozzi

Lascia i figli Simone e Francesca e il nipotino Lorenzo. A piangerla, oltre ai familiari, l’intero mondo della ristorazione regionale che in 40 anni ha seguito con partecipazione l’ascesa del ristorante di famiglia, “Là di Petros”, nell’olimpo della cucina d’eccellenza e che nei prossimi giorni si ritroverà a Mels per renderle l'estremo saluto. Impossibile raccontare la storia di Ida senza raccontare anche quella del marito Liano. L’avventura inizia nel 1973 quando i due giovani si sposano e decidono di portare avanti l’attività di ristorazione che la famiglia di lui conduce a Mels fin dal 1901. Ida dietro ai fornelli non c’è mai stata, ma raccoglie la sfida e nel giro di qualche anno diviene apprezzata interprete di un’arte culinaria che sa rileggere la tradizione con grande modernità e che le vale i più alti riconoscimenti: a lei in cucina, al consorte per l’inarrivabile cantina. Prima, però, c’è il terremoto, che non risparmia la famiglia Petrozzi. Nel ’76 la piccola trattoria di famiglia viene rasa al suolo e come tanti friulani Ida e Liano si trovano d’un tratto con in mano un pugno di macerie. Dalla loro hanno la giovinezza, due figli piccoli ed entusiasmo da vendere.<br />
 

Si rimboccano le maniche e neanche un mese dopo il 6 maggio riaprono bar e cucina in una baracca, che durante i quattro anni successivi sarà un punto di riferimento per il paese distrutto dal sisma. Quattro anni servono infatti ai Petrozzi per realizzare il grande ristorante che affaccia su piazza del Tiglio e che diverrà luogo di passaggio obbligato per gli amanti della buona cucina. Oltre che mamma e cuoca, in anni difficili come quelli della ricostruzione Ida trova il tempo per studiare sotto la guida di alcuni grandi chef. Su tutti il carnico Gianni Cosetti, ricordato poi come suo più grande maestro. Oggi il testimone dell’insegnamento sarebbe dovuto passare a lei, pronta a rivelare i segreti della sua cucina, che nei menù si presentava con nomi pieni di poesia, per poi materializzarsi, sulle tavole, in piatti curati fin nell’ultimo dettaglio, con la precisione, il gusto e la sofisticatezza che sono stati di una grande, indimenticabile, interprete della cucina friulana.
 

3 Risposte a “Colloredo: morta Ida Tondolo, anima di Là di Petros”

  1. Conservo dei bellissimi ricordi nei confronti di Liano e Ida.I migliori anni della mia vita passata a Mels come maestro della banda.Ricordo che Liano mi portava durante le lezioni di musica un panino con del crudo e del pane che al tempo era difficile da assaporare in altre occasioni.
    Non dimenticherò mai la vostra gentilezza ed ospitalità.Tommaso

  2. Aggiornamento del 14/01/2011

    La lunga fila di auto parcheggiate in piazza del Tiglio ieri a Mels ha riportato alla memoria delle tante persone accorse per l’ultimo saluto a Ida Tondolo gli splendori di un locale che ha scritto una delle più belle pagine della ristorazione regionale. Fino a pochi mesi fa, quando dietro il bancone di Là di Petros c’era Liano e a pochi passi, chiusa nella sua cucina, Ida era impegnata tra pentole e tegami.

    Un po’ come ieri, in occasione dei funerali della chef, che a 63 anni e a soli 9 mesi dal marito é mancata all’affetto dei suoi cari. A salutarla, in chiesa a Mels, con il ricordo ancora vivo dei funerali di Liano Petrozzi, è arrivato un fiume di gente affollando la chiesa della frazione di Colloredo ben oltre i banchi a disposizione. Oltre ai tanti amici di Ida e del marito, si sono contati estimatori, clienti, colleghi, sindaci e amministratori della zona, anche in rappresentanza dell’Unione cuochi italiani e di Confcommercio provinciale. Un occhio al ristorante chiuso, l’altro al feretro ricoperto di fiori e sul volto di tutti i presenti si è letta chiara un’espressione mista di cordoglio e incredulità per le due perdite così ravvicinate e per il tramonto, almeno così come lo si è conosciuto fino a oggi, di un locale che ha scritto un’indimenticabile pagina della storia di queste parti. Ed è proprio scrutando quei volti, attoniti, che ieri don Giuliano Mauro, parroco di Mels, ha iniziato la sua omelia, in cerca di una spiegazione, di una parola di conforto da consegnare soprattutto ai figli di Ida, Simone e Francesca. «In questi giorni e qui ora tutti si stanno interrogando su quale sarà il futuro dell’attività che con fatica, amore e dedizione Ida e Liano hanno portato avanti in questi anni. Credo però sia sbagliato porsi questa domanda. Oggi noi non dobbiamo chiederci cosa sarà del ristorante, ma contemplare con rispetto e ammirazione quanto i coniugi Petrozzi hanno fatto insieme facendo crescere il locale, anche grazie al continuo aggiornamento, senza però mai trascurare la famiglia». Cosa che la signora Ida ha continuato a fare, nove mesi fa, nonostante il dolore per la perdita del marito. Con grande forza d’animo e volontà “Là di Petros” ha riaperto i battenti, «Ida ha saputo prendere per mano la famiglia e guardare al futuro. Ora – ha concluso il parroco – quella stessa forza devono trovarla i suoi figli, che in così poco tempo sono stati privati dell’affetto dei genitori». A rischiarare questa serie di lutti ci ha pensato Dio regalando alla famiglia l’arrivo del piccolo Lorenzo, il figlioletto di Francesca che a soli due mesi somiglia già tanto a nonno Liano.
    Maura Delle Case

  3. E' tristissimo in questo momento ricordare le memorabili serate trascorse a Mels, per chi ha avuto la fortuna di scorrere con Liano quella monumentale lista dei vini e poi immergersi nei piatti eleganti e sempre riusciti della signora Ida.
    Spero che nonostante tutto questa magnifica realtà friulana sopravviva.

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