Coopca: la rabbia dei soci prestatori per i compensi ai professionisti per il piano concordatario

di Lodovica Bulian.

E’ uno dei nodi che proprio non vanno giù ai soci prestatori di CoopCa. Non riescono davvero a comprendere quei «compensi stellari che, sarà anche la legge, ma in un caso del genere per buon senso forse si potevano evitare». Soprattutto perché «sono tutti soldi che vengono sottratti al piano e dunque al rimborso del prestito sociale». Così l’altra sera, in assemblea a Buja, il comitato dei risparmiatori è tornato a puntare il dito sui numeri della procedura concordataria, che ammonta, dopo le rettifiche del commissario giudiziale, Fabiola Beltramini, a 2 milioni e 724 mila euro. La cifra comprende i compensi relativi ai professionisti che hanno assistito la CoopCa «nell’attività funzionale alla redazione e al deposito del piano concordatario». Stando a quanto riportato nella relazione di fattibilità con cui la Beltramini ha dato l’ok al piano concordatario, 467 mila euro sono le spese per gli incarichi dello stesso commissario giudiziale, e 228 mila euro per il liquidatore giudiziale. Senza contare che la società, comunque, ha ottenuto da parte di alcuni consulenti coinvolti una riduzione delle spettanze. Ma il nervosismo dei risparmiatori ora è rivolto tutto alla Regione. Non solo perché all’assemblea «non c’era nessuno di loro, a metterci la faccia», ma anche per i costi «che non ha sostenuto». Chiamano in causa i due “saggi” «incaricati a gennaio – ricorda Tommaso Angelillo – per lavorare a una piano di ristrutturazione del debito che non è mai andato in porto, e che stiamo pagando all’interno di questa procedura». Si tratta di 63 mila 500 euro in tutto, la voce che nella relazione si riferisce al costo dei due consulenti esterni, Gianfranco Verziagi e Sandro Nasi. Soldi che non fanno la differenza in un piano concordatario ora fermo a 25 milioni di euro. Ma la fanno su una «questione di principio» dicono i prestatori. «Noi siamo costretti a vivere con pensioni minime, abbiamo i risparmi di una vita bloccati. Questi consulenti percepiscono paghe da manager da una cooperativa che è sull’orlo del fallimento. E visto che l’incarico di consulenza gli è stato conferito dalla Regione, che li paghi la Regione». Con Verziagi, si legge nella relazione della Beltramini, CoopCa ha stipulato un contratto lo scorso 15 gennaio, che prevede «l’assistenza, il supporto e la collaborazione nell’intera operatività aziendale per un corrispettivo pari a 5 mila 500 euro mensili, al lordo delle ritenute previdenziali e fiscali». Spese che sono a carico della società, insieme a «quelle necessarie per recarsi presso la sede direzionale», in aggiunta a «un corrispettivo di 300 euro per ogni giorno di presenza in azienda, confermando le altre clausole contrattuali». Il contratto siglato nella stessa data per Nasi e finalizzato alla «costruzione del piano industriale e finanziario nell’ambito della procedura di concordato preventivo» fissa un compenso di 300 euro al giorno e prevede a carico di CoopCa anche le spese «necessarie per recarsi in sede». Oltre a «un compenso una tantum di mille 750 euro per l’attività di studio preventivo e di preparazione, nonché per l’acquisizione ed analisi di documentazione e atti». Gli animi sono incendiati e sono in molti a definirsi ormai «disgustati». Anche il consigliere M5s Cristian Sergo, presente all’assemblea di Buja, definisce «grave l’assenza della Regione davanti a tremila famiglie che speravano di saperne qualcosa di più», e si unisce ai soci nel chiedere a Legacoop di «formalizzare, mettendo nero su bianco, l’annunciato atto di liberalità che prevede il 50 per cento del rimborso del prestito sociale».