Elettrodotto sulle nostre teste

Dal Gazzettino di oggi

Sarà realizzato quasi certamente su linea aerea l’elettrodotto dall’Austria al Friuli. A comunicarlo ci ha pensato ieri pomeriggio il presidente del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, durante un incontro a Cavazzo Carnico con gli amministratori locali prima della riunione della Giunta regionale. Illy ha citato le decisioni prese sul progetto dall’Ente austriaco erogatore dell’energia elettrica, contrario a ogni interramento della linea, e ha comunque aggiunto che «ci sarà la concertazione con gli Enti locali per una soluzione condivisa». La Giunta ha intanto approvato, su proposta dell’assessore alla Pianificazione territoriale e all’Energia, Lodovico Sonego, i criteri e gli indirizzi generali ai quali la stessa Regione intende attenersi per la valutazione dell’ammissibilità di progetti di linee elettriche di interconnessione con sistemi di altri Paesi. Ossia, le caratteristiche devono essere ritenute ammissibili da parte degli Enti gestori in relazione ai rispettivi obblighi di sicurezza, affidabilità ed efficienza. Le realtà produttive e industriali del territorio devono infatti essere coinvolte e parte dell’energia importata riservata ai loro fabbisogni energetici. Infine, andrà data preferenza alle linee che prevedono di destinare energia al sistema produttivo regionale in maggiore quantità, fatte salve le valutazioni di impatto ambientale. «Gli elettrodotti interrati non si fanno – ha confermato Sonego – perciò siamo orientati verso la soluzione aerea ma solo ed esclusivamente su un tracciato che vada bene alla Regione e alle realtà locali, previa valutazione ambientale».

Come al solito prima la Regione dice di si e poi faremo le valutazioni ambientali; ma intant però ….

5 Risposte a “Elettrodotto sulle nostre teste”

  1. AAAAAAAAAHHHHH!!! Quante c###ate!!!!!! Che nervi…sempre le solite parole…non sono bastati i sei mesi di “concertazione”, alla fine i sindaci erano talmente stufi di sentire la stessa solfa che non ci andavano neanche più… Ma nquando capiranno che non esiste un accordo visto che qui tutti dicono NO??? Comunque sia, ca si pròvin a vegni su. Noi siamo all’erta e pronti a difenderci, con le buone o con le cattive :o)

  2. IL DUCA ILLY E LA CARNIA:

    L’ELETTRODOTTO AEREO SI HA DA FARE

    Il duca triestino Riccardo, che la storia non ricorderà certo come un emulo dell’omonimo mitico cavaliere e re britannico “Cuor di Leone”, ma piuttosto del fratello Giovanni Senza Terra – tiranno noto più che altro per le gesta del suo principale nemico, Robin Hood – ha confermato che l’elettrodotto del suoi amici e colleghi industriali Pittini e Fantoni si farà e si farà come vogliono loro, nella formula più economica e veloce: aereo.

    Quindi, nonostante le unanimi prese di posizione di tutti e 28 i sindaci della Carnia, della provincia di Udine, della Comunità montana e della popolazione che più volte ed in modo massiccio ha già detto no! al progetto proposto, il duca e la sua giunta di vassalli ha deciso di andare avanti.

    Siamo sconcertati dall’atteggiamento della Regione; in questo modo si aumenta la già profonda spaccatura tra Trieste e la Carnia. I centri del potere politico triestino alleati dei gruppi industriali di Veneto e Friuli da una parte e le aree considerate marginali e di scarso interesse economico ed elettorale dall’altra .

    Illy e i suoi assessori parlano la stessa lingua e purtroppo tacciono anche molti consiglieri regionali; penso al rappresentante triestino dei verdi ma non solo, aumentando il nostro convincimento che il loro silenzio sia complicità.

    Il concetto di intesa con le popolazioni residenti propagandato più volte da Illy e dalla sua corte ci ha fatto ridere all’inizio e adesso è divenuto un’insopportabile presa in giro. Sbandierano ai quattro venti che si cerca una soluzione condivisa e che non si procede senza i tavoli di concertazione, ma ci chiediamo dove hanno comprato il vocabolario lui e l’assessore Sonego.

    Ormai è chiaro che i loro “tavoli” sono quelli dove loro decidono e i nostri sono quelli già apparecchiati dove ci servono quello che hanno scelto. Come trovano il coraggio di dirci che “ci sarà concertazione per una soluzione condivisa” quando tutti qui hanno già detto che di elettrodotto aereo neppure si parla. Cosa si dovrebbe condividere?

    Per l’ennesima volta ribadiamo che il nostro processo di sviluppo non passa né attraverso l’autostrada Carnia-Cadore, né attraverso le cave-discariche, né attraverso i mega elettrodotti che servono solo ad aumentare i redditi di un’oligarchia di potenti. La nostra bolletta rimarrà invariata! Perché dovremmo accettare che le nostre valli vengano deturpate per sempre in nome degli interessi di pochi?

    Siamo determinati a resistere e abbiamo stretto un patto di alleanza con la Carinzia che come noi non è disposta a dare carta bianca a imprenditori e politici senza scrupoli. Con loro ci stiamo organizzando per una manifestazione congiunta, decisi a non mollare, costi quel che costi.

    CARNIA IN MOVIMENTO

  3. Risposta all’articolo pubblicato sul Gazzettino il 04.03.2007

    L’assessore e l’autostrada.

    E così, leggendo Il Gazzettino di domenica 4 marzo, abbiamo saputo che il nostro caro assessore regionale del Veneto Renato Chisso ha deciso: l’autostrada “Carnia-Cadore” tra A27 e A23 si fa, checchè ne dica chicchessia, cominciando col primo tronco “Pian de Vedoia-Caralte”.

    Se proprio deve, assessore, la faccia. Ma si potrebbero evitare tutte queste fandonie? Lei dice che si può fare in 4 anni? Mi potrebbe fare un esempio, gentilmente, di 23 km di autostrada italiana fatta con questa cadenza? Non perda tempo a considerare che da Longarone a Caralte ci sono 12 km di galleria e 1,5 km di viadotto. Non si preoccupi se non è affatto scontato ciò che si troverà all’interno delle gallerie. Sappiamo tutti che questi buchi dentro le montagne ci riservano sempre delle sorprese. Qui, Lei assicura, si farà in tempo per i mondiali di sci a Cortina. Ma quali mondiali, ma quale certezza? La preghiamo, assessore, ce lo dica! Intanto ricordiamo che lo studio di fattibilità dell’ANAS prevedeva, per quel tratto, un tempo di dieci anni e mezzo, riducibili del 12% lavorando su 3 turni. Non 4 o 5 anni come Lei dice. E poi: si sono mai visti, in Italia, rispettare i tempi di queste opere? Ci potrebbe gentilmente citare, anche qui, un esempio? Ce ne basta uno solo: 20 km di autostrada consegnati nei tempi programmati. E poi… scusi, non si diceva che Cortina è soffocata dalle auto? Vogliamo portarcene ancora? Perché mai? È a questo che serve questa strada? Vede, ci si accusa di essere troppo sospettosi, di vedere sempre il male dappertutto e dire sempre di no. Forse è per questo che pensiamo che questa storia dei mondiali di sci a Cortina sia oramai l’ultima scialuppa per cercare di far partire in qualche modo qualcosa di improponibile.

    E poi Lei spara questi numeri sul traffico: 32300 auto/giorno. Ci mette anche le 300… siete proprio precisi! Proviamo a vedere che significa? Se tutte queste vetture viaggiassero a 130 km/ora, questo numero, che a Lei serve per poter dire che l’autostrada si pagherà in 24 anni, corrisponde ad una vettura ogni 128 metri, su ciascuna delle 2 carreggiate, dalle 7 del mattino alle 11 di notte (quant’è la distanza di sicurezza a 130?): e senza interruzione, 365 giorni all’anno. Guardi che forse sarebbe più giusto fare i conti sulle 12 ore giornaliere che non sulle 16. Ci tocca approfittare ancora della Sua gentilezza. Ce lo può fare un esempio di autostrada con circa 32300 auto al giorno? Così, per avere un’idea. Magari per decidere di farla a 3 corsie, per questo traffico… (nei conti riportati sull’articolo, non si vedono le spese di gestione, manutenzione e tariffe: ci potrebbe spiegare?) E poi senta: ci lasci esprimere un dubbio. Si parla di 900 milioni per questi 23 km (Millesettecentoquarantadue Miliardi di Lire). Ci perdoni, ma noi sospettiamo che il motore di tutto stia proprio qui. Guardi che questo numero significa 76 milioni di vecchie lire al metro (per ogni singolo metro lineare di autostrada, 76 milioni). Mah! Ah, ci perdoni ancora; l’ultimo esempio: ce lo dice quale opera di questo genere, italiana e con gallerie ovviamente, è costata quanto preventivato?

    Sia il Ministero delle Infrastrutture che la direzione delle Associazione autostradali concordano su 50000 Euro/metro: ma così i milioni dei 23 km. (sugli 85 km. finali meglio tacere) non sono più 900 ma 1200 e i miliardi di Lire Duemilatrecentoventitre: sempre sulla carta perchè, siamo in Italia perbacco! una revisione prezzi non si nega a nessuno.

    Eppoi, come giustamente prevede il piano, non certo una banca ma una tassa regionale “di scopo” (?) sana eventuali ferite industriali: non quelle però delle tasche dei cittadini e dell’ambiente.

    Chiudiamo ricordando che il Presidente Napolitano, nel suo discorso di fine anno, lamentava il distacco dei Cittadini dalla politica. E come potrebbero amare la politica, signor Presidente? Non c’è solo lo scontro tra gli schieramenti. Dice il nostro assessore: il consenso, a livello locale ”Noi non lo cerchiamo a priori, ma in corso d’opera”. Traducendo il politichese: noi decidiamo, facciamo tutto quello che vogliamo e come lo vogliamo. Poi cercheremo di convincere gli altri (i cittadini; cui i politici dovrebbero render conto) che quella è la cosa giusta. Con tanti cari saluti al dibattito, alla trasparenza, alla democrazia e ai diritti dei montanari. Caro Presidente Napolitano: così va il mondo! Gli industriali vogliono l’autostrada. Proprio questa da 76 milioni di vecchie lire al metro. E perché mai i politici dovrebbero impegnarsi a valutare seriamente se questa è un’opera realmente utile al Paese oppure fermarsi a sentire quello che ne pensa la gente? Ci sarà tempo per convincerli, suvvia, Presidente, non ci si metta anche Lei ora.

    L’abbiamo forse tediata, caro assessore, parlando di cifre, di soldi e di affari. Più avanti magari avremo tempo e modo di soffermarci su altri prezzi: quelli, altrettanto salati, che dovranno pagare le comunità sfregiate da questo fumoso nastro d’asfalto assieme alle loro magnifiche bellezze naturali.

    Comitato “Per Altre Strade” – Carnia

    http://www.peraltrestrade.it

  4. Il Terzo Punto della Situazione 10 marzo 2007

    In questi giorni, ad osservare e leggere con distaccato interesse il comportamento e le affermazioni dei politici regionali, potessimo non piangere avremmo di che divertirci ; mentre infatti Lodovico Sonego, assessore regionale DS alla viabilità, sforzandosi di abbassare i toni tenuti durante le ormai innumerevoli discussioni sul collegamento autostradale Ponte nelle Alpi – Tolmezzo spiegava ai giornali “di non capire perché si facesse tanto rumore per un’opera che verrà realizzata chissà fra quanti anni”, toccava proprio al governatore Illy sconfessarlo – addirittura lo stesso giorno, prima che il gallo avesse cantato 3 volte – in occasione dei lavori della giunta regionale a Cavazzo Carnico : dispensando ampi sorrisi infatti, non solo spiegava chiaramente agli amministratori locali che l’opera invece si farà, ma specificava che, per la parte friulana, l’opera consisterà in una superstada, aggiungendo, politically correct, che ci sarà concertazione con gli enti locali.

    Toccherà poi a Illy essere smentito il giorno successivo (04/03/07) a mezzo di un articolo uscito addirittura su CorSera/Veneto/Belluno : “quando si parte c’è sempre qualcuno contro” ; “non cerchiamo il consenso a priori, lo cerchiamo in corso d’opera” e “ non possiamo aspettare di avere tutti a favore per partire” sarebbero gli slogan che l’assessore regionale veneto alla Mobilità Renato Chisso intenderebbe infatti usare durante l’avanzata delle ruspe, ad uso di fanfara militare, facendo ben comprendere quali angusti spazi saranno nella realtà democraticamente destinati alla concertazione.

    Si rincorrono nelle dichiarazioni, dunque, i nostri rappresentanti, puntualizzando giorno dopo giorno quanto innanzi sostenuto dai loro colleghi e consentendo ai lettori attenti solamente un paio di chiavi interpretative : o quanto affermato dal politico precedente è stato detto da chi, contando poco, non è stato ben informato sui fatti ma non ha resistito alla possibilità di apparire sui giornali, oppure è stato detto sottacendo surrettiziamente parti importanti del progetto globale, lasciandoci in questo caso intravedere un ben più misero ritratto dei nostri politici di riferimento.

    Evidentemente, come sosteneva Ennio Flaiano, “la classe politica è conscia del fatto che in Italia l’indignazione duri meno dell’orgasmo” e ne approfitta grandemente.

    Ed è a motivo di un’adeguata memoria che d’ora in poi sarà nostra cura riportare quanti ci sostengono e quanti sono contrari, citando nomi e cognomi che aggiorneremo ogniqualvolta qualcuno prende posizione ; eviteremo in questo modo ai nostri politici anche la tentazione di adeguarsi al fenomeno del trasformismo, così frequente nell’imminenza delle elezioni ed oramai d’uso comune anche nella nostra pur piccola Carnia.

    Al momento quindi, nonostante la Carnia possa contare su propri rappresentanti anche in seno al consiglio regionale, hanno ufficialmente e personalmente preso posizione contro l’Autostrada solamente il carnico FABIO D’ANDREA -consigliere provinciale- (intervista del 07.03.07 rilasciata a VTC Treppo Carnico), il triestino ALESSANDRO METZ -consigliere regionale- (01.03.07 dichiarazione stampa) ed il sindaco di Cavazzo Carnico DARIO IURI (febbraio dichiarazione stampa).

    A favore dell’opera i consiglieri regionali RENZO PETRIS di Ampezzo (febbraio dibattito Telefriuli), LODOVICO SONEGO (dichiarazioni stampa), MARSILIO di Sutrio (dichiarazioni stampa) e MORETTON .

    L’insieme delle informazioni che in questi giorni si sono susseguite in un tam-tam mediatico di notevole entità (confrontare gli articoli inseriti nel sito), ci permette poi di ampliare ragionamenti già fatti, consentendo analisi ulteriori :

    Per i primi 22 chilometri e 700 metri, tratto Pian di Vedoia – Caralte dove è previsto lo svincolo per Cortina, che si svilupperanno per il 50 % in galleria, sembra servano all’incirca 900 milioni di euro (siamo nuovamente ben al di sopra della media europea con 39.250 euro al metro) ; “ma questo tratto di autostrada non ha bisogno di denaro pubblico, è in grado di sostenersi con un’operazione di project financing” (Corsera 04/03/07) fanno sapere gli assessori veneti.

    Mancano quindi i 22 chilometri e 800 metri del tratto Caralte – Forni di Sopra, che comprendono il traforo del monte Cridola, ed i successivi 39 chilometri del tratto Forni di Sopra – Tolmezzo.

    Per quanto concerne il traforo del Cridola e la prosecuzione dell’opera, abbiamo già spiegato nel nostro “secondo punto della situazione” quali siano le ragguardevoli perplessità dal punto di vista geologico. Non tratteremo quindi oltre l’argomento.

    Sembra invece, leggendo i giornali recanti le diverse affermazioni – e questo diventa un punto interessante – , che la mancanza dei fondi necessari per la parte friulana, sulla quale l’opera insiste per il 75 %, potrebbe essere risolta con la geniale intuizione del nostro governatore : egli infatti, dopo aver scritto un trattato di etologia, condiviso dalla nostra classe politica quale nuovo decalogo economico, abbia ora pensato d’essere dotato d’una poliedricità eguale a quella di Leonardo e di potersi conseguentemente convertire in ingegnere civile ; il risultato della metamorfosi è che, a suo parere, l’autostrada in questione possa facilmente essere sostituita da una superstrada, peraltro già presente nel progetto stante l’obbligo degli svincoli e prevista quindi dall’ANAS.

    Quale lo scopo di quest’ultima uscita ?, quale la sua utilità ?.

    Abbattere innanzitutto i costi dell’opera, con l’eliminazione delle dispendiose gallerie che il tracciato della Ss 52 rivisitata non prevede, ed operare finemente nell’opinione pubblica, inserendovi il dubbio, la sensazione che il progettato passaggio di 32.300 automezzi al giorno (Chisso Renato Gazzettino) sia stato definitivamente accantonato per lasciar posto ad un’opera che in effetti verrebbe realizzata solamente per gli indigeni della Val Tagliamento…. ed i pochi altri che avessero l’intenzione di valicare il Mauria attraverso il traforo del Cridola., punto fermo di qualsiasi progetto.

    Grazie a Dio, almeno per il momento i molti non sfuggono alla tentazione di esternare le loro personali opinioni : a questo proposito infatti, il presidente di AssIndustria Belluno afferma innanzitutto che “da un punto di vista tecnico la differenza fra autostrada e superstrada non è poi molta”. Continua dicendo che “la differenza sostanziale è che l’autostrada la paghi mentre la superstrada no ; l’autostrada garantisce degli introiti appetibili per gli investitori privati, per la superstrada i finanziamenti sarebbero esclusivamente pubblici”.

    Traduciamo, nel caso vi fossero ancora dei dubbi : il numero dei passaggi non cambierebbe ; le dinamiche pensate per il trasporto di merci con autotreni attraverso la valle del Tagliamento rimarrebbero invariate, con un traffico ancora massivo e pesante ; l’ulteriore aggravante apportata sarebbe la certezza di avere un tremendo impatto ambientale visivo, ma questo supponiamo che al presidente di Assindustria interessi relativamente poco, come assolutamente disinteressato pare sia il nostro governatore. Lui infatti, già ora preferisce frequentare la zona del Tarvisiano oppure andare a sciare sullo Zoncolan : la partita quindi si risolve con dei conteggi freddamente economici e di convenienze politiche ; e se il progetto autostradale dovesse costare troppo, il problema potrebbe essere risolto indirizzando, possibilmente, i sindaci dei paesi a sottoscrivere un protocollo d’intesa per il passaggio di una supertrada. In fondo, dal vicino Veneto sostengono che tecnicamente l’obiettivo possa essere raggiunto anche con questa seconda opzione.

    Vi sarebbe inoltre, un’altra ragione fondamentale per la quale il nostro già commerciante di caffè spingerebbe per una superstrada :

    Dovete sapere che l’Italia ha siglato assieme agli altri stati membri un “Protocollo dei Trasporti”, contenuto nella “Convenzione delle Alpi”, nel quale i firmatari, di comune accordo, non ammettono la costruzione di nuove autostrade all’interno della catena alpina.

    Ecco l’inghippo cui questo novello dottor sottile artatamente tenta di sottrarsi, ecco l’ulteriore motivo di questa improvvisa digressione, di questo scarto dal programma prefissato, che da Amaro conduce a Ponte nelle Alpi su quattro corsie.

    L’autostrada non avrebbero potuto farla !!. Hanno allora cominciato a fare pressioni sui comuni, sui sindaci, affinché venisse accettata di comune e supino accordo una superstrada, con identiche finalità, impatto ambientale grandemente peggiorativo ma con un nome tanto diverso da diventare accettabile per la comunità Europea.

    Come si sia poi materializzata l’idea, nelle lungimiranti menti di quanti, in regione, sono demandati a decisioni fondamentali riguardanti l’avvenire delle future generazioni della Val Tagliamento, che l’unica via di sviluppo possibile, l’unico mezzo di sostentamento futuro, l’unica strada percorribile per l’economia della valle debba forzatamente far cardine sul traforo del monte Cridola, rimane per i più un mistero.

    Se solo qualcuno avesse il buon senso ed il coraggio di ammettere che gli investimenti hanno connotazioni politiche ; che gli ultimi cospicui sforzi della regione non sono casualmente caduti a Tarvisio e sullo Zoncolan e che per la nostra Val Tagliamento non vi sono progetti economici se non quelli necessari a salvare la faccia ai politici locali, ci risparmieremmo tutte queste grandi fatiche e potremmo forse prepararci a subire supini qualsiasi fantasiosa invenzione dei nostri eletti.

    Anche perché l’economia turistica della…

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